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Forlì ieri e oggi

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A cura di Piero Ghetti

Forlì ieri ed oggi - Come è cambiata la Torre Numai

Unica sopravvissuta a Forlì delle tante costruzioni similari che nel Medioevo svettavano sulle principali strade del centro, rivaleggiando fra loro in altezza, la Torre Numai di via Pedriali mantiene poco della costruzione originale

Unica sopravvissuta a Forlì delle tante costruzioni similari che nel Medioevo svettavano sulle principali strade del centro, rivaleggiando fra loro in altezza, la Torre Numai di via Pedriali mantiene poco della costruzione originale. Il nome ne rivela l’appartenenza alla nobile famiglia forlivese dei Numai, padrona anche delle trecentesche case omonime di corso Diaz, perfettamente integre nella loro originalità esteriore. Sembra che un passaggio sotterraneo la collegasse a palazzo Foschi, già Orselli, oggi sede del museo ornitologico, ma nella seconda metà del ‘400 sontuosa abitazione di Luffo Numai, cavaliere del Sacro romano impero e valente diplomatico, il cui splendido cenotafio in pietra bianca è custodito nella chiesa di san Pellegrino, in piazza Morgagni.

Fino al 1929 la torre era un rudere informe con qualche pietrone romano alla base, lambito dall’ancora scoperto Canale di Ravaldino, detto in quel punto ‘de Marinazz’, dal soprannome popolarmente affibbiato ai Cicognani, patrioti garibaldini che abitavano proprio sull’altra sponda dello storico corso d’acqua. Nel 1938 sorge il nuovo Palazzo degli Uffici Statali, progettato da Cesare Bazzani che si “ispira” alle iniziali di Benito Mussolini. Sono gli anni in cui l’allora via del Sole, già orfana da secoli dell’antichissima chiesa di San Pietro in Scotto (da cui il nome dell’intero quartiere gravitante su corso Mazzini), viene intitolata a Giuseppe Pedriali, ingegnere forlivese autore di progetti ferroviari in Sudamerica e grande cultore d’arte. La sua leggendaria collezione, ove figura uno splendido “Fattori”, è oggi visitabile in Pinacoteca.

Sempre in quel periodo, a causa del tombinamento del Canale dei Mulini, deciso dal Comune per gli insopportabili miasmi fognari che emanava, spariscono drasticamente i suggestivi ponticelli raffigurati in tutte le stampe d’epoca. La Torre Numai, che sarebbe divenuta casa dell’aviere e dell’associazione aeromodellisti forlivesi, viene a sua volta ristrutturata. E’ una riqualificazione decisiva che pur lasciando al manufatto lo zoccolo medioevale, la “impreziosisce” di finestre a tapparella proprio sulla facciata principale, creando un ibrido architettonico difficilmente catalogabile


 

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