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Il Progetto 0/6 tra nidi e scuole d'infanzia diventa "Il Quaderno del bambino Tessitore"

"Con la parola rete abbiamo voluto porre l'attenzione alle relazioni, alle reti sociali che nascono fisicamente in un luogo e all'interno di un gruppo, sia esso di educatori che di bambini", viene spiegato

E' uscito "Il Quaderno del bambino Tessitore", la documentazione che raccoglie l'esperienza del Progetto 0/6, curata della coordinatrice pedagogica Fabiola Crudeli al quale hanno preso parte 24 strutture tra nidi e scuole dell'Infanzia dei Comuni di Forlimpopoli, Meldola, Bertinoro e Castrocaro Terme. "Con la parola rete abbiamo voluto porre l'attenzione alle relazioni, alle reti sociali che nascono fisicamente in un luogo e all'interno di un gruppo, sia esso di educatori che di bambini - viene spiegato -. Quando si è in rete e si condividono gli stessi obiettivi, si producono risultati efficaci, strabilianti e a volte inimmaginabili… questo è proprio quello che è accaduto all'interno del nostro territorio composto da ventiquattro strutture tra Scuole e Nidi per l'Infanzia".

"Nell'ambito del Progetto 0/6, giunto al terzo ed ultimo anno di realizzazione, documentarne le fasi attraverso questo quaderno è un atto dovuto e nello stesso tempo un atto necessario per restituire a quanti vi hanno preso parte la ricchezza e la molteplicità dei contributi e delle reti che sono nate o che sono andate consolidandosi - viene chiarito -. Questo Quaderno vuole essere una restituzione dei percorsi educativi realizzati all'interno della cornice pedagogica del Progetto 0/6 ispirata all'outodoor education. Scorrendone le pagine è possibile vedere come i bambini attraverso metodologie didattiche che tengono conto dell'utilizzo dello spazio indoor e outdoor realizzano una riflessione su quanto avvenuto all'interno dell'esperienza di apprendimento".

"Lavorare su un piccolo ragno, che per sua natura vive sia in ambienti esterni ed interni, è stato il pretesto per tessere relazioni, fornendo così l'opportunità di pensare a programmazioni che connettessero al meglio questi due aspetti, facilitando ed implementando un lavoro di rete sia all'interno delle singole scuole sia in relazioni con le scuole e nidi limitrofi garantendo un percorso di continuità educativa - conclude Crudeli -. Le insegnati e le educatrici che si trovano a sperimentare questo approccio esperienziale, sono mosse dalla curiosità e dalla motivazione ad apprendere metodologie didattiche che tengono conto dell'autonomia del bambino, legata al piacere della scoperta e della curiosità verso il mondo che lo circonda. Come il ragno che tesse ritesse la sua tela attendendo una buona preda, pazientemente tessiamo le nostre tele in attesa di buoni risultati da raccogliere".

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