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Cronaca

Approvato il Piano Rifiuti: Forlì brucerà i rifiuti di Ravenna, che spegne l'inceneritore

La Regione ha il nuovo piano dei rifiuti. Un piano che prevede entro due anni lo spegnimento dell'inceneritore di Ravenna, ma non quello più nuovo di Forlì

La Regione ha il nuovo piano dei rifiuti. Un piano che prevede entro due anni lo spegnimento dell'inceneritore di Ravenna, ma non quello più nuovo di Forlì, che pure si avvia a costituire una sempre annunciata e quanto mai laboriosa “società in house” di gestione dei rifiuti. Con 27 voti a favore, 2 astenuti, un contrario e 15 dichiarate non partecipazione al voto, l’Assemblea legislativa di Bologna ha approvato il Piano regionale di gestione dei rifiuti (Prgr), un atto di pianificazione che fa seguito alla Legge regionale sull’economia circolare e a un lungo confronto (dodici sedute e un’udienza conoscitiva) in sede di Commissione Territorio.

L'ex assessore all'Ambiente Alberto Bellini si esprime scettico: “I cittadini forlivesi si potrebbero chiedere perché si debbono far carico dello smaltimento dei rifiuti prodotti a Ravenna. D'altra parte, ci si dovrebbe interrogare sulla mancata autosufficienza della produzione di energia elettrica (in Regione si produce circa il 60% dell'energia elettrica utilizzata)”. Mette in luce anche gli aspetti positivi: “E' molto apprezzabile che la Regione abbia fissato obiettivi ambiziosi e quantitativamente superiori agli obiettivi europei, ed è molto apprezzabile che il Piano sia una priorità per le politiche economiche e occupazionali. Il piano sarà efficace fino al 2020, oltre il 2020, mi auguro sarà possibile riprendere questa importante discussione”.

Quindi attacca: “Non sono giunte risposte specifiche alle domande che avevo posto, tuttavia, con senso di responsabilità, i rappresentanti del territorio forlivese nella maggioranza, hanno approvato il Piano Rifiuti. Attendiamo con fiducia queste risposte dai fatti. Attendiamo dalla verifica del Piano nel 2017 elementi che portino Forlì e la Regione Emilia-Romagna verso il post-incenerimento”.

IL PIANO REGIONALE - Con il Piano approvato, vengono confermate le scelte di autosufficienza nello smaltimento dei rifiuti a livello emiliano-romagnolo, facendo coincidere l’ambito territoriale ottimale con l’intero territorio regionale. Dalla L.r. 16/2015 sono stati ricavati nuovi obiettivi, più elevati dei precedenti, da raggiungere entro il 2020. Viene alzata dal 20 al 25% la riduzione della produzione pro capite di rifiuti urbani, dal 70 al 73% la quota di raccolta differenziata, dal 65 al 70% il riciclaggio di materia. Il Piano scommette sugli effetti incentivanti di un’altra novità introdotta dalla L.r. 16/2015: la “tariffazione puntuale”, il commisurare il pagamento della tariffa all’effettiva quantità di rifiuti conferiti da ciascuna utenza.

MENO DISCARICHE E SPENTI 2 INCENERITORI SU 8 - Infine, il Prgr pianifica una significativa riduzione degli impianti di smaltimento. Al 2020, si prevede siano attive solo 3 discariche sul territorio regionale (Carpi, Imola, Ravenna) e che cessi il conferimento di rifiuti urbani a 2 degli attuali 8 impianti di termovalorizzazione: quello di Ravenna dovrebbe chiudere entro il 31 dicembre 2018, quello di Piacenza entro il 31 dicembre 2020.

LA SITUAZIONE ATTUALE - In sintesi, una fotografia della situazione attuale. Nel 2014, i rifiuti urbani prodotti in Emilia-Romagna sono stati 2.929.953 tonnellate, pari a 657 chilogrammi per abitante. Nonostante la crisi economica, c’è stata una crescita dell’1,1% rispetto al 2013. Quanto alle principali forme di smaltimento, nel 2014 la raccolta differenziata è cresciuta del 2%, raggiungendo il 58% del totale dei rifiuti urbani (e i primi dati sul 2015 fanno pensare si sia già raggiunto il 60%), l’11% è finito in discarica, il 25,8% incenerito con recupero di energia. Si assiste a consistenti scarti territoriali: il valore più alto è a Parma (69% di raccolta differenziata), il più basso a Bologna (51%). Analizzando il “tasso di riciclaggio”, che raggiunge la media del 51% dei rifiuti da raccolta differenziata, si scopre che il legno sta all’89%, i metalli al 64, il vetro al 75, la plastica al 19, la carta al 56, la frazione umida al 44%.

