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Forlì ieri e oggi

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A cura di Piero Ghetti

Forlì ieri e oggi, ecco piazza Saffi quando si chiamava "Vittorio Emanuele II"

Com'era bella Piazza Saffi quando ancora si chiamava Vittorio Emanuele II e prima ancora Maggiore, dominata dal monumento seicentesco alla Madonna del Fuoco, la patrona dei forlivesi.

Com’era bella Piazza Saffi quando ancora si chiamava Vittorio Emanuele II e prima ancora Maggiore, dominata dal monumento seicentesco alla Madonna del Fuoco, la patrona dei forlivesi. Rimasta immutata per secoli, ha cambiato drasticamente volto agli inizi del ‘900. Il primo colpo di piccone le fu inferto il 21 maggio 1909 dalla squadra anarchico-socialista capitanata da un “certo” Benito Mussolini. Ancora lontano dall’involuzione fascista, il futuro Duce atterrò impunemente proprio la stele mariana, eretta il sabato santo del 23 aprile 1639 a tangibile segno della devozione dei forlivesi per la Regina del Cielo. Nel 1921, l’antico Campo dell’Abate, già titolato ad Aurelio Saffi, fu impreziosito dal monumento al triumviro della Repubblica Romana, realizzato dall’artista napoletano Filippo Cifariello.

La decisione del regime fascista di realizzare proprio in piazza la nuova sede provinciale del Palazzo delle Poste e Telegrafi, risale al 1931. Il grande edificio progettato da Cesare Bazzani e inaugurato in pompa magna il 30 ottobre 1932 dallo stesso Capo del Governo Benito Mussolini, si fa ben guardare e compare in tutti i testi di architettura razionalista. Peccato che la sua costruzione abbia comportato la perdita di Palazzo Pantoli con gli affreschi del Giani, via Masini, Palazzo Rolli e i portici medievali delle case Monti, tutte perle incastonate fra piazza Saffi e corso Mazzini nella cosiddetta Isola Castellini, agglomerato di edifici risalente in buona parte al Medioevo.

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