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Cronaca

Calano i tumori allo stomaco in Romagna: quasi 200 interventi a Forlì in due anni

Il carcinoma gastrico rappresenta la quinta forma più comune di cancro in Europa e la Romagna ha sempre avuto il triste "primato" della più alta incidenza e del più alto rischio di casi di tumore allo stomaco in Italia insieme a pochi altri territori, ma, finalmente, c'è una buona notizia

Il carcinoma gastrico rappresenta la quinta forma più comune di cancro in Europa e la Romagna ha sempre avuto il triste “primato” della più alta incidenza e del più alto rischio di casi di tumore allo stomaco in Italia insieme a pochi altri territori, ma, finalmente, c'è una buona notizia, che non è frutto certamente del caso. Nell’area Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini si è ridotta l’incidenza del tumore allo stomaco, in accordo con quanto sta avvenendo su tutto il territorio nazionale.

Mentre nel periodo 1987-90 si registravano in Romagna circa 1.300 casi, dal 2005 al 2008 il numero è sceso a  circa 800. Di questo importantissimo successo si parlerà al Convegno ddi venrdì a Forlì, durante il quale ci si confronterà su dati, studi, ma soprattutto sui percorsi fatti da gruppi di professionisti per sconfiggere un killer che ha mietuto  silenziosamente molte vittime in questi anni, anche e soprattutto nel territorio romagnolo. Venerdì l'appuntamento è alla Sala Pieratelli dell’ospedale: “Percorsi diagnostico-terapeutici del paziente affetto da tumore allo stomaco” . Intervengono i responsabili tecnici di U.O.Anatomia Patologica, Luca Saragoni, U.O.Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva, Enrico Ricci, e U.O.Chirurgia Generale, Paolo Morgagni.

“Durante il convegno – spiega Saragoni – illustreremo i risultati ottenuti dal team multidisciplinare che negli anni si è costituito prima a Forlì, dove alla fine degli anni 80 si registrava circa il 50% dei casi di tumore gastrico di tutta la Romagna, poi in tutta l’area romagnola. Il team multidisciplinare, composto da endoscopisti, rappresentati al convegno dal prof.Enrico Ricci, da patologi come il sottoscritto e da chirurghi, rappresentati dal dottor Morgagni, si è occupato per anni di un percorso basato sulla prevenzione, realizzato con la collaborazione dei medici di famiglia, e sulla diagnosi precoce.”

“Grazie a queste strategie - prosegue Saragoni , oggi  il tumore allo stomaco è quasi scomparso in Romagna nella popolazione sotto i 40 anni ed è in forte calo nei soggetti sotto i 60, mentre la sua incidenza si mantiene purtroppo ancora inalterata nella fascia degli ottantenni. In riferimento all’istotipo, il calo è  da imputarsi al tipo intestinale, che risulta strettamente legato a fattori alimentari ed ambientali. Insomma la gente di Romagna ha modificato, in meglio, le sue abitudini alimentari. Le diete ricche di cibi salati e con elevata assunzione di sale nella preparazione, nella cottura o a tavola, aumentano il rischio di cancro gastrico. Oggi si  mangiano meno insaccati e carne alla griglia, che rappresentavano forti fattori di rischio e sono migliorate anche le condizioni igieniche degli ambienti di vita, che favorivano il proliferare dell’Helicobacter Pylori, soprattutto in zone di campagna e collina”.

 Ma cosa è cambiato, invece,  in questi anni, in tema di diagnosi precoce e trattamento dei tumori allo stomaco in Romagna? “Attualmente Forlì – chiarisce Saragoni  - detiene il primato della diagnosi precoce del tumore allo stomaco in Occidente e questo è uno dei motivi per cui è stato organizzato proprio qui il convegno. Dal 2000 al 2003 abbiamo registrato una percentuale di tumori diagnosticati in fase iniziale che andava dall’8 al 18%, nel 2013 siamo arrivati al 36%. Se teniamo conto che nel mondo occidentale la percentuale media è del 15%, è facile comprendere la portata dei risultati ottenuti in Romagna. Il dato non è invece  confrontabile con i risultati ottenuti nel mondo orientale, in particolare in Giappone, dove, contrariamente a quanto avviene in Italia, è attivo uno screening organizzato di popolazione e quindi la percentuale sale al 50%-60%”. I medici di famiglia romagnoli, opportunamente formati da quelli ospedalieri, individuano i primi sintomi di un possibile cancro e indirizzano i pazienti in ospedale (prevenzione secondaria) dove i tumori in fase iniziale vengono trattati  chirurgicamente (146 casi a Forlì dal 2011 al 2013), oppure endoscopicamente  (51 casi dal 2011 al 2013).  

“Per merito di  questa prevenzione secondaria - prosegue Saragoni –il tumore viene diagnosticato in fase iniziale in una buona percentuale di casi, in modo tale che  i pazienti  guariscono, non muoiono più di malattia come una volta e vengono trattati , in un terzo dei casi, senza intervento chirurgico, solo con una resezione per via endoscopica, grazie alla competenza  nel settore specifico dei professionisti. Al Convegno interverranno professionisti di tutta l’Ausl Romagna, coinvolti nel percorso diagnostico-terapeutico del paziente affetto da tumore allo stomaco, insieme ai Medici di Medicina Generale, ai medici dell’Irst/Irccs di Meldola e di tutta la rete oncologica romagnola”. La Romagna, insomma, resta ancora un territorio ad alto rischio e ad elevata incidenza per il tumore allo stomaco rispetto all’Italia, ma una importante vittoria è stata conseguita: i casi sono in forte calo e una buona parte di questi viene diagnosticata in fase iniziale.

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