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Cronaca

Carmine in festa per la solennità della Beata Vergine

La chiesa attuale, il più antico luogo di culto carmelitano di Romagna e Marche, è stata radicalmente rifatta nel 1735 su disegno di fra Giuseppe Merenda. 

Domenica nella secolare chiesa di corso Mazzini ritorna la festa della Madonna del Carmine, una delle solennità mariane più sentite nella tradizione locale. Per il terzo anno consecutivo l’evento è organizzato da don Enrico Casadio: spetta, infatti, al parroco di San Mercuriale la cura del Carmine, dopo la partenza nel settembre 2015 di padre Nazareno Mauri, l’ultimo religioso carmelitano residente a Forlì. Domenica, alla recita delle lodi programmata per le 8 seguiranno, alle 8.30, la liturgia eucaristica officiata dallo stesso don Enrico e alle 11.15 la santa messa episcopale, la prima presieduta dal nuovo vescovo di Forlì-Bertinoro monsignor Livio Corazza, con il rinnovo dei voti del Terz’ordine carmelitano e la supplica alla Beata Vergine del Carmelo. La preghiera continua alle 18.30 con la recita dei secondi vespri e la messa delle 19 presieduta da don Guy Kone, il sacerdote ivoriano viceparroco di San Mercuriale. Alle 20 circa seguirà la solenne processione con la statua della Vergine, che uscirà su corso Mazzini con direzione incrocio con viale Vittorio Veneto e ritorno. Al termine, la comunità di San Mercuriale proporrà un rinfresco sul sagrato del Carmine aperto a tutti, offerto dal Caffè Tinto.

Alle 17.30 di sabato, vigilia della festa, don Mauro Petrini, parroco di Meldola e biblista, presenta il libro “Paolo, apostolo e martire”, di cui è autore padre Nazareno Mauri. Alle 18.30 celebrazione della messa per gli ammalati con la partecipazione di Unitalsi e Centro volontari della sofferenza. Da mezzogiorno del 15 luglio a tutto il 16 è possibile ottenere l’indulgenza plenaria alle condizioni indicate dalla Chiesa (confessione e comunione entro 15 giorni, recita del Credo e preghiera secondo le intenzioni del Papa). Alle 18.30 di lunedì, santa messa per i benefattori e zelatori del culto mariano. La devozione alla Madonna del Carmine è legata alle origini dell’ordine, nato sul monte Carmelo in Terra Santa nel XIII secolo. La festa fu invece istituita in Inghilterra alla fine del XIV secolo. Nel 1609 fu estesa alle comunità dei Carmelitani e nel 1726 a tutta la Chiesa per volere di papa Benedetto XIII. La data del 16 luglio è legata al ricordo delle apparizioni della Madonna al carmelitano San Simone Stock, che ricevette il dono dello scapolare, due piccole immagini in stoffa della Beata Vergine, unite da un filo, che vengono poste sulle spalle del fedele. Se il 2015 è rimasto nelle cronache come l’anno della partenza da Forlì dei Carmelitani, il loro arrivo risale al 27 agosto 1347, data di fondazione della chiesa dell’Annunziata e del convento: tal Peppo di Orebono, anche a nome della moglie Caterina, fece dono ai religiosi di un terreno con casa “in vinea abbatis”, la vigna dell’abate di San Mercuriale. Il nucleo originario di 12 frati elesse come primo superiore il bolognese fra Cambio. La chiesa attuale, il più antico luogo di culto carmelitano di Romagna e Marche, è stata radicalmente rifatta nel 1735 su disegno di fra Giuseppe Merenda. 

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