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Forlì ieri e oggi

Forlì ieri e oggi

A cura di Piero Ghetti

Anche Forlì ha avuto una Stazione Centrale

L’arrivo della ferrovia a Forlì nel 1861, sconvolse letteralmente la vita della città, che all’epoca contava 37.000 abitanti

Anche Forlì ha avuto una Stazione Centrale. Così almeno risulta da un’affascinante cartolina dei primi del Novecento, che documenta l’importanza della ferrovia per la realtà produttiva forlivese, ancora tenacemente legata alla terra e ai suoi frutti. La Vecchia Stazione di via Monte Santo, già via IX Febbraio e prima ancora della Stazione, è stata costruita subito dopo l’Unità d’Italia. “L’arrivo del treno a Forlì nel 1861 – dichiara Elio Leoni, consigliere del Circolo territoriale D.L.F. (Dopolavoro Ferroviario) locale e curatore della mostra sui 90 anni della Nuova Stazione, allestita con successo nell’autunno scorso nei locali del Palazzo ex Gil, in viale della Libertà - sconvolse letteralmente la vita della città, che all’epoca contava 37.000 abitanti. Se fino a poco tempo prima, le persone calcolavano in giorni il tempo per raggiungere località distanti neppure cento chilometri, da quel momento si cominciò a ragionare in ore”. Ancora più importante fu l’influenza sul trasporto merci, consentendo ai produttori locali di commerciare con maggiore tempestività. “La vecchia stazione – si legge nella pubblicazione di Luciano Guerri “La Nuova Stazione di Forlì, dall’inaugurazione ad oggi”, edita nel 1998 dal D.L.F. di Forlì col patrocinio del Comune – era stata costruita su un progetto del 1857 della Società Pio Centrale, appositamente costituita e incaricata dall’ancora integro Stato Pontificio, di realizzare una linea ferroviaria da Bologna ad Ancona”. L’impianto entrò in funzione il 15 ottobre del 1861 e si dimostrò subito essenziale allo sviluppo della città e della Romagna. Lo stesso traffico dei convogli sull’unico binario esistente crebbe a tal punto, da indurre il Governo Sabaudo, subentrato allo Stato temporale della Chiesa, a cominciare a studiare il raddoppio della linea.

Si fa in tempo ad arrivare al Novecento: se il nuovo tronco Faenza-Forlì fu inaugurato il 28 febbraio 1910, l’altro asse Forlì-Forlimpopoli arrivò circa sei mesi più tardi. Anche la stazione si era rivelata inadeguata: “Il vecchio fabbricato viaggiatori – continua Guerri – venne ampliato e modificato nel 1912, ma ciò non risolse i problemi sopravvenuti”. Le carenze maggiori emergevano soprattutto dal sistema di carico e scarico merci. L’anno seguente, precisamente il 29 agosto, il Consiglio di Amministrazione delle Regie Ferrovie approvò il nuovo Piano Regolatore, che prescriveva l’ammodernamento e la sistemazione generale della Stazione di Forlì. “La delibera autorizzò, altresì, l’esproprio delle superfici necessarie per la costruzione di un nuovo scalo merci a piccola velocità, del quale nel 1914 fu iniziata la realizzazione in un’area ricavata nel vecchio Foro Boario, nella zona dove, a partire dal 1926, saranno costruiti gli stabilimenti della Mangelli”. Il cantiere fu sospeso nel 1915 a causa dell’entrata dell’Italia nel primo conflitto mondiale. Riaprì nel 1921, ma senza consentire il completamento del progetto. Si era fatto comunque in tempo a realizzare i nuovi raccordi dalla ferrovia principale, in altre parole i tratti di binario che consentivano la consegna e/o il ritiro dei veicoli ferroviari all’interno dei piazzali delle nuove aziende industriali, sorte a Forlì dagli ultimi decenni del XIX secolo.

Fra le imprese più conosciute che fruirono del servizio vanno ricordate Bartoletti, Becchi, Benini, Eridania, Forlanini e Mangelli. Nonostante gli ampliamenti e i miglioramenti, la Vecchia Stazione di Forlì apparve del tutto insufficiente a reggere il movimento passeggeri e merci di una città che nel 1921 contava 55.000 abitanti e che dall’anno successivo sarebbe divenuta “Il Cittadone”, capoluogo della provincia natale del Capo del Governo fascista Benito Mussolini. E’ interessante notare che, di là dall’enfasi di regime, la necessità di un nuovo impianto derivava anche dalla previsione, emersa sin dal 1876 ma finora caduta nel nulla, di unire Forlì e Ravenna con una linea ferroviaria vera e propria, in sostituzione del Tramway che, seppur lentamente, ha fatto il suo umile servizio sino al 1930. La Nuova Stazione della città sarà inaugurata il 30 ottobre 1927 dallo stesso “premier”: il Duce giunse a Forlì, ovviamente in treno, approdando al misterioso binario 4 oggi scomparso (damnatio memoriae?) con puntualità tipicamente fascista.

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