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Altre grandinate, questa volta in collina. L’esperto: “La tropicalizzazione non c’entra”

Grandinate in quest’ultime ore hanno interessato buona parte dell’Italia. E non hanno risparmiato la Romagna

Un altro pomeriggio di grandinate nel Forlivese. I chicchi hanno risparmiato la pianura dopo i fenomeni di martedì, colpendo questa volta parte delll’entroterra, come ad esempio Premilcuore. L'instabilità di mercoledì, prevista dai modelli matematici sulla fascia pedemontana, è stata accompagnata anche dal ritorno della neve oltre i mille metri. Grandinate e fenomeni di "neve tonda" in quest’ultime ore hanno interessato buona parte dell’Italia. “Si sente spesso dire o si legge sui mass media che fenomeni come grandinate abbondanti o di grosse dimensioni e tornado sono causati da una “tropicalizzazione” del clima delle nostre zone, ma i tropici non c‟entrano per nulla con quanto osserviamo, almeno per questi specifici fenomeni”, puntualizza su Facebook Pierluigi Randi, tecnico meteorologo certificato e meteorologo Ampro (Associazione meteo professionisti).

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“I tornado più violenti e le grandinate più toste, in genere causate da temporali a supercella, sono una caratteristica delle medie latitudini - chiarisce il meteorologo -. E’ infatti a queste latitudini che si possono combinare quei fattori che portano alla formazione di una supercella, a cominciare dal più importante, l‟esistenza a breve distanza tra masse d‟aria diversa, una calda, sia di tipo umido sia di tipo secca, e l‟altra più fredda.  Ai tropici, per definizione, manca la massa d‟aria fredda che permetta quel livello di shear (brusca variazione) nel campo del vento grazie al quale una corrente ascensionale possa ruotare su sé stessa. Ai tropici ci sono altri tipi di tempesta”.

“Va detto che nei cicloni tropicali, lungo le bande periferiche di precipitazione, si formano delle supercelle a modesto sviluppo verticale - chiarisce l’esperto -. Questo succede in particolare quando il ciclone tropicale si muove verso latitudini più vicine ai poli (transizione extra tropicale) dal momento che intercetta i classici venti occidentali in quota, oppure quando si sposta all‟interno, per via della maggiore frizione esercitata dalla terraferma rispetto al mare. Questi sono fattori che aumentano localmente lo shear del vento”.

Allora perché sono in aumento le grandinate severe? “Dipende sì anche dall’aumento della temperatura nella bassa troposfera che di riflesso comporta un incremento della disponibilità di acqua sopraffusa dentro la nube temporalesca (più acqua sopraffusa, più grandine e anche di rispettabili dimensioni), e aumenta la quantità di energia disponibile per la convezione, ma se non interviene uno sbuffo freddo o una frustata di vento forte in quota (funzione del gradiente termico, cadiamo sempre lì) tutto ciò serve a ben poco - specifica Randi -. Quindi il fatto che “faccia più caldo nei bassi strati” influisce, ma la tropicalizzazione non c’entra; semmai l’estremizzazione, ecco. Sia chiaro, la grandine cade anche ai tropici, ma difficilmente coi chicconi che si osservano spesso alle medie latutudni (salvo casi particolari) specie per quelli provocati da supercelle”.

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