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Cronaca

Attentato di Stoccolma, la testimonianza di un forlivese: "Mi sono salvato appena in tempo"

Matteo vive da 2 anni a Stoccolma, la città in cui venerdì pomeriggio è avvenuto l'ennesimo attacco terroristico. "La città è bloccata. La gente è molto scossa, c'è tanto caos, si parla anche di un incendio e di una sparatoria"

L'ennesimo attentato, l'ennesimo "lupo solitario" alla guida di un camion che si è lanciato sui passanti per poi schiantarsi, questa volta contro un centro commerciale. È quello che è successo nel primo pomeriggio di venerdì a Stoccolma, nella strada pedonale più frequentata della città. Il camion, che trasportava birra, è stato rubato durante il giro di consegne dall'attentatore, che lo ha poi utilizzato per provocare il disastro. La capitale svedese è sotto shock: il bilancio attuale è di almeno tre morti e otto feriti, ma i numeri sembrano destinati ad aumentare.

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"Stoccolma é bloccata - racconta Matteo, ragazzo forlivese che da 2 anni si è trasferito a Stoccolma per lavoro - Dalle 2 del pomeriggio nessun treno o metropolitana puó accedere al centro. C'è il coprifuoco e tutti i negozi sono chiusi. Ho degli amici che lavorano in un ristorante italiano proprio vicino al locale dell'attentato, sono stati rinchiusi nascosti in un bunker sotterraneo per delle ore. Tre persone hanno perso la vita a seguito dell'attentato terroristico avvenuto in vari punti principali della cittá: l'attentatore con il camion si è diretto dalla strada principale Drottingattan fino al centro commerciale vicino. Siamo ancora molto confusi perché si è parlato anche di una sparatoria e di un incendio al centro commerciale. Stanno affermando cose diverse, è il caos".

Quando è scoppiato l'attentato, Matteo stava proprio per prendere un treno verso la cittá per fare un giro nel suo giorno libero. "Stavo per partire quando la mia amica Zahra, un'altra forlivese residente a Stoccolma, mi ha informato della situazione e invece di dirigermi in cittá ho fatto una camminata a piedi informando alcuni bambini, che in questi giorni girano per le strade a vendere dei fiori per in bambini più sfortunati, di andare a casa e stare al sicuro. La gente é molto scossa ma nello stesso momento la cittá ha perso la sua freddezza nordica e tutti in strada si abbracciano e parlano tra di loro, è una cosa che non avevo mai visto prima. Speriamo che la cittá torni presto alla sua normalitá".

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