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Cronaca

Ha dipinto murales per i divi del cinema: il forlivese Davide Rodoquino ha conquistato la Grande Mela

C’è anche Davide Rodoquino fra gli artisti selezionati dalla galleria virtuale BuzzArt di Seoul, che promuove in concomitanza con l'Unesco vari artisti nel mondo tramite l'associazione Creative Cities Network

Nel giorno di Franco Vignazia e dell’inaugurazione del grande ciclo pittorico “La storia della salvezza” realizzato a Forlì, nella chiesa di San Giuseppe Artigiano, spicca un altro “muralista” romagnolo che si è fatto largo a suon di qualità: Davide Rodoquino. Nato nel 1964 a Forlì, ma cesenate d’adozione, l’artista è rientrato da poco in Italia dopo 15 anni di attività negli Stati Uniti, prima a Washington e poi a New York. Nella Grande Mela, Rodoquino ha lavorato come decoratore di interni, sia in abitazioni private che in luoghi pubblici. "Negli States - dichiara - è molto diffuso chiamare artisti nelle abitazioni, in locali o alberghi, per arricchire pareti, soffitti, vani e quant’altro".

Davide ha dipinto a Broadway come nel Queens, per divi del cinema o imprenditori della ristorazione, ma anche per comuni mortali. Le opere pubbliche più importanti eseguite su parete, sono tutt’ora visibili nel celeberrimo “Da Marino Restaurant”, dove ha lavorato tra il 2004 ed il 2005. "Il locale - precisa Rodoquino, diplomato all’Accademia di Belle Arti di Ravenna nel 1987 e aderente alla corrente dell’impressionismo francese - si trova sulla 49esima strada vicinissimo a Times Square, nel cuore di Broadway, che è la zona dei teatri e dei musical. Essendo frequentato da gente del mondo dello spettacolo, ho avuto l'opportunità di conoscere parecchie persone e anche qualche divo".

Davide Rodoquino e i murales dell’altro mondo

Una di queste celebrità, che gli ha fatto esplicitamente i complimenti per la sua maestria, è Charles Kipps. "Caro Davide - scrive su ‘facebook’il famoso scrittore e giallista, sceneggiatore e produttore di serial trasmessi in tutto il mondo, come il Tenente Colombo, ma anche paroliere per stelle musicali del calibro di Aretha Franklin – i tuoi murales da De Marino evocano la magia dell’Italia e infondono questo spirito in tutti gli ospiti. Quando vedo quelle pitture non mi sembra neanche di essere a Manhattan".

Un altro importante lavoro è quello eseguito per la ristrutturazione del salone delle feste del Peter Cardella Senior Citizen Center, sempre a New York ma nel Queens, in occasione della festa del Ringraziamento (Thanksgiving) del 2011: "Si tratta - ricorda l’artista - di uno dei più grandi club newyorkesi per la sua categoria. Quel giorno intervenne l'ex sindaco Michael Bloomberg, assieme ad altri personaggi tra cui l'attrice Kathleen Turner".

L’ultima “personale” di Rodoquino si è tenuta nel 2018 al ristorante “Luis” a Collinello di Bertinoro. La prima sensazione di chi entrava nel locale, tappezzato di opere dell’artista, a cominciare dall’imponente acrilico su tela (180 x 340 centimetri) raffigurante una veduta della Grande Mela, era di trovarsi veramente nel luogo ritratto, tanto è scenografica ed immediata la sua tecnica: il cesenate lavora principalmente con acrilici, sia su tela che su parete a mo’ di affresco.

L’artista è solito preparare la superficie sottostante la pittura, in modo tale da far risaltare l'aspetto brillante ed opaco dei colori. "Ammetto di essere ancora poco conosciuto in Italia, ma è anche perché l’arte decorativa da noi non è diffusa come negli States o nel nord Europa. Spesso l’Occidente importa mode anche bizzarre da oltre Atlantico: questo nel caso dei murales non è avvenuto". Rodoquino non sarà ancora profeta in patria, ma figura fra i pittori selezionati dalla prestigiosa galleria d’arte virtuale BuzzArt di Seoul, che promuove, in concomitanza con l’Unesco, vari artisti nel mondo tramite l'associazione Creative Cities Network. 

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