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Cronaca

Il rapporto Caritas: col Covid sono aumentati i poveri. Più di 400 senzatetto a Forlì, senza casa anche chi lavora

Aumenta la povertà assoluta e trovare casa sta diventando sempre di più un problema anche per chi un lavoro ce l'ha, col risultato che anche a Forlì ci sono numerosi senza fissa dimora che pure hanno un'occupazione

Aumenta la povertà assoluta e trovare casa sta diventando sempre di più un problema anche per chi un lavoro ce l'ha, col risultato che anche a Forlì ci sono numerosi senza fissa dimora che pure hanno un'occupazione (ma che poi spesso la perdono proprio per le difficoltà di alloggio). Più di un terzo di chi si è rivolto alla Caritas durante il primo lockdown, poi ha continuato a fruire dei suoi servizi, segno che esiste una quota di persone già fragili che hanno visto peggiorare le loro condizioni a causa della pandemia di Covid. E' il quadro non roseo fornito dalla Caritas diocesana e riferito al 2021, i cui dati sono stati elaborati in questi giorni.

Dalla fotografia della Caritas, in particolare, emerge che non solo aumentano i poveri, ma cambiano le condizioni e i bisogni dei poveri. E leggere queste nuove esigenze non è sempre facile. Lo ricorda il vescovo Livio Corazza: “Non è sempre facile aiutare, per questo esistono i centri di ascolto per capire i reali bisogni prima di intervenire”. Spesso, infatti, chi va alla Caritas sostiene di aver bisogno di denaro, ma poi in verità sono ben altre le esigenze di queste fasce fragili. “Il territorio ha però anche notevoli risorse umane, sia fatte da volontari, sia nella capacità di fare rete”, sempre Corazza. In particolare l'emergenza che si è acuita nel 2021 è appunto la casa. Come spiega il direttore della Caritas Filippo Monari: “C'è un grande bisogno di case e lo sblocco degli sfratti nel 2022 ha messo in difficoltà ulteriori nuclei familiari”. Purtroppo, pur essendoci, spesso le case non vengono date in affitto dai proprietari, a causa anche di legislazione molto rigida e piena di obblighi. Un problema da risolvere a livello di leggi. “Si è creata una forbice di sfiducia tra proprietari di casa e inquilini”, sempre Monari. E a farne le spese sono soprattutto stranieri e persone fragili che non sono in grado di dare le garanzie minime.

GLI ASSISTITI - Il totale dei beneficiari dei servizi Caritas per il 2021 è pari a 1197 persone. I numeri crescono se alla Caritas della Diocesi (che gestisce mense, dormitori e specifici servizi) si aggiungono le Caritas parrocchiali: gli utenti assistiti in totale sono 1.889 nel 2021, con 3.966 beneficiari delle tante attività di assistenza. Le persone incontrate dai due centri di ascolto della Caritas Diocesana (Buon Pastore e Casa Betania) sono state 832, in aumento del 6,53% rispetto al 2020. I nuovi utenti sono 267 (32%). Si tratta per il 69% di uomini, di cui il 74% di cittadinanza straniera, con un’età compresa tra i 18 e i 34 anni, in cerca di occupazione e di una soluzione abitativa stabile.

GLI STRANIERI - Il 64% degli utenti è di cittadinanza straniera (il 71% è titolare di regolare permesso di soggiorno, il 14% è irregolare, il 7% è comunitario e per il restante 8% non è stato possibile recuperare il dato). Le nazionalità più frequenti tra i bisognosi di  aiuto sono quella nigeriana, poi marocchina e pachistana. 

I SENZATETTO - In leggero aumento rispetto al 2021 è il numero di persone senza fissa dimora che nel 2021 hanno bussato alla porta Caritas. Si tratta del 49% del totale degli utenti, vale a dire ben 410 persone. Si tratta di “invisibili” che vivono spesso in edifici diroccati e abbandonati o in macchina (71%) o si appoggiano ad amici e parenti (il 19%), oppure ancora vivono in situazioni inadeguate (10%). Di questi il 77% è costituito da cittadini stranieri. Il profilo più comune è quello degli uomini, in cerca di occupazione e con un’età compresa tra i 18 e i 34 anni (43%).

Si registra anche un aumento della fascia d’età 35-64 che nel 2021 ha raggiunto il 42% tra le persone senza dimora. Dati che diventano ancora più allarmanti se si considera che il 2021 è stato un anno senza sfratti grazie al provvedimento adottato a seguito dell’emergenza Covid. Inoltre, se alla ripresa degli sfratti si affianca l’inflazione in crescita degli ultimi mesi, dovuta soprattutto all’aumento dei beni energetici, il quadro generale non potrà che aggravarsi ulteriormente.

LE FAMIGLIE - Sul totale degli utenti, il 40% vive in nucleo con familiari e parenti (329 persone in termini assoluti). Mentre per i singoli, soprattutto quelli compresi nella fascia d’età 18-34, la non stanzialità rappresenta un’opportunità di ricerca di condizioni migliori in altri territori, per i nuclei familiari, soprattutto con figli, la condizione di bisogno si protrae nel tempo e frequentemente si tramanda di generazione in generazione. È il concetto di povertà intergenerazionale di cui parla Caritas Italiana all’interno dell’ultimo Rapporto sulle Povertà ed è quella che comprende un numero sempre più preoccupante di minori. 

DORMITORI E MENSA - Nei dormitori della Caritas nel 2021 sono state accolte 149 persone (7 nuclei familiari). Il numero complessivo di notti dormite è 18.914. I dati sono in calo rispetto alle 397 persone del pre-pandemia (2019). Gli uomini sono 73, le donne 15 per quanto riguarda la prima accoglienza. La seconda accoglienza riguarda altri 26 uomini e l'accoglienza diffusa ha accolto 35 persone. Il totale complessivo dei pasti erogati dalla Mensa Buon Pastore e dalla Mensa San Francesco è di 59.711. 

I BISOGNI - L’impatto del Covid sul mondo del lavoro, con l’interruzione delle assunzioni e la ripresa tardiva di alcune attività lavorative, ha avuto una forte eco sulle accoglienze. Il bisogno di una casa, direttamente collegato al bisogno lavorativo, ha fatto sì che le persone accolte fossero numericamente inferiori rispetto agli anni precedenti ma ha aumentato il tempo di permanenza all’interno di tutte le strutture Caritas, migliorando di conseguenza la qualità delle accoglienze realizzate.

È evidente quanto i bisogni delle persone che accedono alla Caritas siano multipli e numerosi. Per gli utenti stranieri si conferma la triade costituita dai problemi economici, mancanza di alloggio e mancanza di lavoro. Si registra inoltre un aumento dei bisogni legati alla condizione stessa di essere immigrati. La casa resta non solo il più importante tra i bisogni primari ma anche il più grande scoglio da superare se si considera che sempre meno cittadini proprietari di immobili accettano di affittare appartamenti a cittadini o a famiglie straniere.

Per gli utenti italiani, dopo i bisogni di tipo economico vi sono i problemi legati alle difficoltà familiari. Difficoltà collegate all’alta conflittualità tra coniugi e nella relazione genitori e figli. Al terzo posto vi sono i bisogni legati alla mancanza di lavoro seguiti dai problemi di salute e dipendenze da droghe e gioco.  Per far fronte ai tanti bisogni dal 2009 al 2021 la Caritas ha gestito dei fondi erogati dalla Fondazione Cassa dei Risparmi (per un totale di circa 1,7 milioni di euro).

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