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Martedì, 16 Aprile 2024
Cronaca

A San Mercuriale si è pregato per la pace in Congo e in Sud Sudan

Grande partecipazione di fedeli, venerdì sera in San Mercuriale a Forlì, per la veglia di preghiera per la pace nella Repubblica Democratica del Congo Congo e in Sud Sudan

Grande partecipazione di fedeli, venerdì sera in San Mercuriale a Forlì, per la veglia di preghiera per la pace nella Repubblica Democratica del Congo Congo e in Sud Sudan, promossa dalla Diocesi di Forlì-Bertinoro, che ha così raccolto l’invito lanciato da Papa Francesco il 4 febbraio scorso, al termine dell’Angelus domenicale in Piazza San Pietro. “Con la preghiera – ha dichiarato Bergoglio - vogliamo gettare semi di pace nella terra del Sud Sudan e della Repubblica Democratica del Congo, e in ogni terra ferita dalla guerra. Nel Sud Sudan avevo già deciso di compiere una visita, ma non è stato possibile. Sappiamo però che la preghiera è più importante, perché è più potente: la preghiera opera con la forza di Dio, al quale nulla è impossibile”. In San Mercuriale, un giovane lettore ha scandito preliminarmente le ragioni dell’incontro: “Vogliamo esprimere la nostra supplica al Padre per un mondo di pace, per dire: mai più la guerra! Ci mettiamo in ascolto della Parola di Dio perché cambi e orienti i cuori alla riconciliazione e alla pace”.

“Con il gesto di questa sera – precisa il parroco abate di San Mercuriale e Santa Lucia don Enrico Casadio - la nostra Diocesi ha fatto propria la richiesta del ponteficie di esprimere la vicinanza della comunità cristiana alle popolazioni della Repubblica Democratica del Congo e del Sud Sudan (lo stato indipendente più giovane del mondo), coinvolte in una guerra senza fine pressoché sconosciuta ai media occidentali”. “Già l’indomani della proclamazione di indipendenza dell’ex colonia belga del Congo, nel 1960 – interviene il vescovo uscente di Forlì-Bertinoro, monsignor Lino Pizzi, che ha presieduto la veglia – si comprese che le cose non sarebbero migliorate per la popolazione. Questo perché il grande paese africano, ricco di oro, diamanti e minerali di tutti i tipi, divenne ed è tuttora preda delle multinazionali interessate al loro sfruttamento”. La veglia è stata scandita dalla visione di alcuni filmati sulla situazione attuale nell’ex colonia belga, che continua ad essere molto instabile. Se la zona occidentale del paese, ivi compresa la capitale Kinshasa, non è più teatro di manifestazioni violente, nelle province orientali, in particolare nel Kivu, continuano gli scontri a causa della presenza di bande armate, di milizie non governative, di ex-militari e di gruppi tribali, i quali effettuano incursioni e razzie con conseguenti massacri di civili. Uno dei “drammi” del Congo è di essere la più grande riserva mondiale di coltan, un mix di sabbia nera e quarzo utilizzato dall’industria dei telefonini e dei tablet, per ottimizzare il consumo della corrente elettrica nei chip di nuovissima generazione.

La veglia forlivese ha raggiunto l’apice con la commovente testimonianza di Willy Eale, congolese della comunità di Saint-Cristophe, fuggito in Italia con la propria famiglia nel 2006. In costante contatto con i familiari rimasti nel martoriato paese centroafricano, l’esule ha raccontato le persecuzioni continue subite dai cristiani, anche quando si radunano in preghiera e durante le celebrazioni liturgiche. E’ stato tragico apprendere che la maggior parte delle morti in Congo non è provocata dalle violenze degli scontri, ma piuttosto dalla malnutrizione e dagli evitabili disagi dovuti al collasso delle strutture sanitarie. Si calcola che il conflitto persistente abbia sinora provocato dieci milioni di morti. Al termine della veglia, alcuni giovani hanno filmato l’assemblea durante la recita del Padre Nostro, inviando il video realizzato con i loro telefonini come segno di pace. Le offerte raccolte, derivate dal digiuno dei presenti, sono state devolute alle opere della Caritas diocesana di Forlì-Bertinoro.

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