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Cronaca

Conclusi i lavori di restauro: riapre la chiesa di Villafranca

“Siamo stati obbligati – dichiara lo stesso professionista – ad eseguire una serie programmata di indispensabili interventi architettonici di risanamento, con l’intento complessivo di restituire quanto prima la fruibilità interna della chiesa e della sacrestia"

Sarà il parroco di Villafranca di Forlì don Bruno Bertelli a presiedere, domenica, alle 11, la Messa solenne di riapertura della Chiesa Arcipretale di Santa Maria in Lampio, al termine dei lunghi e complessi lavori interni di restauro. La celebrazione eucaristica sarà allietata dai canti eseguiti dai Cori di Villafranca, Branzolino e San Martino in Villafranca. Il programma della giornata prevede, alle 16, il concerto della Giovane Orchestra dell'Istituto Musicale “Angelo Masini”, diretta dal maestro Fausto Fiorentini.

Epilogo della tre giorni di festa indetta per celebrare la riapertura dell’insigne monumento, sarà la solenne processione in programma domenica alle 20.30, con partenza dal sagrato della chiesa. Nel corso dei lavori di risanamento interno e delle coperture di Santa Maria in Lampio, eseguiti su progetto e coordinamento generale dell’architetto Roberto Pistolesi di Forlì, sono stati esaminati tutti i fenomeni in atto nelle superfici e nei vari elementi che compongono le partiture architettoniche interne ed esterne della chiesa. “Siamo stati obbligati – dichiara lo stesso professionista – ad eseguire una serie programmata di indispensabili interventi architettonici di risanamento, con l’intento complessivo di restituire quanto prima la fruibilità interna della chiesa e della sacrestia, risanando alla radice gli intonaci interni dell’aula della chiesa e della sacrestia dalla presenza di umidità di risalita”.

Da un attento monitoraggio ai muri portanti, sono stati ravvisati difetti strutturali alle coperture dell’edificio, che sono state adeguatamente rinforzate. L’opera ha interessato anche le tinteggiature interne e la facciata esterna, che sono state ripristinate e ripulite. Per completare il fronte d’intervento del risanamento, la direzione lavori è intervenuta pure sulle fognature esterne, al fine di allontanare pericolose infiltrazioni d’acqua dalle fondamenta. Non esiste una data certa dell’edificazione della Chiesa di Villafranca: la prima memoria si trova in un testamento su pergamena di un certo Seruso del fu Visentino, datato 25 marzo 1312, che cita la villa di Santi Martini in Villafranca e le chiese Sante Marie in Villafranca e Ample. Il Cobelli ed il Novacula, nelle rispettive cronache risalenti al XV secolo, fanno vari riferimenti a Villafranca, asserendo che nel 1371 risulta essere l’insediamento-villa più popolato dei dintorni di Forlì con “37 focolari”.

Nella cronaca della Visita Pastorale del 1722, si legge dell’indulgenza di Innocenzo XIII relativa anche alla Parrocchia di Santa Maria in Villafranca. Tra il 1400 ed il 1500 si contano numerosi prelati dei Petrignani, famiglia ghibellina che favoriva gli Ordelaffi. Don Andrea Rapa, parroco tra il 1777 ed il 1810, fece costruire un sepolcro per sé ed i suoi successori. Proprio durante i lavori di rifacimento della pavimentazione della chiesa sono state rinvenute tre tombe con copertura a volta ribassata in mattoni, di cui una attribuibile al parroco. L’attuale impianto della chiesa risale alle riforme liturgiche del Concilio di Trento: in corrispondenza dell’odierno ingresso alla chiesa, sotto il vecchio pavimento, sono state rinvenute parti dell'antica chiesa, dando alla luce il disegno delle fondamenta dell’antica abside, che si trovava in posizione ribaltata rispetto all’attuale.

La navata centrale, coperta con volte a crociera e a vela, è affiancata da due altari laterali dedicati alla Beata Vergine del Rosario ed a San Giuseppe. Il passaggio del fronte da Villafranca nel corso del secondo conflitto mondiale, ha arrecato gravi danni all’intero edificio. A partire dall’agosto del ’45 sono stati ricostruiti i muri danneggiati, rifatto quasi tutto il tetto, chiusi gli squarci delle granate, riparato il soffitto rimasto, rifatte le volte a crociera nell’aula ed infine abbattuto il muro provvisorio dell'arco dell'altare maggiore. Il nuovo campanile, eretto nel 1934 su progetto dell’ingegnere Gino Cervesi, era stato minato dai tedeschi in ritirata nel novembre del 1944, fino a cadere per circa i 2/3 della sua altezza. Si è potuto intervenire per la sua ricostruzione solo nel 1959, una volta reperiti i fondi necessari. 

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