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Cronaca

Biomasse all'inceneritore, Clan-Destino: "Aumentano le emissioni"

L'associazione Clan-Destino torna sullo spinoso problema dei rifiuti e in particolare sulla richiesta di Herambiente di bruciare biomasse all'inceneritore di Coriano

L'associazione Clan-Destino torna sullo spinoso problema dei rifiuti e in particolare sulla richiesta di Herambiente di bruciare biomasse all'inceneritore di Coriano. “ Bruciando biomassa utilizzano meno metano con emissioni minori, ma compostandola non avrebbero nessun tipo di emissione, quindi anche quelle prodotte dalla combustione di biomasse sono emissioni aggiuntive sia come quantità che come tipologia", questo uno dei punti sui quali l'associazione ambientalista fa riflettere.  

La premessa: in data 17 agosto 2011 Herambiente ha depositato presso gli uffici del Settore Pianificazione della Provincia di Forlì-Cesena uno Studio di fattibilità per poter produrre energia da biomasse all’interno dell’inceneritore di Coriano a Forlì.  “La giustificazione ufficiale – spiegano dal Clan-Destino - che il proponente fornisce per sostenere tale richiesta è che il potere calorifico del rifiuto attualmente introdotto nel forno è troppo basso, quindi, introducendo materiale legnoso-cellulosico, che loro definiscono biomassa, si aumenterebbe tale potere e si eviterebbe di bruciare metano riducendo, così, l’utilizzo di combustibile fossile. Questo permetterebbe di ottenere due miglioramenti importanti in un colpo solo: ridurre le emissioni inquinanti bruciando meno metano e produzione di energia da fonti rinnovabili”.

“Solo e unico scopo di Herambiente è quello di ottenere la denominazione di “impianto ibrido” (combustione di rifiuti e biomasse definite) per assicurarsi un’ulteriore quantitativo di “Certificati Verdi” (passando dal 51% al 57%).  Herambiente vuole definire biomassa il rifiuto urbano: dichiara che da scarto di lavorazione, i rifiuti vegetali da aree verdi e gli sfalci da manutenzione dei giardini dopo trattamento in impianti appositi diventano un prodotto conforme alle caratteristiche di biomassa da avviare a recupero energetico nell’inceneritore. La legge dice che solo “paglia, sfalci e potature da materiale agricolo e forestale naturale non pericoloso…” può essere definito biomassa ed essere quindi escluso dal regime di rifiuto urbano (Art. 185 D.Lgs. 152/06)”.

“Materiale legnoso–cellulosico: dichiarano che attualmente solo una parte viene avviato a compostaggio dopo trattamento e la restante frazione inviata ad altre ditte perché i loro impianti non sono adatti. Ma  gli impianti realizzati da poco di Romagna Compost, di cui Hera è azionista di maggioranza, perché non sono stati costruiti per gestire tutte le tipologie di rifiuto compostabile che da tempo Hera raccoglie? Invece preferisce inviare a incenerimento? Vorrebbe “sottrarre” rifiuto destinato alla raccolta differenziata dal PPGR: Herambiente peserebbe il rifiuto raccolto come RD (va a %) poi, però, prima dell’avvio agli impianti di compostaggio (vero recupero di queste frazioni di materiale) una quota parte verrebbe separata e bruciata”.
 
“Impianto attuale sovradimensionato: ricordiamo anche che il nostro ricorso in Consiglio di Stato, sempre relativo alle procedure autorizzative dell’inceneritore di Hera, non è ancora stato discusso e queste nuove richieste confermano ciò che per anni come associazione abbiamo sostenuto: e cioè che l’impianto era sovradimensionato per la nostra provincia e che l’autorizzazione dello stesso avrebbe portato alla creazione di un PPGR dimensionato alla combustione. Ma la realtà ha superato le peggiori previsioni. Siamo al punto in cui Hera nel 2010 ha dovuto spegnere l’impianto per mancanza di rifiuti (report della società) e ora per continuare a rendere sostenibile l’inceneritore ci presenta questa richiesta”.

“Emissioni evitate: Bruciando biomassa utilizzano meno metano (- emissioni), ma compostandola non avrebbero nessun tipo di emissione, quindi anche quelle prodotte dalla combustione di biomasse sono emissioni aggiuntive sia come quantità che come tipologia. Consumo di metano: Herambeinte dichiara che il consumo nel 2010 è stato di 1.886.690 Smc, mentre nell’AIA era previsto un consumo di 787.500 Smc. Dovrebbe spiegare perché ha consumato così tanto in più, con le relative emissioni in più, anziché dire che con le biomasse evita le emissioni. Chi doveva controllare le prescrizioni l’ha fatto?  Produzione di energia: anche in questo caso nelle procedure autorizzative veniva dichiarata una produzione di energia pari 58.000 Mwh netti, mentre ne sono stati prodotti 41.769 Mwh”.

“Come associazione ribadiamo il nostro NO a queste modifiche alle autorizzazioni, inoltre precisiamo che le biomasse non rientrano nel circuito dei rifiuti urbani, quindi una concessione a bruciarle aprirebbe troppe opportunità relative al loro reperimento.  I Certificati Verdi sono titoli annuali attribuiti all’energia prodotta da fonti rinnovabili in impianti entrati in servizio o ripotenziati a partire dal 1 aprile 1999, che costituiscono un innovativo sistema di incentivazione della produzione di energia rinnovabile, conosciuto anche come decreto Bersani (D.lgs.n. 79/99), che sostituisce il precedente “Cip 6”, anzi lo accoglie dentro di sé, perché oltre al valore della cedola “certificato verde” viene sommato il prezzo dell’energia al Kwh. (periodo 1992/2012 pari a 13 miliardi di euro). Hanno diritto ai Certificati Verdi i produttori o importatori che immettono in rete una quota di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili”.

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