rotate-mobile
Forlì ieri e oggi

Forlì ieri e oggi

A cura di Piero Ghetti

Quando i soldati neozelandesi avevano la base operativa nel Villino Soprani

Nel gennaio 1945, il Villino Soprani, realizzato da pochi anni su progetto razionalista di Leonida Emilio Rosetti, divenne base operativa del Comando neozelandese per lo smistamento dei propri soldati rimasti feriti sul fronte faentino nel corso dell’avanzata alleata

Parzialmente nascosto dalla vegetazione, ma sempre molto appariscente nelle linee essenziali razionaliste, il Villino Soprani, posto a Forlì tra viale Salinatore e via Bonzanino, è un grande virtuosismo architettonico griffato Leonida Emilio Rosetti. Forlivese di nascita e fra i maggiori interpreti del razionalismo funzionale, il professionista è famoso per alcuni edifici pubblici realizzati in città, come l’ex Collegio Tartagni, oggi sede della clinica privata Villa Igea.

Appartengono alla sua verve anche il restauro della chiesa dei Romiti, operato nel 1913 e il portale della chiesa di Sant’Antonio Abate Ravaldino, in corso Diaz, datato 1931. Realizzato a poca distanza dalla coeva Villa Giannelli, il Villino Soprani compare a pieno titolo nel volume di Ulisse Tramonti e Luciana Prati “La Città progettata: Forlì, Predappio, Castrocaro – Urbanistica e architettura fra le due guerre”. La genesi dell’edificio fu travagliata: il primo abbozzo progettuale, risalente al 1938, subì, infatti, le critiche di un “archistar” del calibro dell’ingegner Arnaldo Fuzzi, che lo valutò come un’eresia rispetto al neoclassicismo in voga all’epoca. Rosetti riuscì a cantierare l’edificio nel 1940, ma solo dopo aver semplificato drasticamente l’elaborato originario. Il prodotto finale risulta ben equilibrato: mancano il basamento a scarpa e le nicchie, ma Rosetti riuscì a sdoganare la torretta, una sorta di marchio di fabbrica del suo stile creativo.

Quando, il 9 novembre 1944, le forze di liberazione alleata irruppero a Forlì, lo scenario che apparve ai loro occhi fu desolante. I residenti di centro e periferia avevano preso a sfollare verso la campagna e le colline con il primo grande bombardamento sulla città, datato 19 maggio 1944. Il fuggi fuggi definitivo fu decretato dal disastroso evento del 25 agosto 1944, che colpì al cuore il centro e la stessa Piazza Saffi: alla fine si contarono 75 civili e 9 militari morti (di cui 3 tedeschi), oltre ad alcune centinaia di feriti. L’attacco militare per la presa di Forlì aveva avuto inizio alle 3 del 9 novembre 1944: “Al 6° reggimento Black Watch – attestano fonti britanniche - viene ordinato di avanzare dall’aeroporto su Forlì in direzione nord-ovest, unendosi alla 10° Brigata di Fanteria. Il primo limite è la linea della Scolo Cerchia. Alle 5.30, il 1° Royal West Kent riceve invece l’ordine di avanzare da est, fino alle Casermette”. Al fine di supportare le due spinte,  la “North Irish Horse” fu divisa in due mezzi squadroni, comandati dal maggiore RJ Griffiths MC e dal capitano H. Irwin.

“Dopo aspri combattimenti nella notte tra carri armati specie in Bussecchio – scrive nei suoi Diari il bibliotecario comunale Antonio Mambelli - le avanguardie del Quinto corpo dell’Ottava armata britannica, al comando del generale McCreery, erano prossimi alle porte Cotogni e Ravaldino. Il grosso delle truppe fa il suo ingresso in città verso le 9, venendo da via Decio Raggi”. Con l’innalzamento a nord della linea di difesa tedesca, Forlì diviene zona di retroguardia e di dislocazione logistica delle truppe. Fra dicembre e gennaio, il Villino Soprani, fresco di costruzione, assurge a base operativa del Comando neozelandese per lo smistamento dei propri soldati, rimasti feriti sul fronte faentino nel corso dell’avanzata.

Lo studioso forlivese Luca Pazzi, in un post pubblicato nel gruppo FB “Forlì… Quanti forlivesi ci sono su Facebook”, sostiene che nel villino vi fosse il dormitorio per le infermiere addette all’ospedale ospitato nella scuola posta dirimpetto: “Nel gennaio del 1945 vi erano combattimenti terribili nei dintorni di Faenza, qui arrivavano i feriti...”. Chiaro il riferimento all’attuale sede dell’Istituto d’Arte, in viale Salinatore 17, che in pieno conflitto mondiale divenne ospedale militare. Eretta a partire dal 1940 come scuola elementare dei bambini residenti nell’espansione nord orientale cittadina, la struttura era stata dedicata a Sandro Italico Mussolini, figlio del fratello Arnaldo, stroncato a soli vent’anni da una leucemia nel 1929.

113_VillinoSoprani2-OspedaleMilitare-2

113_VillinoSoprani3-ColonnaNeozelandese in PleVittoria-2

Si parla di

Quando i soldati neozelandesi avevano la base operativa nel Villino Soprani

ForlìToday è in caricamento