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Cronaca

Aeroporto senza vigili del fuoco, vertice in Comune: "Deve provvedere il ministro dell'Interno"

La riapertura dell'aeroporto di Forlì rischia di arenarsi nella più classica pastoia romana, il rimpallo tra un ministro e l'altro

La riapertura dell'aeroporto di Forlì rischia di arenarsi nella più classica pastoia romana, il rimpallo tra un ministro e l'altro. Il nodo della questione è l'assegnazione di 64 vigili del fuoco al Ridolfi, che il ministero dell'Interno non ha concesso finora e per la quale, secondo la norma, dovrebbe provvedere il ministro Matteo Salvini. Già da tempo la nuova società di gestione, la FA Srl, ha posto l'urgenza della dotazione organica del personale per la sicurezza anti-incendio dello scalo per poter riaprire, tanto che anche il sindaco precedente Davide Drei, tra i suoi ultimi atti, aveva scritto al Governo per chiedere i tanto attesi vigili del fuoco.

Con un vertice che si è tenuto lunedì pomeriggio in Comune, il nuovo sindaco Gian Luca Zattini ha ripreso in mano la questione. Hanno partecipato all'incontro Ettore Sansavini, Maria Grazia Silvestrini e Sandro Gasparrini per la società privata di gestione, il sindaco e alcuni assessori, tre tecnici di Enac, il comandante provinciale dei Vigili del fuoco ed infine i parlamentari locali Marco di Maio, Carlo De Girolamo e Simona Vietina (Jacopo Morrone era rappresentato dal capogruppo della Lega in Comune Massimiliano Pompignoli). Presenti anche le rappresentanze dei sindacati Cgil, Cisl, Uil e Ugl. “Il primo scopo della riunione tra tutti gli attori è ribadire che su questo progetto c'è un interesse comune e tutti hanno unità di intenti. Assieme abbiamo ribadito l'urgenza di avere una copertura di vigili del fuoco da parte pubblica il prima possibile. Per questo chiederò un appuntamento al Ministero dell'Interno per capire quali sono le problematiche che impediscono l'assegnazione”, spiega il primo cittadino.

Non solo, Zattini chiederà un coinvolgimento degli altri sindaci romagnoli, almeno quelli della provincia di Forlì-Cesena e Ravenna. “Sottoporrò ai sindaci di Cesena, Ravenna, Faenza e di tutti i comuni delle due province un testo di sostegno alla ripartenza dell'aeroporto, così da far capire che è una richiesta che viene dalla Romagna e non solo dalla città di Forlì”. Il tempo, a quanto pare, stringe. La FA Srl ha spiegato infatti che se non si potrà ripartire entro il 30 ottobre, scadranno delle documentazioni burocratiche connesse alla concessione e c'è il rischio di accumulare ulteriore ritardo facendo addirittura passi indietro. 

“Non è il momento di fare polemiche politiche, ma di lavorare per lo scopo della riapertura dell'aeroporto – spiega il deputato dem Marco Di Maio -. Il pallino è tutto in mano al Ministro dell'Interno. Quando venne realizzato il Piano nazionale degli aeroporti, nel 2017, e lo scalo di Forlì era chiuso, la Regione ed io facemmo inserire la norma che si potevano aggiungere scali all'elenco degli aeroporti di rilievo nazionale con un semplice decreto ministeriale del Ministro degli Interni, sentiti il Ministro dei Trasporti e l'Enac”. Con questa qualifica il Ridolfi avrebbe diritto ai vigili del fuoco. 

“Nella riunione è stato anche chiarito che non bisogna fare alcuna domanda e che il costo dei vigili del fuoco è a carico dello Stato. Il sostegno della società di gestione, inserito in fotocopia in tutte le concessioni totali aeroportuali, riguarda solo gli edifici e le utenze, che devono essere messi a disposizione e sostenuti dalla società di gestione”. Il costo di 64 vigili del fuoco per l'aeroporto si aggira intorno ai 3 milioni di euro all'anno. 

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