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Il Foro di Livio

Il Foro di Livio

A cura di Umberto Pasqui

IL FORO DI LIVIO - Se la luna è in Capricorno

Le sere estive sono un'occasione per ammirare il Firmamento. "E quindi uscimmo a riveder le stelle": con queste parole Dante esce dal "suo" Inferno. Mentre un forlivese ci rimane: Guido Bonatti. Personaggio sfuggente, come remoto resta il suo Duecento, è tuttavia degno di una riscoperta perché si parla del più autorevole trattatista di astrologia del Medioevo italiano.

C'è ancora chi fa confusione tra astronomia e astrologia, mentre un tempo erano considerate pressoché la stessa cosa, come l'alchimia e la chimica. Di allora è Guido Bonatti, nato e morto a Forlì nel Duecento.

Il passato remoto non permette di compilare una sua carta d'identità con certezza. Alcuni episodi, invece, appartengono alla storia. Essendo tuttavia un astrologo, la storia sfuma nella leggenda e di quel signore pacioso, ritratto in un'effigie postuma con barba e cappello, come un filosofo o un Babbo Natale serio e pensoso, poco si sa ma è evidente che fosse sulla bocca di tutti.
Fu al seguito di alcuni signori come Guido Novello da Polenta, Ezzelino da Romano, Guido da Montefeltro. Da buon ghibellino, fu vicino a Federico II.

Il suo sapere fu al servizio, oltre che di Forlì, anche di Firenze e Siena. La quasi totalità dei suoi studi, delle sue previsioni, delle sue divinazioni hanno come ambientazione il suo laboratorio collocato nella cella campanaria della torre di San Mercuriale che ancora oggi fa ombra a piazza Saffi.

Proprio da Forlì avrebbe letto nelle stelle una congiura ai danni di Federico II che, avvertito, si salvò.
Nel 1257 se la prese col “tiranno” Simone Mastaguerra, incitando i forlivesi a togliersi di torno quel signorotto tanto ambizioso e controverso. Si sa che fu presente anche a Bologna, invitato dall'Università a insegnare le sue scoperte. A più riprese cercò, non sempre con successo, di sostenere la scientificità dell'astrologia attraverso dispute con teologi e prelati di gran fama.
Nel fatidico 1282, Bonatti è consigliere e medico personale di Guido da Montefeltro, nonché astrologo dedito all'osservazione dei fenomeni celesti dal suo laboratorio.
Sarebbe stato lui a “sbloccare” il lungo assedio dei franceschi mandati dal Papa Martino IV, insofferente dei forlivesi, unica gente ancora a lui insubordinata.
Dall'alto del campanile guidò (con l'altro Guido, a terra) la resistenza cittadina contro l'agguerrito esercito francese. C'è chi sostiene che avrebbe predetto il proprio ferimento durante l'assedio, cosa che si avverò. Più che altro individua la data giusta per la vittoria: il 1° maggio. Bonatti, infatti, avrebbe letto nelle stelle la possibilità di una mossa favorevole: a Calendimaggio la Luna sarebbe stata in Capricorno “con la freccia innanzi”. E il Capricorno è il segno zodiacale proprio della città di Forlì. In qualunque modo la si pensi, i forlivesi vincono, facendo dei francesi sanguinoso mucchio e la città continuò ad essere per qualche mese l'ultima roccaforte ghibellina italiana.

Poi torna inghiottito tra le pieghe oscure della storia: finisce la vita in monastero? Si è pentito delle sue “ghibellinerie”? Ha mai esercitato riti magici?
Intanto, senza porsi troppi scrupoli, Dante lo pone all'Inferno tra gli indovini.
Indubbiamente fu un personaggio, un personaggio di rilievo (ha lasciato diversi trattati), affabile e affabulatore, avrebbe scoperto settecento stelle mai conosciute prima.

Chiaro nell'esposizione, benché discettasse di “massimi sistemi”, è riconosciuto essere il più autorevole trattatista di astrologia del Medioevo italiano.
In uno dei suoi testi, espone precise istruzioni per scegliere nella maniera più opportuna dove dovrà sorgere una città, un castello, una rocca, una chiesa. Si lancia in previsioni su come andranno le istituzioni del suo tempo, tratta di medicina astrologica dettagliando influssi negativi e positivi nella cura dei malanni. Dai corposi ma chiari trattati vennero scritti manuali che si diffusero con successo.

Ora, Forlì, città che non ha mai abbandonato la sua astrofilia, potrebbe dedicare qualcosa d'importante a questo singolare personaggio. Dalle nostre latitudini, il Capricorno è visibile nel cielo serale da metà estate a metà autunno come un debole triangolo basso sull'orizzonte che, per la fantasia degli antichi, rappresenta un animale simile a un pesce - capra. 

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