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Cronaca

Aeroporto fuori dalla lista degli scali nazionali, Di Maio: "Entrerà in un secondo momento"

"La notizia che l'aeroporto di Forlì non sia inserito tra gli scali di interesse nazionale del nuovo piano aeroporti è stata accolta con delusione da alcuni cittadini. Devo dire che non mi sorprende la decisione del Senato, che non ha fatto altro che ratificare la decisione"

“La notizia che l'aeroporto di Forlì non sia inserito tra gli scali di interesse nazionale del nuovo piano aeroporti è stata accolta con delusione da alcuni cittadini. Devo dire che non mi sorprende la decisione del Senato, che non ha fatto altro che ratificare la decisione della Conferenza Stato-Regioni di qualche mese fa”: è quanto commenta l'on. Marco Di Maio (Pd) sulla notizia che nella liste dei 38 scali di interesse nazionale non figura quello di Forlì.

La notizia era già nota, ma con un recente passaggio in Senato la lista è stata modificata, senza che tuttavia lo scalo forlivese sia stato considerato. Chiede Di Maio: “Come si può inserire un aeroporto chiuso e non funzionante da qualche anno in un piano, privo di un piano industriale di rilancio, addirittura con lo status di interesse nazionale? Sarebbe stato sorprendente il contrario. Il Piano viene aggiornato di anno in anno. L'aeroporto (per il quale il piano offre ancora una possibilità grazie ad una norma che abbiamo voluto, assieme alla Regione) potrà rientrare nel piano una volta che la Air Romagna (società interamente privata che ha ottenuto, nonostante i ritardi, tutte le concessioni e le autorizzazioni necessarie) renderà nuovamente attivo lo scalo di Forlì, avrà fatto i lavori che servono per farlo riaprire, avrà le certificazioni che deve avere, avrà riaperto lo scalo ai voli commerciali, avrà rispettato i parametri che servono”.

“Ne ho parlato anche con il sottosegretario ai Trasporti, Umberto Del Basso De Caro, che ha seguito il provvedimento e che mi ha spiegato come "annualmente il piano verrà aggiornato, anche per valutare l'inserimento di altri aeroporti". Ci sono cose che potevano essere ottenute da fuori e le abbiamo fatte tutte: autorizzazioni, deroghe dei termini previsti nonostante i ritardi nel versamento dei capitali e negli adempimenti necessari da parte del privato, incontri, concessioni. Si è fatto tutto il possibile e anche di più; c'è solo una cosa che non posso e non possiamo fare, che è sostituirci all'imprenditore”.

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