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Cronaca

Prometteva sesso in chat, poi il ricatto: "Soldi o ti denunciamo per pedofilia". Sgominata baby gang

Il lavoro degli inquirenti, coordinato dalla Procura distrettuale di Bologna, ha mosso i primi passi all'inizio dell'estate scorsa, quando una quindicenne, su consiglio dei genitori, si è presentata in Questura

Adescavano adulti attraverso i social network, promettendo incontri sessuali in un albergo di Forlì. Una volta fissati gli appuntamenti iniziava il ricatto: soldi o regali costosi o sarebbe partita la denuncia per pedofilia. Una baby gang, composta da cinque ragazzine e sette giovani (due dei quali appena maggiorenni), è stata sgominata dagli agenti della Squadra Mobile di Forlì, diretta dal dirigente Claudio Cagnini. Tre le vittime, a loro volta denunciate a piede libero.

L'INIZIO – Il lavoro degli inquirenti, coordinato dalla Procura distrettuale di Bologna, ha mosso i primi passi all'inizio dell'estate scorsa, quando una quindicenne, su consiglio dei genitori, si è presentata in Questura, confessando di aver compiuto atti sessuali (non un rapporto completo) con un uomo, poco più che trentenne proveniente da fuori regione, insieme ad una coetanea in un albergo della città mercuriale, ottenendo in cambio i-phone e biancheria intima.

LA SCOPERTA – Con l'ausilio di accertamenti tecnici ed intercettazioni ambientali, ma anche pedinamenti, gli investigatori si sono trovati di fronte ad un quadro sconvolgente. Le vittime erano, a loro volta, “carnefici” di adulti, che venivano adescati su Facebook e successivamente ricattati: “paga o ti denunciamo per pedofilia. Abbiamo prove compromettenti”. A capo della banda vi era una ragazzina di 15 anni, la stessa che si trovava in albergo con la coetanea che ha dato il via alle indagini.

LA BANDA – La baby gang era composta da dodici ragazzini, solo due neo maggiorenni. Cinque erano femmine, tutte poco più che quindicenni. Secondo quanto accertato dagli investigatori, erano stati costruiti dei falsi profili sui social network per incastrare le vittime. Il piano era semplice. Dietro la tastiera in molti dei casi si nascondevano anche i maschietti del sodalizio, che inviavano scatti compromettenti di ragazzine (presi sul web) alla preda, che a sua volta ricambiava con immagini delle proprie parti intime.

LA TRAPPOLA – A quel punto veniva pianificato l'appuntamento. L'incontro veniva fissato in un'area verde della città (piazzale Della Vittoria o Parco Urbano). Nel mentre la banda organizzava il ricatto, come accertato dalle intercettazioni. In un caso era stata organizzata anche una rapina, con l'uso di una pistola giocattolo, per spennare il “pollo” (così era stata definita la vittima dalla capo banda). Il malcapitato di turno venne localizzato, accerchiato e derubato dei documenti dell'auto. “Sappiamo dove abiti. Mia mamma dice che sei pedofilo. Pagaci o ti denunciamo”.

LE 'VITTIME' – Le richieste variavano: dai regali costosi, come i-phone di ultima generazione, ricariche telefoniche e biancheria intima, a somme di denaro da 500 euro in su. Due i tentativi di estorsione bloccati dalla Squadra Mobile, ai danni di ragazzi del forlivese tra i 24 ed i 25 anni. Chi ha messo le mani al proprio portafoglio è stato il trentenne dell'incontro hard. L'uomo è stato denunciato a piede libero per pornografia minorile. Le abitazione degli adescati sono state perquisite, portando al sequestro di materiale pedopornografico. Una delle vittime ha persino ringraziato gli inquirenti: “Mi avete liberato”.

CHIUSURA DELLE INDAGINI – I dodici ragazzini sono stati denunciati a piede libero, in corso, a vario titolo, per estorsione, tentata estorsione e tentata rapina. Alcuni componenti della baby gang dovranno rispondere anche dell'accusa di furto aggravato, per aver derubato tre compagni di classe del loro portafogli con poche decine di euro. Chiuse le indagini preliminari. La capobanda ha confessato: “Mi pento”. Cambiata scuola e compagnia. Un taglio netto al passato.

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