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Cronaca

Al carcere della Rocca il nuovo "maxi" museo civico e religioso: la proposta di Metropolis

Marco Colonna e Giorgio Garzaniti dell'asssociazione Metropolis hanno incontrato il sindaco Zattini: "Mettere in sicurezza e in luoghi idonei Il patrimonio artistico e culturale".

"L'alluvione che ha travolto e compromesso gran parte del contenuto dell’Archivio comunale e dei depositi bibliotecari e museali della città di Forlì, ovvero gran parte del Museo del Risorgimento, tutta la gipsoteca, parte dei materiali del Museo archeologico e del Museo etnografico, disegni e donazioni varie, e della Biblioteca del Seminario vescovile di via Lunga, cancellando preziose e uniche testimonianze del nostro passato, ci obbliga a cambiare per sempre il paradigma della tutela dei beni storico-artistici. Nulla deve essere considerato più come prima". Così Marco Colonna e Giorgio Garzaniti, rispettivamente presidente e vice dell'asssociazione culturale Metropolis, che mercoledì mattina hanno incontrato in Municipio il sindaco di Forlì, Gian Luca Zattini. “Da questa catastrofe se ne deve uscire con un'idea nuova. Dobbiamo pensare in grande”, è l'appello di Colonna e Garzaniti.

"Il patrimonio artistico-culturale che da decenni è in gran parte precluso ai forlivesi, i dipinti, le sculture, i mosaici, i manufatti, i prodotti di artigianato artistico e i reperti archeologici di ogni epoca fino a ieri conservati in scatoloni o riposti in scantinati - perseguono - dovrà essere messo in sicurezza e finalmente esposto in luoghi idonei, assoggettati a buone pratiche di prevenzione”. La proposta di Metropolis è quella di “musealizzare” i beni  salvati dall'alluvione e quelli rimasti, secondo i canoni delle nuove tecnologie digitali, aperti alla fruizione classica ma  orientati anche alla realtà aumentata e virtuale, all'intelligenza artificiale e al gaming.

"Tra le ipotesi da non sottovalutare - continuano - anche la possibilità rivendicare gli spazi e collocare le opere nei padiglioni del carcere della Rocca quando saranno liberati e adeguati alla nuova funzione culturale”. L'idea nasce all'indomani della notizia dello sblocco del cantiere del nuovo carcere al Quattro, prefigurando un futuro utilizzo dei padiglioni collocati nella piazza d'armi della rocca di Caterina Sforza, alle porte del centro storico.

“Non tutti sanno che l'istituto di detenzione risale alla fine dell'Ottocento e dunque è sottoposto a vincolo patrimoniale per legge - affermano Colonna e Garzaniti - essendo proprietà pubblica. Tale tutela consideriamo che debba essere discussa, una volta liberato il bene ed eseguite le necessarie e logiche analisi, con gli organi competenti, in primo luogo la Soprintendenza, per chiarire le possibilità di intervento, le modalità e i piani economici e di fattibilità, per renderlo pienamente  fruibile”.

"La struttura, con 4 edifici posizionati parallelamente l'uno all'altro e attraversati da un unico corridoio che li collega da parte a parte. Con le dovute modifiche, i forlivesi si ritroverebbero una vera e propri  straordinaria 'cittadella museale' in pieno centro cittadino. E siamo anche convinti che - proseguono - in una auspicabile intesa tra amministrazione comunale e diocesi di Forlì, si potrebbe collocare in quell'area anche quel Museo dell'Arte Sacra di cui si parla da anni. Mettendo in sicurezza le opere salvate dall'allagamento della Biblioteca del Seminario vescovile di via Lunga e le migliaia di opere sparse in decine di scantinati di chiese e pievi del comprensorio forlivese”: 

“Riteniamo necessario – concludono -, superata la fase emergenziale, adottare anche a Forlì il modello della Firenze post alluvione del 1966, creando un comitato per l'adozione di un Protocollo d’Intesa che metta in sicurezza i beni culturali in caso di nuove esondazioni. Una cabina di regia chiamata a contenere e mitigare i rischi, attraverso un piano di emergenza per un’eventuale catastrofe naturale, dal primo allarme e fino ai soccorsi, coordinando i professionisti della tutela e del restauro con i volontari, che però non possono e non devono mai sostituire agli specialisti”. 

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