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Il Foro di Livio

Il Foro di Livio

A cura di Umberto Pasqui

Forlì e gli enigmi di carta

Forse non tutti sanno che... Qui nacque l'enigmistica cartacea. La rivista "Penombra" iniziò la sua pubblicazione nel 1920. Come si giocava con le parole?

Qualcuno sarà sotto l’ombrellone a risolvere complicati cruciverba. Ebbene, si può dire che l’enigmistica moderna nacque a Forlì. Un diciannovenne forlivese, nel gennaio del 1920 avviò una rivista che ancora esiste, colma di enigmi intricati, raffinati versi crittografici, comunicazioni in tono colto e ironico, con un equilibrio tra i registri decisamente peculiare. Il ragazzo fondatore si chiamava Eolo Camporesi ma sul periodico si cela quasi sempre sotto lo pseudonimo Cameo. Il mensile prende il nome un po’ crepuscolare un po’ decadentista di “Penombra” in quanto il contenuto non è completamente alla luce del sole ma dev’essere scoperto, identificato, risolto. Si tratta, infatti, di una rivista di enigmistica. O, come si diceva allora, enimmistica. Probabilmente è la prima rivista simile in Italia, maggiormente antica della più celebre “Settimana” e dedicata a un pubblico più esigente. Almeno nei fascicoli degli anni Venti, infatti, non si notano cruciverba (esistevano già, ma le "parole crociate" in Italia hanno diffusione capillare solo dalla fine degli anni Venti), solo complessi giochi di parole che prendono a via a via il nome di sciarada incatenata, anagramma a scarto successivo, monoverbo, amputazione, falso diminutivo, rebus crittografico, losanga sillabica, frase bifronte. E continuare con gli esempi sarebbe ridondante. Pubblicato presso lo stabilimento tipografico Rosetti con una veste aggraziata secondo il gusto del tempo, reca pagine ricche di enigmi di difficile soluzione scanditi in diverse rubriche: Fiat lux, Et lux facta est, Lucciole per lanterne, Raggi d’oro, Fuochi di fila contrassegnate dagli eleganti fregi di Pio Rossi. Si descrive un modo raffinato di lambiccarsi nel tempo libero, sarcasmo e ironia spiccano qua e là. 

Come ci si dilettava, nell'enigmistica, nelle estati forlivesi anni Venti? Giusto per fare un esempio dei giochi e degli innumerevoli e ostici enimmi proposti dalla rivista (molti dei quali, anche se risolti nel numero successivo, restano oscuri) se ne cita qualcuno: questo è un “Cambio d’iniziale”. Ha un titolo: “Flusso e riflusso” e prevede due parole che abbiano tutte le lettere uguali eccetto la prima, dedotte dal senso del testo che qui si copia:

Ciascuno s’inchinava al tuo volere;
la fama era per te, per te l’onore,
s’offuscava ogni gloria al tuo valore;
tremavan tutti innanzi al tuo potere;
ma fosti un giorno, per voler del fato,
di beni privo, solo e abbandonato!

Ah! non ti affligga l’inumana sorte!
Il mondo, lo sai pure, è fatto a scale:
v’è quegli che le scende e v’è chi sale
e la vita s’alterna con la morte.
Del tolto ben non resterai privato
e come un dì ritornerai beato!

La soluzione? Destituzione / restituzione.

Il prossimo gioco si chiama “Frasi doppie”. Il titolo è “Italiani, visitate la Tripolitania!”. E segue un testo in cui alcune parti sono contrassegnate da segni strani al posto delle lettere, saranno queste le frasi (anagrammate) da decifrare:

Quanto sia lungo, gelido, tedioso
l’ooooooo, oo oo! Lo trovo ooooo oooooo!
Tutto è grigiore HHHH HHHHH H’HHH
luce festante fino a tarda sera!
000 00000 la noia e il tetro umore,
colui che va dove la palma è in fiore!
Ridente, bello, il suol d’amor c’invita,
là, HHH’ H HHHHHHHHH, 0000, 0000!

Soluzione: Inverno, io so – inver noioso (le frasi coperte da o)
Dove prima v’era – dov’è primavera (le frasi coperte da H)
Sol evita – sole vita (le frasi coperte da 0).

Meno impossibile pare risolvere (benché senza alcun'ulteriore indicazione) il cosiddetto "Enimma storico":

Di lotte e stragi imperador possente
tra immensi io scorgo orribili perigli;
e un popolo in rivolto ebbro e furente
di sangue i campi fa inondar vermigli;
Scuote furia infernal la pace ardente
di lunga guerra, e arrota i crudi artigli,
e sgozza, al cupo urlar d’inno fremente,
l’imperator con la consorte e i figli.
Le regie spoglie io cerco… e più non sono!
Invan le cerco su lontana terra
oppur non lungi dal disfatto trono.
Dove son? Chiedo a voi, turbe rapaci,
che ne l’orgia affogaste d’empia guerra
“Ahi vendetta di Dio, perché pur giaci?”.

Non è difficilissima, in questo caso, la soluzione: è “Zar delle Russie”. 

Non saranno riportate per ragione di spazio le curiose losanghe sillabiche (a una serenata si sovrappone un rombo di segni misteriosi corrispondenti a lettere, ogni verso della serenata svela un indizio per comporre la losanga). Mentre si può citare uno dei terribili monoverbi, delizia per enigmisti provetti. Per esempio:

STOS

Ha come soluzione: "Trasfigurato". Perché? Per una questione crittografica, cioè "Tra S, figura TO", cioè "tra le due S, iniziale e finale, c'è TO". 

E questi erano solo i più semplici. Tutti gli autori dei giochi cervellotici si celano sotto uno pseudonimo. A partire da Cameo, Eolo Camporesi che, nel primo numero, ci tiene a mettere subito in chiaro che l’intento della rivista è la pertinace volontà di far bene e far meglio ma larghe promesse non ne facciamo. Camporesi, medico al fianco di Sante Solieri, fu poi un valente ostetrico. Risolse oltre duemila parti difficili (oltre agli enigmi), s’impegnò nella ricerca farmacologica e fu anche un uomo di teatro. Insomma, si ha a che fare con un personaggio poliedrico. Fin dall’adolescenza era attratto dalle crittografie, dalle sciarade, dai rebus e guiderà "Penombra" per mezzo secolo. Morrà nel 1973 a 82 anni dopo aver organizzato pure convegni enigmistici prestigiosi. 
Tra gli altri pseudonimi si leggono: Adamo, Bajardo, Zelka, Marin Faliero, Nestore, Boccaccio, Garisendo, Bice del Balzo, Aristarco, Il Duca Borso… Nel numero di febbraio 1923, la redazione della rivista (con sede in via Aurelio Saffi, 2), si battezza sorridendo Corte Penombrina, emanando dei decreti in nome di S.M. Cameo I per grazia di Dio e volontà della Nazione Re di Penombra ove si precisa che i lavori modificati e ritenuti pubblicabili saranno passati alla stampa; gli altri al cestino

L’entusiasmo per gli enigmi fa sì che sempre più persone collaborino alla rivista che così assurge a una popolarità nazionale. S’indicono concorsi, si mettono in palio premi quali, per esempio: marmellata al cioccolato della ditta “La Forlivese” a chi indovina la paternità dei giochi e la cassetta penombrina destinata agli abbonati. Il suo fondatore, Cameo, condusse "Penombra" fino al 1970, allorché la consegnò nelle mani di Favolino. La rivista esiste tutt’ora, trasferitasi da tempo a Roma, compirà a breve novant’anni attestandosi il più longevo periodico di enigmi

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