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Cronaca

Ben 5.000 risparmiatori vittime dell ribasso delle azioni Carisp: "Il Comune tenti la mediazione"

Da circa due anni chiedono un incontro e uno scambio di informazioni con un istituto di credito che non si trova in qualche città lontana, bensì ha la sua sede direttiva in corso della Repubblica

Da circa due anni chiedono un incontro e uno scambio di informazioni con un istituto di credito che non si trova in qualche città lontana, bensì ha la sua sede direttiva in corso della Repubblica, ma ancora non hanno ottenuto alcun tipo di risposta. A tentare di annodare il sottile filo di un tardivo dialogo tra la principale banca cittadina, la Cassa dei Risparmi di Forlì, e le migliaia di piccoli azionisti che si sono visti improvvisamente diminuire di un terzo il valore delle loro azioni nell'agosto 2013, è ora un documento in discussione in Consiglio Comunale.

Con un ordine del giorno di cui si è fatto promotore il consigliere comunale Lodovico Zanetti (Pd) e sottoscritto in modo trasversale da consiglieri Pd (Zoli, Zani, Fiorentini, Bandini, Freschi), Forza Italia (Biondi, Burnacci, Ragni), M5S (Benini, Vergini, Gardini), Gentilini (Noi con Drei), Avolio (Gruppo Misto), in sostanza si chiede al sindaco Davide Drei di tentare di mettere assieme allo stesso tavolo risparmiatori ed istituto di credito, “per una mediazione e per tutelare i cittadini salvaguardando i loro risparmi e per mantenere un rapporto fiduciario con la principale banca del territorio”, rileva l'ordine del giorno che martedì sarà presentato e discusso.

Spiega il primo firmatario Lodovico Zanetti: “Ci sono circa 5000 risparmiatori che si sentono traditi, dalla banca hanno fatto un muro inaccettabile ed è ora che giunga almeno una risposta, che è un diritto. La politica da parte sua deve intervenire almeno per una mediazione e favorire una trattativa che vada incontro alle esigenze dei risparmiatori”. Dello stesso avviso è Marcello Santarelli, presidente di Federconsumatori Emilia-Romagna, l'associazione dei consumatori che rappresenta 240 di questi piccoli azionisti delusi: “Nell'agosto del 2013 è stato fatto dalla banca uno sgarbo ai suoi soci, ora la Carisp deve riparare se c'è stato un difetto di fiducia, e se con la fiducia vuole continuare a lavorare su questo territorio”.

IL CASO DELLE AZIONI CARISP – Cosa accadde nell'agosto del 2013? “Il 1 di agosto 2013 – ricorda l'ordine del giorno in consiglio comunale – una deliberazione del consiglio di amministrazione ridefiniva i prezzi di negoziazione delle proprie azioni, con decorrenza dal 5 agosto successivo, diminuendo il loro valore da 2,9 a 2 euro per ogni azione ordinaria e da 3,03 a 2,13 per ciascuna azione ordinaria con privilegio di rendimento. Tale operazione ha comportato un deprezzamento dei titoli pari a circa un terzo del loro valore, con un'evidente perdita economica a carico dei possessori”.

Il provvedimento ha colpito tutti gli azionisti della banca, ma i più piccoli di loro, circa 5mila, in gran parte pensionati e lavoratori che per investimento non speculativo, anche di molti anni prima, avevano comprato azioni della principale banca della città, si sono ritrovati all'improvviso con il loro patrimonio decurtato di un terzo, vale a dire valori anche di diverse migliaia di euro, circa 4-5 milioni di euro il patrimonio privato di normali famiglie che andò in fumo quel 1 di agosto 2013, stimano da Federconsumatori.

DOMANDE SENZA RISPOSTA – “Non basta dire che la delibera è stata regolarmente pubblicata sulla gazzetta ufficiale della Banca d'Italia, non c'è stata adeguata comunicazione. Negli ultimi due anni – spiega Milad Basir, responsabile Federconsumatori di Forlì-Cesena – abbiamo chiesto approfondimenti alla direzione della banca, alla Fondazione Cassa dei Risparmi che detiene il 15% delle azioni, la Banca d'Italia e la Consob, ma nessuno ha risposto, neanche il Comune a cui avevamo inviato per conoscenza le nostre richieste. Per questo in primavera una cinquantina di azionisti hanno anche presentato un esposto in Procura, di cui sappiamo che non è stato archiviato”. Ed ora si tenta almeno di intavolare una discussione. A Cesena, con la Cassa di Risparmio in ben più grossi problemi (qui il patrimonio dei piccoli azionisti si è di fatto azzerato), “alle nostre lettere la banca risponde in modo corretto e in tempi ragionevoli”.

Insomma si fa leva sul fatto che una banca così grande e radicata sul territorio non potrà evitare per sempre le associazioni rappresentative dei consumatori. Continua Basir: “La Carisp è  un pezzo importante dell'economia cittadina, da sempre legata al territorio, in questo contesto molti risparmiatori si sentono traditi dalla loro banca, per questo la politica deve perlomeno tentare una mediazione, mettere assieme le due parti per discussione, e in questo deve avere un ruolo la Fondazione che resta uno dei principali azionisti”.

Conclude Zanetti: “I risparmiatori hanno perlomeno il diritto di sapere il perché di scelte, il motivo di questo allontanamento  dalla città. L'ordine del giorno che presentiamo in Consiglio Comunale  è trasversale e si pone come unico obiettivo la ricerca di un dialogo di cui la banca non può farne a meno”. Essendo la seduta del Consiglio pubblica, i risparmiatori interessati sono invitati a presenziare al dibattito.

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