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Cronaca

Appassionato di archeologia, in viaggio a caccia di foto coi vip con la Venere di Schiavonia

Per evitare che ci si dimentichi del museo, Nicola Marincola porta avanti da due anni la sua personale campagna di divulgazione storica sui social, nonché di sensibilizzazione verso un luogo altrimenti relegato all'oblio

"Vi ricordate di questa testa? Appartiene alla cosiddetta Venere di Schiavonia, reperto romano databile al I secolo d.C., e ritrovato in una delle zone più antiche della nostra città. Naturalmente è una copia. Quella originale si trova conservata presso il Museo Archeologico Antonio Santarelli (Forlì), chiuso al pubblico da ventisette anni e del quale si sta perdendo memoria".

Proprio per questo, per evitare che ci si dimentichi del museo - Nicola Marincola porta avanti da due anni la sua personale campagna di divulgazione storica sui social, nonché di sensibilizzazione verso un luogo altrimenti relegato all'oblio.

Da appassionato di storia locale, l'idea di Nicola è quella di mantenere alto l'interesse dei forlivesi (e non solo) sulla realtà archeologica della città. Dare visibilità a luoghi che rischiano di essere dimenticati significa restituire loro significato e valore.

Così, insieme alla sua riproduzione della Venere di Schiavonia, Nicola viaggia per la Romagna e oltre alla ricerca di artisti, studiosi e personalità dello spettacolo disposti ad ascoltare la sua battaglia e a concedere uno scatto fotografico insieme "alla testa", vera ambasciatrice di una _Forum Livi_ di XXI secolo.

Attraverso i canali social (Facebook, Instagram), vengono diffusi contenuti audiovisivi, analisi di pubblicazioni scientifiche e foto degli incontri della Venere. La speranza è sempre la stessa: se ancora non è possibile entrare al Museo, si può comunque far appassionare le persone mediante un storytelling accattivante.

Ed è così che persone piuttosto note, come il trasformista Arturo Brachetti, la conduttrice Simona Ventura, il podcaster Pablo Trincia, fino al grande storico e divulgatore Alessandro Barbero (e molti altri!), sono venuti a conoscenza del progetto di Nicola e hanno tenuto fra le mani la riproduzione della Venere.

In attesa che la vera Venere di Schiavonia possa tornare visibile a tutti e, perché no, protagonista di una delle serate "Un'opera al mese", Nicola vi aspetta sui suoi canali social con le sue attività di divulgazione e intrattenimento in attesa che il nuovo museo archeologico "Santarelli" possa ritornare visitabile in nuovi spazi presso i Musei Civici forlivesi

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