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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Animali selvatici, tra incidenti stradali e danni alle colture. Coldiretti si appella alle istituzioni

In tutta l’Emilia Romagna i danni accertati e risarciti ammontano a 2 milioni di euro. Stessa cifra per quanto riguarda i danni nella sola provincia di Forlì-Cesena nel decennio 2003-2013

“L'ennesimo grave incidente stradale causato da animali selvatici, ma anche la crescite esponenziale dei danni provocati alle colture dagli storni, rendono quanto mai urgente e prioritaria una revisione della pianificazione/gestione faunistica della nostra provincia che metta mano con decisione alla disciplina normativa regionale che sovraintende tale pianificazione”. Questo l'appello che Coldiretti Forlì-Cesena torna a lanciare per bocca del presidente Filippo Tramonti alle istituzioni locali e regionali alla luce del grave incidente provocato domenica scorsa da un capriolo nel territorio del comune di Castrocaro e costato serie lesioni ad un cicloamatore, ma anche per via della situazione insostenibile con la quale si trovano a dover convivere gli agricoltori, alle prese con una recrudescenza dei danni da fauna selvatica. 

Di fronte al moltiplicarsi dei danni provocati da cinghiali, storni, nutrie, corvidi ed altri animali, gli agricoltori della Coldiretti chiedono, a tutela del proprio lavoro, dell'ambiente e della sicurezza pubblica, "una riforma della disciplina che tuteli l’indispensabile presenza delle aziende agricole a presidio del territorio". Già nel luglio scorso Coldiretti aveva sollecitato a più livelli un intervento radicale al fine di porre rimedio allo 'squilibrio' che caratterizza la pianificazione/gestione faunistica della nostra regione. A tal fine Coldiretti ha elaborato un documento per la revisione della pianificazione faunistico-venatorio sul territorio, nonché un’ipotesi di legge in cui sono inserite precise normative per affrontare le tematiche più urgenti legate al rapporto tra agricoltura, ambiente, biodiversità in un’ottica di sostenibilità, documenti poi consegnati a Prefetto e Assessore regionale all'Agricoltura. Ora qualcosa sembra muoversi, seppur lentamente. Coldiretti ha infatti accolto con favore l’approvazione da parte dell’assemblea regionale dell’Emilia Romagna della risoluzione che sollecita la Giunta ad intervenire presso il Governo affinché lo storno venga inserito nuovamente tra le specie cacciabili. 

Con 207 mila euro di danni nel solo 2014, a livello regionale gli storni sono infatti gli animali selvatici che fanno più danni all’agricoltura subito dopo i cinghiali (227 mila euro di danni) e rappresentano da soli quasi il 15% dei danni alle colture, con l’aggravante che si tratta di colture di alta qualità e ad alto valore aggiunto, come la frutta. "Il problema della caccia allo storno - spiega Coldiretti - scaturisce da un direttiva comunitaria che lo inserisce tra le specie in estinzione in alcune parti d’Europa. E’ un provvedimento che comprende anche l’Italia, dove però lo storno non solo non è a rischio, ma è in costante crescita, al punto da minacciare la biodiversità. In Italia sarebbe possibile reinserire lo storno tra le specie cacciabili facendo richiesta motivata all’Unione europea entro la fine del 2015".

“Le tipologie di danni alle colture agrarie e agli allevamenti sono ormai di proporzione così rilevante – conclude Tramonti - da rendere insufficiente l’accantonamento delle risorse finanziarie regionali, così che occorre rivedere e ridiscutere l’utilità dei provvedimenti di prevenzione e controllo della fauna selvatica nonché le modalità di distribuzione delle risorse nazionali e regionali al fine di garantire i fondi necessari per coprire i danni stimati”. Per lo storno, in tutta l’Emilia Romagna i danni accertati e risarciti negli ultimi anni ammontano complessivamente a oltre 3 milioni di euro. "Di poco superiore il danno a carico dei cinghiali, ma va rilevato che gli indennizzi evidenziano solo una parte del problema perché molti produttori ormai rassegnati evitano le lungaggini burocratiche e si assumono in proprio l’onere del danno senza perdere tempo nelle procedure di segnalazione ed accertamento - afferma Coldiretti -. Come dire: oltre al danno anche la beffa".

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