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Cronaca Cava-Villanova / Via Sillaro

"Ho rapinato per te", la lite con la compagna inchioda il bandito del Conad

Un tunisino di 29 anni, M.R., è stato arrestato in un'operazione congiunta effettuata dai Carabinieri del Reparto Operativo e dagli agenti della Squadra Mobile

“Ho fatto una rapina per te”. Nel culmine di un violento litigio con la compagna, ha fornito a sua insaputa le prova per assicurarlo alla giustizia. Un tunisino di 29 anni, M.R., è stato arrestato in un'operazione congiunta effettuata dai Carabinieri del Reparto Operativo, diretti dal colonnello Alessandro Bellìa, e dagli agenti della Squadra Mobile di Forlì, guidati dal dirigente Claudio Cagnini, per la rapina al Conad City in via Sillaro, quartiere Cava.

Rapina al Conad della Cava

LA RAPINA – Mancava poco all'orario di chiusura, quando un individuo, col volto coperto da un berretto di lana da donna a mo' di passamontagna, ha fatto irruzione nel market di via Sillaro. Si è fatto avanti minaccioso ad una cassiera con una pistola a tamburo, intimandole la consegna del denaro. Dopo aver arraffato dalle casse circa 2mila euro, si è dileguato a piedi, spaventando alcune clienti arrivate in quel momento.

LA FUGA - L'uomo ha fatto perdere le sue tracce nel buio, imboccando le stradine che si trovano dietro il punto vendita. Sul posto sono intervenuti i Carabinieri, che nelle immediate vicinanze hanno trovato il berretto usato dal bandito. Era nei pressi di un giardino adiacente la via di fuga. Contemporaneamente una pattuglia della Polizia ha individuato il presunto rapinatore nella zona di viale Bologna, ma è riuscito però a far perdere le sue tracce.

INDAGINI - Poco dopo è ricomparso alla vista dei poliziotti, ma si era cambiato d'abito. Il soggetto, conosciuto alle forze dell'ordine per reati contro il patrimonio e perchè spesso visto bazzicare con tossicodipendenti al chiosco di San Mercuriale e in piazzetta Novanta Pacifici, è stato identificato. Dal 12 febbraio gli è scaduto il permesso di soggiorno. Nel frattempo sono partite le indagini, che hanno permesso fin da subito di acquisire gli elementi contro il tunisino.

Rapina al Conad, la conferenza stampa

LA LITE – Ma mancava la prova chiave. Carabinieri e Polizia si sono avvicendati nel seguire i movimenti del sospettato, trovando anche la collaborazione in un condomino che ha messo a loro disposizione un appartamento sfitto. Un giorno l'extracomunitario ha avuto una violenta discussione, nel corso della quale ha rinfacciato alla donna di aver commesso la rapina al Conad per lei. La compagna, per evitare guai peggiori, è uscita di casa, rifugiandosi nel solaio.

L'ARRESTO – A quel punto gli investigatori hanno bloccato ed arresto l'individuo. Il giudice per le indagini preliminari Rita Chierici ha convalidato l'arresto. Ora il 29enne si trova in carcere a disposizione del sostituto procuratore Filippo Santangelo che ha coordinato l'inchiesta. L'accusa è di rapina aggravata dall'uso della pistola. L'arma non è stata trovata, ma gli inquirenti sono certi che si tratti di un giocattolo acquistato poco prima del colpo.

PROVE – A disposizione degli altri, oltre alla confessione non voluta del bandito, anche il berretto di lana usato per l'assalto. L'elemento è stato spedito a Parma, dove sarà analizzato dai Carabinieri del Ris per verificare la compatibilità del Dna.

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