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Cronaca Meldola

Accusato di un giro di ricettazione di veicoli, annullati gli arresti domiciliari all'ex campione nazionale di rally

Il primo marzo scorso era stato colpito da un ordine di arresto, firmato dal Gip di Trtento, nell'ambito di una vicenda che ipotizza il reato di associazione a delinquere finalizzata al furto e ricettazione di veicol

Arresto annullato e Bruno Bentivogli subito rimesso in libertà. E' l'esito dell'udienza di oggi, martedì, al Tribunale del Riesame di Trento, sulla custodia cautelare degli arresti domiciliari applicata al 68enne di Meldola, sette volte campione nazionale di rally, titolare di un autodemolizione, vendita di veicoli usati e officina di Meldola. Il primo marzo scorso era stato colpito da un ordine di arresto, firmato dal Gip di Trento, nell'ambito di una vicenda che ipotizza il reato di associazione a delinquere finalizzata al furto e ricettazione di veicoli.

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Nel corso dell'udienza a Trento, l'avvocato della difesa, Max Starni del Forlì, ha chiesto in tribunale - in sede di revisione della misura cautelare - l'annullamento degli arresti domiciliari, che a differenza della revoca (che può essere data se vengono meno le condizioni della custodia preventiva) riguarda invece la fondatezza dei gravi indizi di colpevolezza. A Bentivogli viene contestato di essere stato un partecipante ad un'associazione criminale di 8 soggetti dediti al furto e ricettazione di veicoli non di lusso, si va da Una Passat ad una Golf, da una Panda ad alcune Opel. 

Bentivogli avrebbe quindi spiegato ai giudici di non conoscere le altre persone del presunto sodalizio, se non una di loro con le quali ha intrattenuto rapporti commerciali, a suo dire leciti. All'esito dell'udienza Bentivogli è stato immediatamente liberato. Questo significa che dovrà rispondere delle accuse che gli vengono mosse nel futuro processo, ma non in stato di detenzione.

L'operazione

L'operazione della Procura di Trento si è snodata tra le province di Trento, Bologna, Forlì-Cesena, Latina e Roma, i carabinieri avevano eseguito un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di otto persone, ritenute responsabili a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata ai delitti contro il patrimonio tra cui furti e ricettazione di autoveicoli. L'indagine era stata avviata a gennaio 2018 dai carabinieri del nucleo investigativo di Trento dopo il primo furto di tre auto ai danni di un concessionario. Da lì le indagini hanno portato a scoprire la supposta organizzazione criminale dedita al furto di auto presso concessionarie e abitazioni private.

Secondo l'accusa grazie alla collaborazione di un basista, le macchine rubate venivano poi consegnate, previ accordi, a ricettatori italiani in Romagna e in provincia di Roma e quindi consegnate all'estero a ricettatori sloveni. Secondo le accuse, il gruppo effettuava dei sopralluoghi e individuava l'obiettivo grazie al basista e dopo varie ricognizioni eseguiva il furto. Tra queste dinamiche, sono risultate strategiche anche due concessionarie laziali, facenti capo a due degli indagati, padre e figlio, che avevano il ruolo di ricettatori. Il promotore nonché capomaglia dei reati contestati è stato individuato in un cittadino albanese che, durante la sua permanenza in carcere, sfruttava i permessi premio per fare i colpi. Era proprio quest'ultimo che si occupava del reclutamento dei ladri.

Agli indagati sono stati contestati 11 furti di cui 2 tentati dal 2018 al 2022 tra Trento e Bologna per un totale di 15 auto e moto rubate. "Tra le caratteristiche del modus operandi del sodalizio criminale sono emersi particolari accorgimenti del gruppo tra cui il continuo cambio targa ai veicoli per depistare le forze dell'ordine, percorrere strade secondarie prive di videosorveglianza, utilizzo dei mezzi pubblici per raggiungere gli obiettivi, travisare il volto con passamontagna durante l'esecuzione del reato - si legge in una nota -. Durante la fase preparatoria i soggetti rubavano targhe da veicoli di uguale marca e modello da apporre successivamente sulle autovetture asportate in modo da evitare di essere individuati e fermati dalle forze dell'ordine durante i vari spostamenti con i veicoli oggetto di furto”.

Ed ancora: “ltri cambi di targhe venivano effettuati anche dopo l'asportazione dei mezzi e durante la fase di consegna presso i vari ricettatori sia italiani, nelle province di Forlì-Cesena (in particolare nel Meldolese), Latina e Roma, che esteri, in particolare in Slovenia. L'attività d'indagine, nel corso del suo sviluppo, ha consentito di recuperare autovetture rubate con apposte targhe diverse, anch'esse risultate oggetto di furto, pronte per essere consegnate al ricettatore".

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