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Cronaca

Influenza, un morto e due casi gravi a Forlì. Molti i cittadini che si affidano al vaccino

A fornire il dato parziale, da ottobre a febbraio, è l'Ausl Romagna, sezione Forlì

Sono già 31.996 i forlivesi che hanno scelto di vaccinarsi contro l'influenza stagionale. A fornire il dato parziale, da ottobre a febbraio, è l'Ausl Romagna, sezione Forlì. Si tratta di un risultato ottenuto anche grazie alla campagna di comunicazione realizzata ogni anno dal Servizio sanitario regionale ("Non farti influenzare, proteggi la tua salute" lo slogan) e alle politiche vaccinali condotte dalla Regione, che prevedono la gratuità della vaccinazione antinfluenzale per diverse categorie di persone: donne in tutto il periodo della gravidanza, adulti e bambini con patologie croniche, anziani a partire dai 65 anni, operatori sanitari e socio-sanitari, addetti ai servizi essenziali (come insegnanti, forze dell’ordine, addetti al trasporto pubblico), donatori di sangue, personale degli allevamenti e dei macelli".

La fotografia regionale

Il Servizio Prevenzione collettiva e Sanità pubblica della Regione monitora costantemente l’andamento dell’epidemia e le segnalazioni dei casi gravi: al 18 febbraio sono 26, su tutto il territorio, per complicazioni legate all’influenza (che, attenzione, nulla hanno a che vedere con il nuovo Coronavirus), due dei quali a Forlì. Tra questi, 23 erano soggetti a rischio di complicazioni per la presenza di patologie croniche pregresse, solo 2 dei quali vaccinati. Sono quattro decessi, tra i 26 casi, uno dei quali nella città mercuriale. Si tratta tutte di persone affette da patologie e non vaccinate.

In Emilia Romagna l'influenza stagionale ha già messo a letto circa 374mila persone. In base alle rilevazioni del Sistema nazionale di sorveglianza Influnet dell’Iss (Istituto superiore di sanità) si calcola che, nella sesta settimana del nuovo anno (precisamente dal 3 al 9 febbraio), la sindrome influenzale abbia coinvolto circa 55mila persone, con un tasso d’incidenza pari a 12,4 per 1.000 assistiti.

Un dato in linea con quello osservato a livello nazionale (12,6), e che colloca al momento l’influenza all’interno della soglia di intensità media; il picco epidemico stagionale sembrerebbe essere già stato raggiunto nella quinta settimana (27 gennaio - 2 febbraio) con un’incidenza pari a 13,1 casi per 1.000 assistiti. Da Piacenza a Rimini, nella sesta settimana le fasce d’età più colpite sono quelle 0-4 anni (40,8 casi per 1.000 assistiti) e 5-14 anni (26,3 casi per 1000 assistiti), seguite dalla fascia 15-64 anni (9,0) e da quella degli over 65 anni (1,7). Non sono state rilevate differenze significative rispetto all’andamento dell’infezione nella stagione precedente.

Misure di prevenzione

Per prevenire la diffusione dell’influenza è opportuno seguire alcune semplici misure di protezione personale: lavarsi spesso le mani con il sapone; coprirsi naso e bocca ogni volta che si starnutisce o tossisce, usare fazzoletti monouso, gettarli e poi lavarsi le mani; in caso di sintomi influenzali, limitare i contatti con altre persone. Per quanto riguarda la diagnosi, naturalmente è sempre importante contattare il proprio medico, ma tra i sintomi più importanti ci sono tosse, mal di gola, febbre, mal di testa, inappetenza, dolori muscolari o articolari. I sintomi respiratori possono presentarsi anche in caso di altre infezioni virali, non dovute all’influenza.

Per le infezioni comuni come raffreddore e influenza, gli antibiotici non servono; in questi casi, la soluzione migliore è aspettare che l’infezione faccia il suo decorso naturale, usando solo rimedi per alleviare i sintomi. L’invito rivolto ai cittadini è di lasciare che sia il medico a decidere se gli antibiotici servono oppure no. Se vengono prescritti, occorre seguire alcune regole: rispettare dosi e orari indicati; completare tutte le dosi anche se dopo un paio di giorni ci si sente meglio; contattare il medico se compaiono effetti indesiderati.

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