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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Ospedale, luogo di emozioni. Due lettere contrapposte tra amore per il paziente e scortesia

Il ringraziamento di Daniela, mamma di Lucas, che nella nottata tra giovedì e venerdì ha portato il suo piccolo di due anni al pronto soccorso alle prese con "un forte virus"

L'ospedale è un luogo di cura, ma anche di emozioni: ci si arriva carichi di paure, aspettative, ansie per sè e i propri cari e questo porta a "radiografare" il servizio in modo attento, spesso anche con un filtro personale ed emotivo che porta a interpretare tutto se si viene accolti con un sorriso o meno, con la carezza ad un bambino. E spesso quella che viene raccontata dall'utente non è necessariamente la realtà, ma come questa viene interpretata e vissuta in un momento di stress emotivo. Ed è così che giungono nell'arco di meno di 24 ore in redazione due lettere di utenti dell'ospedale di segno completamente opposto, che riguarda di fatto lo stesso personale. Le riportiamo entrambe.

"Ci siamo sentiti accolti e al sicuro". Esordisce così Daniela, mamma di Lucas, che nella nottata tra giovedì e venerdì ha portato il suo piccolo di due anni al pronto soccorso alle prese con "un forte virus". La madre ha voluto pubblicamente ringraziare attraverso ForlìToday l'assistenza che ha ricevuto: "Siamo stati accolti da personale gentile, che ha subito preso in mano la situazione - afferma -. Ci siamo sentiti accolti e al sicuro. Una dolce infermiera ha persino dato un piccolo regalo a mio figlio per spronarlo a bere. Il gesto di questa signora mi fanno veramente pensare che c'è chi ama fare questo lavoro e lo fa con il cuore".

Ma altri vivono i medesimi ambienti ospedalieri spesso con una percezione del tutto diversa: "Sono ricoverata dal reparto di ginecologia dell'ospedale Morgagni - spiega una lettrice -. Purtroppo sono qui non per un dolce arrivo, ma perché sono stata operata d'urgenza ed arrivata dal pronto soccorso. Il trattamento che sto ricevendo è disumano, le giovanissime e mie coetanee infermiere sono maleducate e per niente dedite alla cura della persona. Nei corridoi non fanno altro che ridere di notte e di giorno, ma appena entrano in camera  vedo musi lunghi, non ti guardano in faccia, rispondono male alle domande delle pazienti. Ho avuto in passato ancora bisogno dell'ospedale e mai mi ero trovata in un clima come questo. Grazie per aver accolto la mia segnalazione".

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