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Forlì ieri e oggi

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A cura di Piero Ghetti

Enrico Forlanini, l’uomo che illuminò Forlì

La singolare palazzina in stile Liberty che si affaccia su viale Vittorio Veneto, è tutto ciò che rimane della storica Officina di Forlì che tanta parte ebbe nell’industrializzazione della città

La singolare palazzina in stile Liberty che si affaccia su viale Vittorio Veneto, è tutto ciò che rimane della storica Officina di Forlì che tanta parte ebbe nell’industrializzazione della città. Per anni “l’unico importante stabilimento metallurgico esistente nella linea da Bologna ad Ancona”, come attesta Ettore Casadei nella sua Guida di Forlì, fu fondata nel 1863 a ridosso della neonata ferrovia, come “Società Anonima d’industria pel gas e fonderia di ferro”.

“L’azienda – scrive Marino Mambelli in ‘900 forlivese anzi italiano’ – nacque per il desiderio del Comune di dare opportunità di lavoro ai forlivesi in un momento di grande difficoltà e per dotare la città di lampioni a gas in sostituzione delle poche e mal funzionanti lampade pubbliche ad olio”. I pregi della nuova attività si manifestarono prontamente, soprattutto sul fronte occupazionale, superando di gran lunga gli inevitabili difetti, fra cui spicca il fatto che, come discarica a cielo aperto delle scorie ferrose derivate dalla fusione, venisse utilizzato il grande fossato delle mura della città, poi azzerate nel 1905. Passata in proprietà della Cassa dei Risparmi di Forlì, la Fonderia vivrà il periodo d’oro subito dopo la sua acquisizione da parte dell’ingegner Enrico Forlanini.

Nato a Milano nel 1848, l’allora tenente del Genio Militare, al termine del servizio militare viene assunto dalla stessa Cassa dei Risparmi di Forlì alla direzione tecnica delle Officine di Forlì: siamo nel 1878. Introdusse subito macchinari innovativi, realizzando persino un generatore di acetilene, gas usato per le lampade e per gli apparecchi di saldatura, ma anche per la pubblica illuminazione: non a caso, la “Forlanini” gestiva pure la fornitura per i primi lampioni di luce cittadina. La mano del geniale ingegnere si vide anche con la produzione del gas: nel 1888 l’Officina forlivese arrivò ad alimentare 371 becchi pubblici e 10 privati. La vera evoluzione aziendale avvenne a partire dal 1895, quando la fabbrica divenne di sua proprietà. Con un’intera officina a disposizione, Forlanini ebbe campo aperto per nuovi esperimenti, fino a costruire modellini di aerei e razzi alimentati da polvere pirica. A Forlì ebbe modo di approfondire pure gli studi che porteranno alla realizzazione del motore del suo primo dirigibile, che sarà prodotto a Milano, città in cui nel 1897 aveva trasferito anche la sede legale dell’attività romagnola. Nel 1927, sebbene gran parte della gestione dello stabilimento di viale Vittorio Veneto (che nei primi anni del Novecento era divenuto Via del Gazometro) fosse stata lasciata al genero Antonio Bellonci, Forlanini è ancora saldamente al comando del Gruppo.

“La fabbrica – si legge nella Guida di Forlì del Casadei, edita proprio nel 1927 – possiede un’area di 30mila metri quadri, di cui 10mila coperti. Occupa dai 300 ai 400 operai e dispone di ben 200 cavalli vapore di forza motrice”. Dal 1904, lasciata la produzione del gas al Comune, che costituì la Nuova Officina nell’area su Viale Roma ad angolo con via Campo di Marte oggi occupata dal complesso Stadium, Forlanini si era dedicato completamente alla Fonderia con la fabbricazione di una vasta gamma di prodotti: macchinari per zuccherifici, ponti, caldaie a vapore, piattaforme, serbatoi e capannoni industriali, ma anche elementi in ghisa per balconi, cancelli e balaustre.

L’ingegnere-inventore si spense a Milano il 9 ottobre 1930. Nel 1958, le Officine di viale Vittorio Veneto furono acquistate dalla fabbrica di rimorchi “Bartoletti”, che le mantennero in funzione sino al 1993. Dopo alcuni anni di abbandono, l’area è stata acquisita da un gruppo immobiliare che l’ha completamente trasformata. L’attuale edificio in mattoni rossi mantiene ben poco dell’antica fonderia: al posto delle Officine operano attività commerciali e terziarie, caratterizzate da un continuo “turn over”. Se il “know how” stilistico delle fonderie oggi appartiene alla ditta Ghisamestieri di Bertinoro, la palazzina in stile “noveau” risalente agli ultimi anni dell’Ottocento, in cui Forlanini pose per decenni gli uffici amministrativi dell’Officina, dal 2006 è sede di un gruppo bancario-finanziario.

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