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Cronaca

Campane, la legge le "salva" per la liturgia. Come si regola la diocesi di Forlì

L'ultima segnalazione in ordine di tempo è giunta da Villanova dove un cittadino si è lamentato del numero eccessivo di volte in cui si sentono rintocchi

Spesso nei quartieri fioccano le lamentele per l'eccessivo scampanio che arriva dalla chiesa vicina. L'ultima segnalazione in ordine di tempo è giunta da Villanova dove un cittadino si è lamentato del numero eccessivo di volte in cui si sentono rintocchi, anche solo come scansione oraria e di notte. Se in molto sostengono di non trovarle fastidiose, anzi considerarle un segno di tradizione e di radicamento sul proprio territorio, altri invece le vorrebbero più "silenziose". Come far convivere le due esigenze? Ed ancora come funziona la regolamentazione di quest'attività indubbiamente rumorosa?

Emerge che una circolare della Conferenza Episcopale Italiana del 2002, ritiene debba essere un’attività “finalizzata al culto, come segno e richiamo delle celebrazioni liturgiche, nonché a cadenzare i momenti più significativi della vita della comunità cristiana”. Il problema si è posto recentemente a Villanova è invece un uso delle campane come "orologio".“L’utilizzo del suono delle campane – si legge sul sito della CEI - è un elemento della tradizione secolare della Chiesa. Il loro impiego per uso liturgico nelle Chiese d’Occidente è testimoniato a partire dai secoli V e VI, mentre già nell’ottavo secolo si hanno tracce di un rito di benedizione delle campane”. Il 20 marzo 1931, la Sacra Congregazione del Concilio intervenne nella materia nientemeno che con un decreto ufficiale, il “De sacrarum campanarum usu”. La CEI insiste anche sul fatto del carattere liturgico e in generale religioso, proprio e costitutivo del suono delle campane, “che rappresenta una realtà rientrante nella più vasta sfera di libertà di espressione del culto, che la Chiesa rivendica per sé e che la Repubblica italiana ha esplicitamente riconosciuto”

Per la giustizia italiana, invece, il suono delle campane è "normato" da una sentenza della Corte di Cassazione del 1998, secondo cui “il rumore prodotto dal suono delle campane di una chiesa, al di fuori del collegamento con funzioni liturgiche può dar luogo al disturbo alla quiete pubblica. solo in presenza di circostanze di fatto che comportino il superamento della soglia della normale tollerabilità”. In ogni caso molte diocesi si sono dotate di un regolamento.  A Forlì non è ancora stato fatto, molto probabilmente perché non si è mai manifestata l’esigenza, mentre nella vicina Archidiocesi di Bologna esiste una puntuale regolamentazione, tra cui il divieto dell'uso di carillon o melodie musicali riprodotte in particolare all’ora del mezzogiorno o dell’Ave Maria alla sera, cosa che invece avviene in alcune parrocchie a Forlì, senza aver destato mai proteste.

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