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Cronaca

Il socio di Halcombe De Girolamo: "Credo nell'aeroporto, pronto ancora ad impegnarmi"

"Da imprenditore vedere un progetto così importante naufragare, senza poter far nulla, è cosa che ti provoca l'ulcera".

Amarezza, ma anche voglia di rimettersi in gioco, nonostante le delusioni patite negli ultimi due anni. Armando De Girolamo, imprenditore della logistica con la pugliese Lotras, gestore dello scalo merci ferroviario di Villa Selva e socio di minoranza (col 5%) di Robert Halcombe in Air Romagna, la società che si è vista aggiudicata e poi revocata da Enac la concessione dell'aeroporto Ridolfi. De Girolamo si toglie qualche sassolino dalla scarpa, dicendo di non essere più intenzionato a subire l'inerzia del suo socio americano e di volersi impegnare con una nuova cordata, ma solo se seria e ben conosciuta.

De Girolamo, come ha vissuto questi ultimi mesi di totale inerzia del suo socio Robert Halcombe?
“Molto male. Da imprenditore vedere un progetto così importante naufragare, senza poter far nulla, è cosa che ti provoca l’ulcera”.

Quand'è che si è sentito l'ultima volta con Halcombe, cosa vi siete detti?
“Circa un anno fa, maggio 2016. In quella occasione con molta mia insistenza gli fu chiesto di integrare la documentazione ai fini del piano industriale che non abbiamo mai visto, discusso e che non è mai stato oggetto di condivisione. Oltre ad un progetto finanziario che lo sostenesse. Ci furono da parte sua precisi impegni a fornire quanto richiesto. Poi non ha mai più presenziato ad alcuna assemblea o ad alcun incontro con noi”.

Il tema principale ora è: ripartire. Lei si sente ancora della partita? Continuerà ad impegnarsi, come ha fatto in passato, anche con un socio recalcitrante come Halcombe, nel rilancio della struttura?
“La strategicità del Ridolfi per il territorio e l’intera Regione per le interconnessioni e i ritorni di valore aggiunto per la mobilità di passeggeri e merci è il motivo per cui ho deciso di essere dalla parte del territorio. Nonostante l’epilogo, da me purtroppo temuto e denunciato da tempo, come imprenditore responsabile della scelta fatta ritengo che un piano serio, concreto sostenibile mi vedrebbe coinvolto in modo propositivo e proattivo. Certamente con una compagine societaria preventivamente conosciuta e affidabile per gli obiettivi che ci si pone”.

Secondo lei, che strategia devono assumere ora le istituzioni? 
“Facilitare processi, incontri, consensi ed interessenze imprenditoriali locali che se esistono e se sono concreti avranno una progettualità industriale e finanziaria con risorse, obiettivi e pianificazione di rilancio per l’aeroporto. Non posso oggettivamente negare l’azione svolta dalle istituzioni locali ed in particolare un plauso va dato al parlamentare Marco di Maio che si è speso in tutti i modi e circostanze per un esito positivo del progetto. Ciò detto, nulla ha potuto tale supporto a fronte di una totale volontà a procedere da parte dell’Amministratore Unico e socio di maggioranza assoluta di Air Romagna”.

Una domanda che le avranno posto centinaia di volte: conosce qualcuno intenzionato, oltre alle mere parole di circostanza, ad investire nel Ridolfi? Lei è disponibile ad “affiancare” l'eventuale nuovo investitore?
“Di fronte ad un progetto concreto e con una compagine societaria vera e fortemente propensa a realizzarlo, non ho alcun motivo per non affiancarci, anche se ad oggi a parte i contatti e gli interessamenti che possono esserci stati, non ho incontrato alcuno che mi sia parso concretamente pronto ad avviare questo nuovo percorso”.

Che destino avrà “Air Romagna”, ora che alla società viene a mancare il suo asset principale, cioè la concessione aeroportuale?
“Nel momento in cui la società non è stata in grado di assolvere al suo scopo, l’unica cosa che resta da fare, a mio parere, è portarla alla chiusura. Resta il fatto che il socio di maggioranza potrà decidere diversamente, ma noi certamente non ci sentiamo più di subire azioni che non abbiamo mai condiviso”.

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