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Mollo tutto e vado via

Mollo tutto e vado via

A cura di Michelangelo Pasini

Non esiste viaggio senza condivisione con le persone che ami

Pensieri sparsi su quanto è importante condividere con altri la magia del viaggio... con un pizzico di invidia per i viaggiatori solitari.

Scrivo queste righe in un'umida notte indiana: fuori i monsoni riversano acqua a catinelle e la stanza dove dormo non riesce a rinfrescarsi perché la corrente salta in continuazione. Di conseguenza né ventilatore né aria condizionata possono niente contro le temperature del Tamil Nadu in Agosto.

Dicendo dormo parlo al singolare perché Elisa ieri è volata in Sri Lanka, per quindici giorni di mare e relax con un'amica. La raggiungerò fra due settimane, dopo quello che si prospetta come un esaltante tour del sud dell'India che farò con alcuni amici che mi vengono a trovare.

Questa notte è contemporaneamente la più bella e la più triste di quelle trascorse da quando siamo partiti. La più triste perché dopo aver passato quasi cinque mesi 24 ore su 24 con Elisa non è facile staccarsi; la più bella perché da domani sarò con Riccardo, Alessandro e Marco, che in India non ci sono mai stati.

E allora direte voi?

Sarò il loro cicerone, la loro guida e il loro tour operator, tutto ovviamente con il più grande spirito di amicizia che si possa immaginare. Condividerò con qualcuno quanto è potente, stressante e indimenticabile l'India. Perché per me il viaggio ruota tutto attorno alla condivisione.

L'ho scoperto qualche anno fa quando per lavoro sono andato diverse volte in Russia, innamorandomi perdutamente di quel capolavoro di città che è San Pietroburgo. Ad ogni trasferta rimanevo qualche giorno in più per girarla in lungo e in largo, mentre la sera, tornato in albergo, inviavo foto e resoconti ad Elisa che intanto mi aspettava a casa. Mi rendevo conto che per quanto fossi esaltato da quelle giornate tra Ermitage e Chiesa del Salvatore sul Sangue Versato, mancava qualcosa. San Pietroburgo è stupenda, ma senza la possibilità di parlarne, girarla, fotografarla con la persona con cui ho sempre viaggiato era comunque insipida. Dal quel momento ho scoperto quanto sia importante per me condividere il viaggio, con Elisa, certo, ma anche con altre persone a me vicine.
Alla domanda: hai visitato San Pietroburgo? fatico a rispondere sì in maniera convinta. Perché associo così tanto il viaggio alla presenza di Elisa (d'altronde sono 13 anni che viaggiamo in lungo e in largo insieme) che vedere una città senza confrontarmi, parlarne e emozionarmi con lei è davvero limitante.

Invidio e guardo con curiosità i viaggiatori solitari. Hanno una forza che senza ombra di dubbio mi manca. Ma dall'altra parte per me ogni chiesa, monumento o tempio hanno un sapore diverso senza qualcuno con cui condividerne la visita. Il viaggio è prima di tutto un'esperienza, che non credo di essere capace di fare da solo. E non è solo una questione di capacità. Mi chiedo quanto valga la pena restare a bocca aperta davanti ad un paesaggio senza qualcuno che si emozioni con te.
Forse tutto questo ha davvero a che fare con la passione viscerale che sia io che Elisa abbiamo per la scoperta: parliamo in continuazione di quanto sarebbe bello se in un determinato momento ci fosse questo o quest'altro amico.
Quando mangiamo in un ristorante particolarmente interessante vorremmo che al nostro fianco ci fosse Andrea, per dividere qualche piatto con lui.
Quando alcuni riti religiosi ci colpiscono per teatralità e potenza vorremmo che Giacomo stesse viaggiando insieme a noi.
Durante i pomeriggi assolati su una spiaggia sabbiosa dal mare cristallino pensiamo a  Veronica che, previdente, se fosse stata con noi si sarebbe sicuramente portata ombrellone e sandaletti di gomma.
Non è però solo questione di divertimento e piacere: il viaggio ha una forte valenza sociale e politica. Oggi più di qualche decina di anni fa. Ed è per questo che vorremmo condividere il più possibile il nostro vagabondare tra templi, chiese e moschee, incontrando persone di ogni razza, provenienza e religione, con quanti credono ancora che esistano differenze così sostanziali tra le persone.

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