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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Forlì ieri e oggi

Forlì ieri e oggi

A cura di Piero Ghetti

Piazza Cavour non è sempre stata una… piazza

Con Piazza Cavour, già intitolata a Giuseppe Garibaldi e prima ancora a San Francesco, siamo nel cuore popolare dell’Urbe. Non a caso, i forlivesi la conoscono da sempre come la piazza delle Erbe o delle Ortolane. Fino al 1815 la parte nord era occupata dalla chiesa di San Francesco Grande con la leggendaria Cappella Lombardini

Con Piazza Cavour, già intitolata a Giuseppe Garibaldi, l’Eroe dei due Mondi e prima ancora a San Francesco, siamo nel cuore popolare dell’Urbe. Non a caso, i forlivesi la conoscono da sempre come la piazza delle Erbe o delle Ortolane, il luogo dove si ponevano in vendita le verdure di stagione, il prodotto del lavoro degli orti “intra muros”, occasione imperdibile per fare quatar ciàcar. Il primo rilievo storico è che Piazza Cavour non è sempre stata come appare ora: fino al 1815 la parte nord era, infatti, occupata dalla Chiesa di San Francesco Grande e dall'annesso convento. Eretta in stile romanico fra il 1250 e il 1266, era lunga 75 metri e larga 20 e aveva forma di croce latina, con la facciata rivolta a sud. Con San Mercuriale e la Cattedrale di Santa Croce, era fra i più importanti centri di culto cittadini, al punto da ospitare le sepolture di numerose famiglie forlivesi, fra cui gli Ordelaffi.

Sinibaldo, nel 1381 fece traslare qui, da Venezia, le spoglie dei genitori Francesco II Ordelaffi e Cia Ubaldini. Nel 1488, Caterina Sforza vi fece celebrare i funerali del marito Girolamo Riario, trucidato nella congiura degli Orsi, per poi trasferirne il corpo al Santuario della Beata Vergine del Piratello. San Francesco Grande è rimasta nella storia cittadina per la scomparsa Cappella Lombardini, definita come un vero gioiello. Voluta per la sepoltura del medico Bartolomeo Lombardini, che aveva curato anche Girolamo Riario e Cesare Borgia, esibiva lavori del Genga, di Francesco Menzocchi, di Marco Palmezzano, Timoteo Viti e Pietro Barilotto. Il pavimento in maiolica, definito dai cronisti “di eccezionale qualità e bellezza”, era stato realizzato fra il 1513 e il 1523 da un misterioso ceramista, tal Petrus, che alcuni autori identificano in Pietro da Bertinoro, allievo della bottega di Giacomo Taddeo a Forlì. A

llo smantellamento della chiesa, avviato dai Francescani alla fine del Settecento con l'intenzione di erigerne una nuova, i Monsignani, in qualità di eredi dei Lombardini, recuperarono il pavimento e lo depositarono a Villa Cavalli, dimora di loro proprietà posta a Santa Maria Nuova Spallicci. Successivamente, la maggior parte delle piastrelle, circa un migliaio, fu acquistata da un collezionista inglese, Charles Fortnum ed oggi è esposta al Victoria and Albert Museum di Londra. Con parte dei materiali recuperati dalla demolizione della chiesona, nel 1790 fu avviata la costruzione di San Francesco Regis, in stile neoclassico. L’invasione napoleonica pose fine ai sogni di ricostruzione dei francescani: quello che rimaneva della chiesa divenne stalla per la cavalleria, mentre le opere d'arte furono trafugate. Nel settembre 1815, il faccendiere Luigi Belli, sodale dei francesi, acquistò al pubblico incanto l’intera area confiscata agli emuli del Poverello d’Assisi, composta dall'orto, dal convento e dagli avanzi della chiesa. Raso al suolo il tutto e liberata l’area, fece costruire i due fabbricati gemelli che fiancheggiano tutt’ora il Foro Annonario (oggetto di un prossimo blog).

Adesso ci interessa approfondire la storia del Mercato delle Erbe. Fin dai tempi remoti, nella piazza San Francesco (ora Cavour) aveva luogo il mercato delle granaglie. Gli ortolani hanno dominato l’area per secoli, ponendo in vendita al dettaglio i loro prodotti nelle giornate di lunedì e venerdì, in parallelo al Mercato Extralimentare che si teneva e si tiene tutt’ora in piazza Saffi e negli assi viari limitrofi. “Negli anni Settanta – scrive l’indimenticabile Gilberto Giorgetti in “E Borg dal Sarach” di Almanacco Editore – in piazza Cavour sono stati rimessi i tigli, simili a quelli che furono tagliati durante i freddi inverni della seconda guerra mondiale”. Divenuta negli ultimi anni parcheggio per auto, la popolare piazza delle Erbe si sta trasformando in polo gastronomico, con un’ampia scelta di locali e piatti per tutti i gusti e le tasche, che a breve dovrebbe estendersi anche al vicino Mercato alimentare, nell’ottica della sua definitiva riqualificazione intrapresa dall’Amministrazione Comunale. 

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