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Cronaca

Aggressione a colpi di catena per gli spiccioli: due arresti in una casa abbandonata

I due soggetti, uno algerino di 26 anni, l’altro marocchino di 38, sono stati portati in Questura e in seguito anche riconosciuti sia dai testimoni, sia dalla vittima

Sono finiti arrestati gli autori della rapina in strada avvenuta giovedì mattina. Questo il fatto: giovedì verso mezzogiorno le Volanti dell’Ufficio Prevenzione Generale della Questura, dirette da Stefano Santandrea, sono intervenute in viale Manzoni, poco distante dal parcheggio pubblico sotterraneo, poiché alcuni cittadini avevano segnalato una violenta lite in corso che vedeva coinvolti tre individui, uno dei quali vittima di altri due che lo avevano gettato a terra colpendolo con calci e colpi di catena. Quando la volante ha raggiunto il luogo ha trovato la vittima (un cittadino rumeno 32enne) all’interno di una ambulanza, in mano ai sanitari che lo stavano medicando per i colpi di catena ricevuti anche alla testa. 

Sul momento gli agenti hanno ricevuto le prime indicazioni di quello che era successo, sia sentendo la vittima, sia identificando alcuni testimoni, mentre nessuna traccia vi era degli aggressori poiché si erano rapidamente allontanati dopo che i testimoni erano intervenuti in aiuto al malcapitato. Il motivo di questa violenta aggressione sarebbe da ricondurre al diniego, da parte della vittima, di offrire sigarette o spiccioli ai due nordafricani, che lui comunque conosceva di vista, pur non sapendo riferire i dettagli per identificarli. Il ferito ha raccontato che stava percorrendo il viale Manzoni con la sua bicicletta, dirigendosi verso il centro, quando i due, appiedati, gli hanno domandato se aveva sigarette o, al diniego, qualche spicciolo per comprarle. Quando hanno ricevuto il rifiuto, indispettiti, prima lo hanno minacciato e ingiuriato, poi lo hanno rincorso, così che nella concitazione è caduto a terra e quindi è stato raggiunto, aggredito con calci e con colpi di una catena, poi uno degli aggressori gli avrebbe sottratto l’ombrello usandolo per colpirlo, infine il bottino della rapina sarebbe consistito in un paio di occhiali da sole di marca, che il malcapitato inforcava e che gli sarebbero stati strappati dal volto.

La "casa" occupata dei rapinatori

Gli aggressori si sono allontanati solo grazie all’intervento di due persone che lavorano nei pressi e che si erano avvicinate sentendo le urla ed il trambusto. Nel mentre, però, la vittima è riuscita a scattare alcune fotografie che, se anche non mostravano i soggetti in volto e quindi non erano idonee a riconoscere alcuno nell’immediatezza, si sono rivelate cruciali per la rapida risoluzione del caso. Infatti, queste foto unitamente alla descrizione dei soggetti, ha consentito ai poliziotti di fare ipotesi di identificazione a carico di due soggetti, spesso trovati in zona a bighellonare. La conoscenza del territorio sia in termini di soggetti che gravitano in certe porzioni o aree urbane, sia in termini di conoscenza di luoghi di rifugio di soggetti senza fissa dimora, ha consentito di indirizzare le ricerche in una casa disabitata nei pressi del luogo della rapina, dove alle 6 del mattino di venerdì le Volanti della Polizia di Stato hanno fatto irruzione trovando due individui, proprio i due che si sospettavano, ancora vestiti come il giorno della rapina, così come ben documentato dalle fotografie consegnate dalla vittima.

I due soggetti, uno algerino di 26 anni, l’altro marocchino di 38, sono stati portati in Questura e in seguito anche riconosciuti sia dai testimoni, sia dalla vittima. Dentro l’abitazione che occupavano abusivamente, dove erano entrati presumibilmente creando una apertura nel muro, avevano ricavato dei giacigli e custodivano degli attrezzi a scasso che sono stati sequestrati. Nei loro confronti è stato applicato il provvedimento di fermo di indiziato di delitto per i reati di rapina pluriaggravata, lesioni personali aggravate, porto di arnesi da scasso e utili per l’offesa alla persona, invasione e occupazione di edificio. Il Pubblico Ministero Laura Brunelli, ha disposto che venissero ristretti in carcere, ove sabato mattina si è svolta l’udienza di convalida innanzi al GIP De Paoli, che ha avvallato il provvedimento disponendo nei loro confronti il mantenimento della detenzione in carcere.
 

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