Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ForlìToday

Di primo acchito leggendo “Polo funzionale ospedaliero H” molti hanno pensato ad una certa lungimiranza vista l’emergenza sanitaria, purtroppo non è così, si legge Polo Ospedaliero ma si intende una nuova struttura commerciale in gran parte alimentare.

Il prossimo 1 gennaio 2022 entrerà in vigore la Legge Regionale n.24 del 2017, questa ha lo scopo di evitare nuove espansioni edilizie e durerà fino a quando il Comune di Forlì non avrà approvato il nuovo PUG, nonostante questo l’amministrazione a maggio 2021 ha aperto un bando a cui hanno risposto ben tredici realtà forlivesi che hanno presentato, sollecitati dalla stessa amministrazione, la propria manifestazione di interesse per attuare alcune previsioni urbanistiche contenute nel POC, peccato che si sia ignorato che la presentazione di proposte di accordi operativi da parte di privati è consentita solo per interventi immediatamente attuabili mediante permessi di costruire convenzionati o attraverso il PUA  ma da concludersi entro il 21/12/2021.

Naturalmente Il privato proprietario dei terreni classificati come Polo Ospedaliero a Vecchiazzano   non se l’è fatto dire due volte, ha presentato  pochi mesi fa una sua ipotesi per realizzare nell’area in questione  3 superfici di vendita per circa 2.500 mq di superficie. A meno che le superfici di vendita non siano pensate in funzione dei pazienti ricoverati all’Ospedale, viene proprio da chiedersi : ma quanto mangiano gli abitanti di Vecchiazzano? dove ci risulta non manchino negozi e strutture commerciali.

In barba al commercio di prossimità, che sarebbe la vera risposta alla crisi delle attività commerciali più piccole, un polo commerciale  di quel tipo nascerebbe non solo per gli abitanti di Vecchiazzano ma bensì  per attirare acquirenti anche da altre aree della città, un colpo di grazia alle piccole attività commeciali ancora presenti a Castrocaro, Dovadola, Rocca, Portico e forse anche a quelle della restante Valle del Montone. Nella proposta di delibera presentata in Commissione Comunale si scrive  che l’obiettivo dell’Amministrazione Comunale è quello di “assicurare dinamismo al settore delle attività commerciali”. Ma quale dinamismo? Quello del mattone .   

Negli ultimi anni si è posta (giustamente) molta attenzione al tema del consumo di suolo, inteso come la perdita di un bene comune limitato e di una risorsa fondamentale per l’equilibrio dell’ecosistema. È infatti ben riconosciuto l’impatto negativo di questo fenomeno, spesso irreversibile, che porta alla perdita di una preziosissima biodiversità, contribuisce significativamente ai cambiamenti climatici e limita fortemente la capacità di adattamento, aumenta la pericolosità, il rischio e i fenomeni di dissesto e di degrado del territorio, limita la capacità di regolare i principali processi ambientali, riduce la disponibilità di terreni fertili e produttivi e, in generale, incide spesso negativamente sul benessere e sulla qualità della nostra vita, pensavamo che tutto questo fosse noto a questa amministrazione quando si era impegnata con la dichiarazione di emergenza climatica, evidentemente non è così.

A questo punto, vista però  la volontà reiterata da parte del Comune ad andare avanti,  confidiamo nella   Provincia che per legge è chiamata ad approvare con il Comune di Forlì una apposito accordo territoriale in quanto la dimensione dell’intervento commerciale supera i 1.500 mq . Infine una considerazione . Non sarebbe meglio lasciare libera dall’edificazione l’area in questione e riservarla, semmai, in futuro al possibile ampliamento dell’ Ospedale ?

Francesco Occhipinti

Presidente Circolo Legambiente Forlì-Cesena