GLI OBIETTIVI - Il Prgr agirà sulla prevenzione, vale a dire la riduzione della produzione di rifiuti, ponendo attenzione all’intero ciclo di vita dei prodotti (produzione, distribuzione, consumo, utilizzo, fine vita), con l’obiettivo, al 2020, di ridurre dal 15 al 20% la quantità complessiva di rifiuti urbani da trattare. In altri termini, un segno meno di 100-135 chilogrammi per abitante. Poi, si scommette sulla tariffazione puntuale e sul miglioramento dei sistemi di raccolta. Il Piano potrà contare sul finanziamento di un fondo a sostegno dei Comuni virtuosi, e quindi a vantaggio dei loro cittadini; per assegnare queste risorse, il criterio essenziale sarà la riduzione dei rifiuti non inviati a riciclaggio.

Nel dare obiettivi puntuali di crescita della raccolta differenziata, il Prgr individua tre aree omogenee: la Montagna (131 Comuni) dovrà raggiungere il 65%, la Pianura (186 Comuni) il 79%, e l’area che contiene i capoluoghi e la costa (quella più segnata dai flussi per lavoro, studio e turismo) il 70%. Va detto che già oggi ci sono 30 Comuni emiliano-romagnoli che hanno raggiunto l’obiettivo al 2020. Ma ce ne sono più di 50 chiamati a uno sforzo notevole, dovendo crescere di oltre il 30% nei prossimi quattro anni.

I CONSIGLIERI FORLIVESI - Commentano i consiglieri regionali forlivesi, Valentina Ravaioli e Paolo Zoffoli: "Siamo consapevoli delle criticità di questa fase di transizione e del grande sforzo che occorre per arrivare agli scopi che ci siamo posti e che sono stati annunciati, in prospettiva, sui territori. Proprio  in quest'ottica va detto che questo non è un piano statico, ma uno strumento di programmazione dinamico che, alla luce del monitoraggio annuale, di quello intermedio previsto per il 2017 e dell'attivazione di un osservatorio per i costi, permetterà di definire aggiustamenti, scelte e scenari futuri, consapevoli che il traguardo sia costituito dal superamento delle  discariche, rappresentanti l'ultimo scalino della gerarchia comunitaria di gestione dei rifiuti, e dalla progressiva dismissione degli impianti di incenerimento, correlata, evidentemente, a una progressiva riduzione dei rifiuti e ad un maggiore recupero di materia".

"Lo diciamo con chiarezza da Forlì, territorio su cui a distanza di pochi metri coesistono due inceneritori di cui uno di rifiuti speciali, che, su questo versante, ha sempre intrapreso lotte coraggiose e continua a portarle avanti, a cominciare dalla nuova azienda in house, nel rispetto del sacrosanto principio della separazione proprietaria del rifiuto nelle fasi di raccolta e smaltimento - aggiungono -. Lo diciamo consapevoli che un primo segnale, rappresentato dall'accordo che la Regione ha stipulato con il gestore per limitare l'utilizzo dell'inceneritore di via Grigioni ai soli rifiuti urbani regionali, evitando gli speciali per un massimo di 120 mila tonnellate, sia già stato dato. Un accordo che con un emendamento a nostra firma è stato recepito all' interno della Relazione generale del piano, insieme agli altri accordi che, per specificità territoriale, riguardano i territori di Parma, Piacenza e Reggio e quello di Coriano".

"Sappiamo che è un inizio e non un punto d'arrivo, all'interno di un percorso che come consiglieri monitoreremo e seguiremo, come abbiamo fatto fino ad ora, proseguendo con tenacia su un terreno estremamente difficile, perché oggetto di forti interessi e pressioni, convinti che l'economia circolare ed il post incenerimento non siano un'utopia ma si ottengano con passi concreti, coerentemente conseguenti alle parole della politica, che di queste sarà chiamata a dar conto, e realizzati anche grazie all'impegno e alla responsabilità di tutti noi", concludono.

LA LEGA - Commenta il segretario della Lega Nord Romagna Jacopo Morrone all’indomani: "Il Pd non riserva sorprese. Ancora una volta i consiglieri romagnoli di sinistra hanno prestato il fianco ai piani di Bologna e a quelli dell’Ass.re Gazzolo dando l’ok al piano di gestione e smaltimento dei rifiuti che trasforma Forlì nella pattumiera romagnola. Inutile dire, con il senno di poi, che la Giunta Bonaccini ha disatteso senza vergogna gli impegni presi con i cittadini forlivesi dimenticandosi delle promesse sbandierate ai quattro venti sul progressivo spegnimento del termovalorizzatore di Coriano. Con la chiusura di Ravenna infatti Forlì dovrà respirare i fumi e le tossine derivanti dallo smaltimento dei rifiuti solidi urbani dei vicini di casa abbandonando, forse per sempre, il sogno di una società post incenerimento".

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