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Giovedì, 25 Aprile 2024
Forlì ieri e oggi

Forlì ieri e oggi

A cura di Piero Ghetti

Santa Maria del Fiore… la carità francescana è di casa in via Ravegnana

Una straordinaria foto d’archivio di inizio ‘900 dà l’occasione per immortalare una delle chiese più interessanti e popolari del panorama storico-artistico forlivese: Santa Maria del Fiore

Partiamo dall’immagine d’archivio, veramente straordinaria, che documenta un evento pubblico, il corteo funebre di una personalità cittadina, mentre sfila in via Ravegnana, direzione Foro Boario, diretto al Cimitero Monumentale. La datazione della foto, scattata dal “Ponte del Vapore” posto sulla stessa Ravegnana, fu oggetto di un lavoro d’equipe svolto nel 2014 sul gruppo storico “Forlì…quanti forlivesi ci sono su Facebook”, ideato da Alberto Gabbricci nel 2009. C’è chi ipotizzò trattarsi delle esequie di Aurelio Saffi (1890), altri dell’arrivo a Forlì dell’11° Reggimento di Fanteria Brigata Casale (19 settembre 1909) e persino dei funerali dell’aviatore Luigi Ridolfi, “caduto a Verona con Tullo Morgagni – scrive Ettore Casadei nella sua Guida di Forlì e dintorni - nel raid aviatorio dell’agosto 1919”. Alla fine, la maggioranza dei “post” ha optato per la teoria di Claudio Torrenzieri, che ritiene trattarsi del funerale solenne di Antonio Fratti, tenutosi il 29 giugno 1902 (l’anno dell’arrivo della luce elettrica in città), con traslazione della salma al Monumentale. Politico repubblicano, fu eletto deputato di Forlì dal 1892 al 1895 ed ancora nel 1897. In quell’anno partecipò come volontario, al seguito di Ricciotti Garibaldi, nella guerra greco-turca a fianco dei greci, rimanendo ucciso durante uno scontro nel villaggio di Domokos, in Tessaglia. La sua salma fu traslata a Forlì nel 1902 per riposare nel Pantheon cittadino. Il passaggio in via Ravegnana del corteo con i resti del patriota, ha consentito al fotografo di immortalare una delle chiese più interessanti del panorama storico-artistico forlivese: Santa Maria del Fiore.

La foto di cronaca restituisce l’immagine di un complesso ecclesiale che, almeno nella facciata sul “Sobborgo Mazzini”, è differente dall’attuale: manca il portico antistante la chiesa, eretto negli anni Venti e non c’è traccia del “noviziato” coevo dei Frati Cappuccini, oggi convento delle suore Ancelle del Sacro Cuore di Gesù Agonizzante, titolari della scuola materna e paritaria di Santa Maria del Fiore e approdate in loco solo nel secondo dopoguerra (1946). Anche se i Cappuccini hanno lasciato definitivamente Forlì e il grande complesso religioso-caritativo nel settembre 2011, Santa Maria del Fiore rimane un’asi di spiritualità e operosità tutta francescana nel bel mezzo della città. Alzi la mano il forlivese che non ha mai notato questa suggestiva chiesa con campaniletto, incastonata fra le vie Ravegnana e Vespucci a ridosso della ferrovia (ancora oggi, lato massicciata, resiste un tratto del primitivo recinto perimetrale risalente al XVII secolo). L’edificio è punto di riferimento costante in città per anime senza dimora o vitto quotidiano, soprattutto a partire dal 1983, l’anno d’avvio ufficiale della celeberrima Mensa dei poveri di padre Lazzaro Corazzi, tuttora gestita dalla parrocchia e in grado di offrire il pranzo ad un numero medio di utenti, che si aggira sulle 80 presenze giornaliere. Nonostante disti appena 200 metri dal quadrivio di Porta San Pietro, la struttura fino alla prima metà dell’800 era fuori le mura e anzi in aperta campagna: da qui il nome di Madonna di Fuori, poi divenuto Madonna dei Fiori e infine Santa Maria del Fiore.

Le sue origini si perdono nel Medioevo: “Probabilmente – dichiara Benedetta Caselli, architetto forlivese autrice di un’accurata tesi di laurea su Santa Maria del Fiore – nel Mille esisteva già un luogo di culto mariano, poi ampliato nei secoli con la dedica ai santi Vito e Modesto”. In principio vi dimorarono i Trinitari, poi sostituiti dai Padri della Missione, e infine, dal 1822, dai Francescani Cappuccini. L'interno del tempio è quasi interamente affrescato da artisti ottocenteschi del calibro di Alessandro Guardassoni e Pompeo Randi. Quest’ultimo vi lavorò fra il 1856 e il 1865, completando gli affreschi di Francesco Menzocchi del secolo XVI. E’ curioso notare che Randi, che ha lavorato in tutt’Italia e in particolar modo a Trieste e in Istria, aveva eletto la propria dimora forlivese proprio di fronte la chiesa cappuccina. Staccato nel XVI secolo dalla scomparsa celletta dell’Ospedale di San Colombano in Villa Pianta, l’affresco della Madonna dei Fiori che dà il nome alla chiesa, è contenuto in un sacello collocato sull’altare maggiore. La sacra effige raffigura la Vergine seduta con il Bambino benedicente sul grembo e godette persino di un’attribuzione a Melozzo da Forlì, poi confutata. Oggi viene riferita ad un rifacimento cinquecentesco “nei modi di Francesco Menzocchi”, come ha scritto Giordano Viroli nel 1990. Nel 1932, la Madonna dei Fiori è ritornata a Santa Maria del Fiore dopo lunghe peripezie, innescate nel 1810 dalla soppressione napoleonica dei Francescani, con la vendita all’asta di tutti i loro beni, chiesa compresa. Santa Maria del Fiore è stata eretta a parrocchia nel 1940 per volontà dell’allora vescovo di Forlì monsignor Giuseppe Rolla.

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