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Cronaca Castrocaro Terme e Terra del Sole

A Castrocaro la festa patronale della Madonna dei Fiori

Dal programma liturgico di domenica, che inizia alle 8 con la concelebrazione eucaristica del parroco don Oreste Ravaglioli, spicca anche la processione con l’immagine mariana, contornata da enormi mazzi di garofani e accompagnata dai tradizionali “ceri”

Sarà la santa Messa delle 18 di domenica, presieduta dal vescovo di Forlì-Bertinoro monsignor Lino Pizzi, il momento culminante della festa patronale della Madonna dei Fiori, in programma a Castrocaro Terme da sabato a lunedì. Sabato, alle 18, santa messa e primi vespri solenni, seguiti alle 20.30 dalla veglia di preghiera con adorazione eucaristica. Dal programma liturgico di domenica, che inizia alle 8 con la concelebrazione eucaristica del parroco don Oreste Ravaglioli, spicca anche la processione con l’immagine mariana, contornata da enormi mazzi di garofani e accompagnata dai tradizionali “ceri”: a partire dalle 16, il corteo attraverserà il viale principale della cittadina guidato dallo stesso vescovo Lino.

Per l’intera giornata, lungo viale Marconi si terrà anche la tradizionale Fiera ambulante, che metterà in mostra una vasta gamma di prodotti legati al territorio, anche di carattere enogastronomico. La Festa patronale della Madonna dei Fiori avrà un’importante appendice liturgica lunedì, sempre nella chiesa dei Santi Nicolò e Francesco Nicolò: nel corso della santa Messa delle 10.30, il vescovo conferirà il Sacramento della Cresima ai ragazzi dell'unità pastorale. Alla messa vespertina delle 18 seguiranno, alle 20.30 il rosario, la riposizione dell’Immagine e la conclusione della tre giorni con il concerto della Banda di Castrocaro e Terra del Sole. Nei giorni della festa patronale, che quest’anno è inserita nella settimana di missioni popolari animate dalla Comunità Missionaria di Villaregia, della sede di Imola, verranno distribuiti i tradizionali garofani benedetti, ma sarà anche possibile rinnovare l'iscrizione alla Compagnia della Madonna.

La grande devozione tutta castrocarese per la Madre celeste nasce nel 1632: la popolazione locale, preservata dalla terribile peste dei due anni precedenti, fece solenne voto di organizzare ogni anno, nella domenica “in albis”, la prima dopo Pasqua, la festa della Madonna che sarà poi detta “dei Fiori”. L’effige della Beata Vergine è uno stucco a bassorilievo ricavato da un calco dell’opera dello scultore fiorentino Donato di Niccolò di Betto de Bardi, detto Donatello, oggi conservato nel Museo Federico di Berlino. “Il ritrovamento di tale pregevole stucco e l’attuale denominazione di Beata Vergine dei Fiori – scrive Giuseppe Mingozzi nel suo libro ‘Castrocaro storia e tradizioni’ – sono legati a leggende antichissime”.

La prima afferma che “l’immagine, storicamente portata a Castrocaro da qualche autorità o famiglia fiorentina (fino al 1923 la località termale ha fatto parte amministrativamente della Toscana), fosse rinvenuta in un giardino, infissa ad un pilastro, in mezzo a folti cespugli fioriti di prugnoli e circondata da un’intrecciata ghirlanda di bellissime ciocche di alti fiori freschi”. Un’altra teoria parte dall’asserita apparizione della Vergine al culmine della peste: alcuni paesani la videro mentre benediceva il paese con un mazzo di fiori in mano. La terza ipotesi, la più verosimile, parla di Madonna dei Fiori semplicemente perché l’evento si tiene in primavera. E’ invece accertato storicamente che Castrocaro non sia stata toccata dalla “morte nera” portata in Italia nel 1630 dalle truppe tedesche, scese in Lombardia per combattere a fianco del Duca di Mantova.

La peste fece strage un po’ ovunque in Romagna e Toscana, salvo che a Castrocaro e Terra del Sole. La gente del posto, che si era rivolta preventivamente alla protettrice celeste, ascrisse alla Madonna la miracolosa esenzione dal contagio. Alla madre di Cristo è stato attribuito anche lo scampato pericolo dal terremoto del 1781, che seminò distruzione e morte in tutta la Romagna e nella vicina Forlì, toccando solo marginalmente Castrocaro.

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