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Cronaca

Carcerati a Malmissole, la diocesi: "Progetto per il bene collettivo"

Dalla diocesi arriva l'invito a non temere il progetto della "Casa della Speranza", la struttura per il recupero e il reinserimento dei carcerati

Dalla diocesi arriva l'invito a non temere il progetto della “Casa della Speranza”, la struttura per il recupero e il reinserimento dei carcerati a fine pena che dovrebbe sorgere nei locali dell'ex canonica di Malmissole. Nella frazione tra Forlì e Ravenna è partita una petizione dei contrari, che temono per l'arrivo nel piccolo abitato dei carcerati a cui è concessa l'uscita dalla casa circondariale della Rocca. 

Spiega una nota della diocesi: “Riteniamo di avere dato ampio spazio, contrariamente a quanto si è detto, al confronto ed alla divulgazione del progetto, proprio perché crediamo nel valore dell’auspicata partecipazione pubblica all’opera di integrazione sociale di persone in difficoltà. Rimaniamo disponibili ad ogni confronto. Finora sono state pochissime le persone che hanno presentato esplicitamente al parroco le proprie obiezioni, molte invece quelle che, in varie occasioni, si sono manifestate favorevoli”. Su questo tema la parrocchia ha organizzato anche una visita della comunità di Saludecio, esperienza simile a quella che si vorrebbe creare a Malmissole, che ha avuto luogo il sabato 29 aprile scorso. Continua la nota: “In pochi hanno partecipato, ma chilo ha fatto ha avuto modo di parlare con gli operatori, i volontari e gli ospiti e farsi una propria idea, favorevole o critica. La parrocchia rimane disponibile a organizzare ulteriori visite”.

Ed infine: “Prendiamo atto della petizione popolare. Al momento non ci è noto se la base di raccolta delle firme sia limitata al quartiere di Malmissole o estesa all’intera città, cosa che sarà possibile verificare nell’eventualità che le firme siano rese pubbliche. Ribadiamo allo stesso tempo il grande valore di questo progetto in cui crediamo molto e che vorremmo portare avanti per il bene collettivo. È un progetto di speranza per tutti: si può rinascere, si può ripartire ed è bello farlo con l’aiuto di una comunità”.

L’idea della “Casa della Speranza” è nata dalla familiarità della parrocchia di Malmissole con don Dario Ciani, per molti anni cappellano del carcere di Forlì, nonché fondatore della comunità di Sadurano. Egli, in occasione di un incontro-testimonianza con i parrocchiani avvenuto alcuni mesi prima della sua morte nel luglio 2015, aveva lanciato l’ipotesi di utilizzare gli spazi abitativi della canonica per l’accoglienza e il recupero di alcuni carcerati. Il parroco ha raccolto questo suggerimento comunicandolo alla diocesi e al Consiglio di Unità Pastorale. Successivamente, tramite la pastorale penale, la diocesi ha conosciuto la realtà delle case CEC (Comunità Educativa con i Carcerati) portate avanti dalla Comunità Papa Giovanni XXIII.  In seguito all’appello di Papa Francesco a realizzare un’opera-segno in ogni diocesi in occasione del Giubileo della Misericordia, la diocesi ha pensato di costituire una casa CEC con la collaborazione di più realtà ecclesiali come promotori (Caritas diocesana, Cappellano del carcere, Comunità Papa Giovanni XXIII, Unità Pastorale delle parrocchie di Barisano, Malmissole, Poggio, Roncadello e San Giorgio). La diocesi ricorda infine di aver organizzato o partecipato a ben quattro incontri pubblici in pochi mesi per illustrare il progetto e fugare ogni dubbio della popolazione.

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