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Forlì ieri e oggi

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A cura di Piero Ghetti

Il palazzo dell’Enel non elettrizza più i forlivesi

Si tratta di ben 4.526 metri quadrati di cemento e mattoni destinati a terziario, che invocano a gran voce un nuovo proprietario (attualmente è in possesso di un immobiliare milanese), ma anche una ristrutturazione in grado di coniugarsi con l’adiacente rinnovato complesso museale del San Domenico.

Nella foto in bianco e nero, a firma di Edgardo Zoli, appare il lato nord di Piazza Guido da Montefeltro com’era nel 1950: si tratta del fronte degli edifici che, a partire dal 1967, sarà sostituito dal cosiddetto Palazzo dell’Enel. Quando nel 1969 si stagliò alla vista dei forlivesi, erano già in corso i lavori di “liberazione” della grande area di 20.000 metri quadrati che, sin dal 1888, era stata sede della Bonavita. L’accesso principale dell’ex fabbrica di feltri, eretta in quello che fu l’orto dei Domenicani, era nella scomparsa piazza San Domenico, il cui lato orientale era costituito dalla facciata della soppressa chiesa di San Giacomo.

Il grande e lungo fabbricato ospitante gli uffici e la direzione della storica industria, era invece collocato dirimpetto al vescovado. Se la Società Anonima Bonavita è fallita nel 1969 (gli subentra la Società per Azioni “Bonavita Industrie Feltri” con spostamento in via Meucci, a sua volta posta in liquidazione volontaria nel dicembre 1975), il vecchio stabilimento aveva già chiuso i battenti nel 1966. Questo spiega perché nel 1968 l’Amministrazione comunale, all’epoca guidata dal commissario prefettizio Emanuele Loperfido, può permettersi di deliberarne la totale demolizione. Per molti anni, il grande spiazzo così ricavato sarà utilizzato come parcheggio e saltuariamente occupato da circhi, giostre, luna park e, a metà degli anni Settanta, persino da un “Motor Show”.

Quando, nel 1969, il “nuovo” Palazzo dell’Enel, voluto dall’ente per l’energia elettrica per ospitare la sede amministrativa con gli uffici del personale, direzionali e sportelli al pubblico, si manifestò ai forlivesi, non parve così male: nonostante la mole, si trovò, infatti, nell’inaspettata condizione di andare a colmare il vuoto scenico lasciato dalla cancellazione della Bonavita. Il dibattito sulla sorte dell’ex Campo di San Domenico è salito di tono nel momento in cui è partita l’attuazione del progetto dell’architetto Maurizio Sacripanti, vincitore nel 1976 del concorso bandito dal Comune per il nuovo teatro comunale e per la sistemazione dell’area antistante.

Se l’elaborato del professionista si è concretizzato solamente nella costruzione della cosiddetta Barcaccia e del parcheggio a raso, è invece realtà la riqualificazione dell’ex complesso conventuale del San Domenico, divenuto dal 2004 uno dei più importanti contenitori artistico-culturali della Regione. Ora che l’ex convento dei Frati Predicatori è risorto con finalità espositive, sta per andare in porto anche la sistemazione di Piazza Guido da Montefeltro. E’ notizia di queste ore la conquista da parte del Comune di Forlì del Premio Urbanistica di Urbanpromo, nella categoria “Innovazioni tecnologiche per la gestione urbana”, per il progetto “Il Giardino dei Musei”. In sostanza, l’attuale parcheggio a raso sarà sostituito con una ampia piazza sistemata a verde, valorizzando l’area antistante al complesso del Museo San Domenico.

E’ chiaro che in uno scenario totalmente riqualificato, l’ex Palazzo dell’Enel, dall’alto della sua cifra architettonica così poco significativa e dismesso da almeno un decennio, non fa una bella figura. Si tratta di 4.526 metri quadrati di cemento e mattoni destinati a terziario, che invocano a gran voce un nuovo proprietario (attualmente è in possesso di un immobiliare milanese), ma anche una ristrutturazione in grado di coniugarsi con l’adiacente rinnovato complesso museale del San Domenico. Su internet (https://www.archilovers.com/projects/196722/il-bello-addormentato.html#info), a firma dell’architetto Davide Canali, è presente persino un progetto di riqualificazione. “Mantenendo inalterate le strutture portanti dell’immobile esistente – scrive il professionista - si inserisce al suo interno un albergo a 4 stelle con 36 camere doppie, una SPA all’ultimo piano ed un ristorante-bar al piano terreno, oltre ad un parcheggio interrato ed una terrazza panoramica sul tetto”. Basterà tutto questo per far ritornare il grande edificio nelle grazie dei forlivesi? Non sarà facile.

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