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Cronaca

Aeroporto, un tavolo tecnico per la ricollocazione dei lavoratori ex Seaf

Ci sono ancora 80 lavoratori in attesa di notizie sull'aeroporto. Sono quelli che aspettano che lo scalo riparta, secondo gli impegni presi da Robert Halcombe, socio di maggioranza di Air Romagna

Ci sono ancora 80 lavoratori in attesa di notizie sull'aeroporto. Sono quelli che aspettano che lo scalo riparta, secondo gli impegni presi da Robert Halcombe, socio di maggioranza di Air Romagna, che deve dimostrare ad Enac, entro il 20 novembre, di avere portato a termine gli adempimenti richiesti in sede di visita ispettiva a metà dello scorso mese. Per il momento di lavori al "Ridolfi" non se ne sono visti e il tempo via via stringe.

Del futuro di questi dipendenti, che fanno parte sia dell'ex Seaf che dell'indotto dello scalo, hanno discusso mercoledì i sindacati confederali in un duplice incontro prima in Prefettura poi in Comune. Spiegano i segretari di Cgil, Cisl e Uil, Paride Amanti, Vanis Treossi e Luigi Foschi: “Halcombe aveva detto di avere individuato i lavoratori necessari per ripartire, ma di fatto non c'è stata nessuna assunzione. A noi non interessa la polemica, ma vorremmo che i molti politici che hanno fatto passerelle tenendo sotto braccio l'imprenditore ora sapessero spiegare cosa sta succedendo”. I sindacati ribadiscono l'appello all'imprenditoria locale: “Chi è interessato si faccia avanti per rilevare quote azionarie del socio di maggioranza, per poter portare avanti il progetto che ha guadagnato la concessione trentennale di Enac. Non sappiamo se Halcombe abbia intenzione di vendere, ma chiediamo che chi fosse interessato a rilevare le quote lo contatti e chiarisca. Se c'è un capofila venga fuori e si confronti, visto che anche i soci di minoranza di Air Romagna sarebbero disponibili ad aumentare la propria partecipazione”.

Continuano i tre sindacalisti: "In Prefettura abbiamo fatto una verifica con la curatrice fallimentare, per capire se dall'operazione di vendita dei beni ex Seaf si possa avere un riparto minimo per dare una risposta concreta ai lavoratori, che hanno usufruito solo di 5 mesi di cassa in deroga per il 2015, ed ora sono senza ammortizzatori sociali". Sostanzialmente, visto che alcuni beni della Seaf sono stati alienati (non si conoscono però le cifre), si chiede alla curatrice fallimentare Enrica Errani di liquidare una parte dei crediti di lavoro maturati dai dipendenti. Su questo punto è arrivata la disponibilità ed è stato fissato un incontro per martedì prossimo.

A seguire c'è stato un incontro in Comune, alla presenza del sindaco, in cui è stato fatto il punto con chi ha sottoscritto il verbale dell'incontro in regione del 21 maggio 2013: Provincia, Comune, Regione e Camera di commercio. In questo caso si è stabilito di creare un tavolo tecnico in cui approfondirele strade possibili per la ricollocazione dei lavoratori.

POMPIGNOLI - “A due anni dal cambio di gestione dell’aeroporto Luigi Ridolfi di Forlì nessuno dei 74 lavoratori è stato ricollocato, nonostante gli impegni siglati il 21 maggio 2013 tra istituzioni, Camera di Commercio e rappresentanze sindacali. Solo promesse tradite”. Lo denuncia nuovamente il consigliere regionale leghista Massimiliano Pompignoli, presidente della Commissione Bilancio di viale Aldo Moro che, in un’interrogazione presentata mercoledì rincara la dose: “39 lavoratori ex Seaf e 35 ex dipendenti già in forze allo scalo attendono al palo la ricollocazione e la Regione starebbe assumendo nelle proprie partecipate figure esterne, alla faccia degli accordi sottoscritti. Vogliamo chiarezza”. Il dubbio è che sia stato “dimenticato chi era in attesa” per far posto a professionisti esterni. Per questo Pompignoli chiede “quali profili siano stati assunti nelle società regionali dal 21 maggio 2013 a oggi, e con quali mansioni”. Il consigliere del Carroccio intende inoltre sapere “se sia vero che l’assessore Donini non abbia ricevuto il comitato difesa dell’aeroporto ‘Ridolfi’”, nonostante le ripetute sollecitazioni degli ex dipendenti, e “quali azioni abbia in cantiere la Regione per dare attuazione all’intesa siglata oltre due anni fa, ma mai rispettata”. “Ombre pesanti come macigni gravano sulla mancata attuazione di accordi scritti e firmati: a farne le spese, purtroppo, i lavoratori, ancora una volta beffati dalla Regione”.

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