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Cronaca

Si riaprono le porte della cella per Isoldi: "Può fuggire"

Pierino Isoldi, il più noto immobiliarista della città, al centro di una giungla intricata di vertenze giudiziarie relative alla crisi del suo impero immobiliare e alla villa-castello di Bertinoro, torna in carcere, questa volta per la vicenda della condanna a 12 anni per procurato aborto all'amante.

Pierino Isoldi, il più noto immobiliarista della città, al centro di una giungla intricata di vertenze giudiziarie relative alla crisi del suo impero immobiliare e alla villa-castello di Bertinoro, torna in carcere. Martedì di buon mattino, intorno alle 7,30, le forze dell’ordine sono andate a prelevarlo per accompagnarlo ancora una volta in una cella del carcere della Rocca. Questa volta, dietro la nuova misura cautelare, non vi sono reati finanziari e patrimoniali, bensì la più “antica” delle sue vicende giudiziarie, vale a dire l’imputazione di procurato aborto.

Il fatto si verificò nel 2005 a Milano Marittima. Secondo le accuse Isoldi inscenò un’aggressione a scopo di rapina all’amante per procurarle l’aborto del bambino che aveva in grembo, frutto della loro relazione. Per questo fatto Isoldi è già stato condannato a 10 anni dal tribunale di Ravenna e a 12 anni dalla Corte di Appello di Bologna, lo scorso dicembre. Attualmente è in attesa del giudizio di terzo grado, quello della Cassazione. Ma questa attesa, per la Corte d’Appello, deve avvenire in carcere, perché dopo la doppia condanna ci sarebbe il pericolo di fuga.

Isoldi lo scorso marzo ha patteggiato una pena di tre anni e mezzo, con il pagamento al fisco di 850mila euro per il 2011 e la promessa di risarcire altri 4 milioni all’Erario nella vicenda della villa di Bertinoro. Per questo fatto è stato 4 mesiin carcere a Forlì e altri mesi agli arresti domiciliari. La libertà è durata appunto appena un mese e mezzo.

La villa posta sotto sequestro

LA DIFESA. L’avvocato Filippo Poggi del Foro di Forlì, a nome del collegio difensivo di Isoldi, ha diramato sull’accaduto un comunicato stampa in qui rileva che “tale ordinanza è davvero molto insolita in quanto in questo processo non era mai stata applicata a Piero Isoldi alcuna misura cautelare,  adesso invece la Corte bolognese ravvisa un pericolo di fuga in capo all'imputato in pendenza del giudizio di Cassazione, pericolo di fuga che addirittura deve essere affrontato con la massima misura cautelare prevista dal nostro ordinamento (non vengono spiegate le ragioni per cui non siano adeguate altre misure meno gravi quali il ritiro del passaporto o altre ancora diverse)”.

E ancora: “Non sono ravvisate altre esigenze cautelari quali il pericolo di inquinamento delle prove (e come potrebbe visto che si attende solo il giudizio della Cassazione) e neppure il pericolo di reiterazione di reati analoghi.  L'ordinanza in questione contiene poi gravi inesattezze in quanto attribuisce al sig. Piero Isoldi la qualità di amministratore di fatto della CARISP di San Marino, qualità che non risulta e non gli è mai stato contestata in nessun processo e che dobbiamo all'evidenza ritenere un refuso di stampa. Il sig. Piero Isoldi è solo un semplice cliente della CARISP di San Marino. La circostanza dedotta nell'ordinanza circa "la certa disponibilità di ingenti risorse finanziarie" è altrettanto inesatta, in quanto tutte le disponibilità impiegate nella costruzione della c.d. Villa sono state reintegrate tramite il conferimento dell'immobile alla Isoldi Holding Spa e quindi a garanzia di ogni creditore. In altri provvedimenti giudiziari il pericolo di fuga di Piero Isoldi è stato escluso dai giudici, anche del Tribunale del Riesame di Bologna”.

Invece  Isoldi da quando è stato completamente liberato dal Tribunale di Forlì lo scorso 25 marzo starebbe lavorando qui in Romagna, senza pensare ad alcun allontanamento all’estero: “Non ha fatto altro che lavorare alacremente con i suoi consulenti tecnici ed avvocati civilisti per dare un contributo alla società di cui resta l'azionista di assoluta maggioranza”.

Dalla difesa arriva addirittura sbigottimento: “Non ricordiamo nella nostra personale esperienza di casi analoghi a questo, mentre dalla cronaca giudiziaria recente possiamo dire che anche Callisto Tanzi pur condannato a 17 anni di reclusione è stato arrestato solo dopo la conferma della sentenza di condanna in cassazione, mentre il mese scorso una analoga richiesta a quella che ha colpito Piero Isoldi è stata respinta dalla Corte di Appello di Palermo nei confronti di Marcello Dell'Utri, nei cui confronti pure era stata confermata una sentenza di condanna a 8 anni di reclusione per concorso esterno in associazione a delinquere di stampo mafioso e che giustamente attende in stato di libertà la celebrazione del processo di Cassazione.  In questo momento, che per il nostro assistito è di grande sconforto, confidiamo che questa ordinanza possa essere annullata o revocata dal Tribunale del Riesame cui presenteremo immediatamente ricorso”.

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