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Lunedì, 29 Aprile 2024
Visite guidate / Dovadola

A Dovadola nei luoghi di Benedetta e a Rocca San Casciano: in centinaia alla scoperta delle tradizioni della vallata

I partecipanti si sono ritrovati a Dovadola, dove sono stati accolti dal parroco, don Giovanni Amati, che ha illustrato la storia dell’abbazia di Sant’Andrea dove è custodita la tomba di Benedetta

Visita a Dovadola, nei luoghi della Beata Benedetta Bianchi Porro, e a Rocca San Casciano, incontrando persone e ascoltando anche le testimonianze di chi ha sofferto l’isolamento per le frane dovute alla recente alluvione. In cento hanno preso parte alla visita guidata organizzata dall’associazione Agaping, in un suggestivo percorso tra arte, fede, cultura e tradizioni, nel cuore della vallata del Montone.

I partecipanti si sono ritrovati a Dovadola, dove sono stati accolti dal parroco, don Giovanni Amati, che ha illustrato la storia dell’abbazia di Sant’Andrea dove è custodita la tomba di Benedetta. Era presente anche Manuela Bianchi Porro, sorella della Beata, che ha portato la testimonianza e il messaggio di Benedetta oggi. "Per lei - ha sottolineato Manuela - il dolore può aiutarci a capire di più noi stessi e ad aprirci a Dio, che è amore. Diceva: “Non misurare la vita con il metro della sofferenza pensando che abbia valore solo quello che ti costa. Il valore di ogni cosa è nell’amore, il criterio di Dio supera il nostro perché egli agisce sempre per il nostro bene. Mi piace dire ai sofferenti e agli ammalati che se saranno docili il Signore farà di noi grandi cose”".

Visite guidate, a Dovadola nei luoghi di Benedetta e a Rocca San Casciano

Nell’occasione ha portato il saluto anche il giornalista Alessandro Rondoni, direttore dell’Ufficio Comunicazioni sociali della Ceer e del periodico l’Annuncio, dedicato a Benedetta, ed è intervenuto pure il sindaco di Dovadola, Francesco Tassinari, che nel ricordare la recente alluvione ha evidenziato la grande solidarietà giunta da tutta Italia. "Dobbiamo agire in fretta - ha rimarcato - perché se l’alluvione ha colpito di più la pianura noi abbiamo subito il dramma delle frane che, se non vengono rimosse, rischiano di diventare una tragedia". E su Benedetta ha aggiunto: "Dallo scorso anno è anche Patrona di Dovadola, ci è sembrato giusto questo riconoscimento perché è stata una dovadolese e ha vissuto con noi".

Al termine vi è stata la preghiera, guidata dal parroco, sulla tomba della Beata e poi la visita alla camera in cui si trova il letto dove la giovane dovadolese morì il 23 gennaio del 1964. Successivamente i visitatori si sono trasferiti a Rocca San Casciano dove, guidati da Carlo Casanova dell’Associazione Tradizioni Acquacheta, hanno percorso a piedi le strade del paese e sono giunti a Santa Maria delle Lacrime per la visita della pieve insieme al parroco, don Amati, seguita da quella alla chiesa del Suffragio e a piazza Garibaldi. Al termine si è svolto un momento conviviale di solidarietà nell’area del Foro Boario, nello spazio messo a disposizione dal Comune e dalla Pro Rocca, dove era presente anche il sindaco, Pier Luigi Lotti.

Durante la serata, proposta per raccogliere fondi a favore degli alluvionati e per sostenere l’adozione a distanza di un bambino con i progetti Avsi, vi è stato un momento di dialogo e testimonianze coordinato dal giornalista Rondoni, che ha detto: "Oggi non è scontato che cento persone si ritrovino per vistare luoghi e trascorrere una serata insieme. Dire “noi”, soprattutto dopo la pandemia, la crisi economica, la guerra e l’alluvione, è più importante che dire “io”. Forlivesi, dovadolesi, rocchigiani, questa sera sono insieme per curare relazioni e costruire comunità".

Nel suo saluto don Amati ha sottolineato che "da quando sono parroco qui in vallata, aiutato anche dal rapporto di amicizia con il cappellano, don Rudy Viscarra, ho capito ancor meglio che il nostro primo compito è stare tra la gente, accompagnare le persone, stare dentro la loro vita reale". È poi intervenuto il sindaco Lotti che ha ricordato i giorni dell’alluvione: "Abbiamo avuto numerose frane, un problema che purtroppo ancora persiste sulle nostre strade. Ringrazio, in particolare, i tanti giovani che si sono prodigati e che sono andati in giro a portare beni di prima necessità alle famiglie isolate. C’è stata davvero tanta partecipazione e volontà di aiutare". L’imprenditore Gianluca Ginestri ha poi raccontato la sua esperienza durante l’alluvione, e anche di quella notte particolare trascorsa insieme ad altre persone in un bar fra Dovadola e Rocca, isolati dalla frana. Carlo Casanova ha evidenziato che «vivere nella vallata può essere un’opportunità per i giovani. Sono zone che non devono essere considerate in contrapposizione con la città ma come un continuo rispetto ad essa", mentre il giornalista Quinto Cappelli, giornalista de Il Resto del Carlino Forlì, ha raccontato la sua esperienza di corrispondente di vallata.

"Cerco di raccontare come si vive e quali sono i problemi della gente - ha affermato - e di farlo con credibilità. Conosco la realtà girando e verificando personalmente quello che succede. Oggi, nel mondo dei social, tutti si improvvisano giornalisti perché ormai c’è la libertà di scrivere tutto quello che passa per la testa senza risponderne. Noi giornalisti, invece, ci mettiamo la faccia". Durante la conviviale sono state ricordate la professoressa Antonietta Tartagni, a un anno dalla morte, e la giovane dottoressa Sara Pedri, scomparsa tre anni fa, di cui era presente la madre Mirella e familiari.

C’erano fra gli altri, anche Angela Fabbri, del centro di Aiuto alla vita di Forlì, Giovanni Lukaszczyk, presidente della Fraternita di Misericordia di Rocca, il cappellano, don Rudy Viscarra, Giorgio Zauli, dell'associazione Tradizioni Aquacheta.  Sono inoltre stati presentati i progetti dell’Agaping dalla presidente Roberta Rossi, e quelli culturali e di solidarietà dalla socia giornalista Maria Depalma. L’evento, organizzato il 17 luglio, è stato realizzato dall’Agaping in collaborazione con la Nuova Agape editrice, le parrocchie di Dovadola e di Rocca San Casciano, l’Associazione Per Benedetta Bianchi Porro e l’Associazione Pro Rocca.

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