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Il Foro di Livio

Il Foro di Livio

A cura di Umberto Pasqui

Dopo 170 anni, l'ultima nota

Nel 1944, la torre civica minata dai tedeschi in ritirata cadde rovinando sul Teatro Comunale. Qualche mese prima si era conclusa l'ultima stagione con "Il Barbiere di Siviglia".

Il sipario del Teatro calò per sempre il 26 marzo 1944. Ormai la situazione bellica si era trasformata in una tragedia per tutti e l'ultimo spettacolo fu decisamente lontano dai fasti degli anni precedenti. Il Barbiere di Siviglia fu il titolo estremo del Teatro Comunale di Forlì. Tra gli interpreti: Giuseppe Valdengo (Figaro), Magda Piccarolo (Rosina), Giovanni Pullini (il Conte d'Almaviva). Il pubblico accolse con favore e numeroso l'ultimo spettacolo ma il clima era ben diverso rispetto ai “bei tempi”, quasi presagendo la fine: la città era quasi deserta per lo sfollamento, la maggior parte degli uomini stava sotto le armi. Così in sala si vedevano per lo più soldati e graduati di stanza in città, ascoltatori (forse) meno appassionati e sicuramente meno romagnoli. A fine serata, la brillante commedia rossiniana dell'inutile precauzione, così in contrasto con la tragedia fuori dal Teatro, sembrò portare la tragedia dentro il Teatro. Forse gli spettatori avvertivano i “colpi di cannone” dell'aria della calunnia immedesimandosi in un arduo presente. Circa sette mesi dopo, di tanti anni di storia sarebbe rimasta polvere. Nella notte tra l'8 e il 9 novembre 1944, un quarto d'ora prima delle due, un fragore nelle tenebre segnò la definitiva calata del sipario. Cadde la torre civica, rovinando sul Teatro.

Questa doveva essere l'atmosfera di quei momenti pregni d'angoscia: “Stasera alle nove mi sono svegliata sentendo tutti parlare: era la campana della torre che aveva destata la meraviglia di tutti. L'ho sentita anch'io. Pareva molto lontana poi ha ripreso più forte e dopo un po' una terza suonatina. Nessuno sapeva spiegarsi cosa fosse: ci sono gli inglesi in città? Magari avessero fatto così senza colpo ferire. Ma questo sembrava impossibile. O i tedeschi li hanno ricacciati? O ha iniziato la V2? Nessuno sapeva niente. Mio babbo ha detto che forse i tedeschi erano ubriachi e si sono divertiti un po'”. Tempo qualche ora e quel suono non sarebbe stato più avvertito: un grosso boato e la torre civica franò sul Teatro, rendendolo irrecuperabile. Da questi appunti tratti da un diario inedito è reso evidente il “canto del cigno” della torre civica (che poi sarà ricostruita negli anni Settanta dov'era ma non proprio com'era) e del Teatro. Quest'ultimo lasciò la vasta lacuna che occupa buona parte di piazza della Misura. I tedeschi forse si saranno divertiti, nonostante l'ineluttabile ritirata, a minare la torre: complessivamente c'è chi sostiene che la Seconda guerra mondiale a Forlì ha danneggiato il 60% degli edifici, molto spesso ricostruiti poi con gusto che, se allora sembrava moderno e necessitato, ora pare in molti casi sgraziato.

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