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Cronaca Predappio

Auschwitzland, decreto di condanna per discriminazione razziale a Ticchi. Lei: "Chiederò il processo"

Lo sottolinea "Patria indipendente", il quindicinale dell'Associazione nazionale partigiani italiani

La Procura della Repubblica di Forlì ha chiuso l'indagine sulla famigerata maglietta "Auschwitzland", indossata da Selene Ticchi lo scorso 28 ottobre a Predappio, in occasione della commemorazione della Marcia su Roma. La vicenda fece scoppiare un caso nazionale sulla manifestazione filofascista, una delle tre che ogni anno si tiene a Predappio, città natale del Duce, assieme alla celebrazione della nascita e della morte di Benito Mussolini. All'inizio del mese di febbraio il pm Francesca Rago ha riconosciuto in quella maglietta una "manifestazione esteriore di intolleranza razziale in quanto raffigurante il campo di sterminio di Auschwitz, simbolo universale del genocidio degli ebrei" come se fosse una sorta di Disneyland, cioè un parco divertimenti. La maglietta col suffisso "land" e con i caretteri tipici della Disney avvicinava i due concetti in modo irriguardoso.  

In questa maglietta, la Procura di Forlì ha ravvisato quindi la violazione dell'articolo 2 della legge 205 del 1993 contro le discriminazioni razziali in quanto ha rappresentato l'ostentazione di emblemi e simboli dei movimenti che incitano alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi (Legge Mancino). L'ostentazione è documentata, secondo l'accusa, nel suo utilizzo nel corso di interviste e fotografie scattate da giornalisti di testate locali, nazionali e da riprese girate una troupe televisiva spagnola.

Il pm Francesca Rago ha quindi chiesto al gip l'emissione di un decreto penale di condanna. Si tratta di un rito alternativo che prevede una condanna che viene comminata senza processo e contro cui l'indagato ha la possibilità di ricorrere entro 15 giorni, per chiedere di essere processato. Il gip Monica Galassi, lo scorso 15 febbraio, ha accolto la richiesta della Procura di una condanna a 4 mesi di reclusione, convertita in 9.050 euro di multa. Contro Selene Ticchi ci sono ben 23 soggetti indicati come parti offese, tra associazioni della memoria della Shoah a rappresentanze dei reduci delle deportazioni, oltre che di privati cittadini da Trento fino a Trapani.

L'Anpi canta vittoria

Secondo quanto riportato dall'agenzia Dire, a rendere noto il decreto penale di condanna nei confronti di Selene Ticchi è stata l'Anpi,secondo cui la magistratura "ha dato ragione all'Anpi" sulla famosa maglietta "Auschwitzland", indossata dalla donna il 28 ottobre scorso a Predappio, in occasione dell'anniversario della Marcia su Roma. Lo sottolinea "Patria indipendente", il quindicinale dell'Associazione nazionale partigiani italiani, ricordando che, dopo la manifestazione in provincia di Forli', "la foto della signora Ticchi e della sua maglietta, e' girata vorticosamente sui media creando ovviamente sdegno, disgusto, repulsione ed emozioni analoghe".

La signora, si lesse allora sulla stampa, era "militante di Forza Nuova e gia' vicina al Movimento per la sovranita' di Storace e Alemanno- prosegue Patria indipendente -. Denunciata per l'orrida maglietta da tanti cittadini ed associazioni, fra cui l'Anpi nazionale, e' stata sottoposta al decreto penale di condanna". Si tratta dunque "di una sentenza che da' ragione all'Anpi nazionale e a tutti coloro che hanno denunciato il reato, una sentenza che rispetta le leggi vigenti, a cominciare dalla legge Mancino, e rispetta la XII Disposizione finale della Costituzione che vieta la ricostituzione sotto qualsiasi forma del disciolto partito fascista".

La replica

"A me non è stato notificato nulla", ha commentato a BolognaToday la diretta interessata. E aggiunge: "Come fanno a saperlo se io non ho ricevuto nulla?". L'atto è sarebbe stato già notificato al difensore d'ufficio. Continua Ticchi: "Venerdì sarò a Forlì per motivi di lavoro, andrò anche a informarmi, ma dico sin da ora che farò opposizione perchè voglio essere processata". Del resto lo aveva detto sin da subito: "Non vedo l'ora di andare in udienza e ci andrò a testa alta. La sentenza della Cassazione di febbraio parla chiaro - dice Ticchi a Bologna Today - neanche il saluto romano è reato, men che meno ho istigato all'odio razziale, non sono andata a Predappio con un cartello contro gli ebrei". 

"Mi sono informata, neanche la Disney può citarmi perché il font è libero, solo la scritta Walt Disney è coperta da copyright", continua Ticchi. Ma la t-shirt non è una novità: "A me l'hanno regalata, ma è in vendita su Google, un tifoso serbo della Stella Rossa qualche anno fa la indossava e la foto gira tranquillamente in rete".

Da dove viene Auschwitzland?

La parola "Auschwitzland", spiega Ticchi a BolognaToday "è stata coniata dal professore dell'università di Bristol, Tim Cole, che nel suo libro 'Selling the holocaust' ha cercato di analizzare come su questa tragedia si è anche guadagnato, con caffetterie, musei virtuali e addirittura parchi tematici". Gli insulti sono stati parecchi, tanto che Ticchi era stata costretta a chiudere per un periodo il suo profilo Facebook: "Non mi interessano gli insulti personali, ma le minacce anche alla mia famiglia, a mia madre, cosa c'entrano? Prendetevela con me".

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