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Cronaca

Centrale a biogas, "impossibili prescrizioni sul combustibile"

Che tipo di attività svolgerà l'impianto di biodigestione da un megawatt di potenza richiesto da un privato in via Bevano, zona di Casemurate? E' la richiesta che proviene dalla Lega Nord

Che tipo di attività svolgerà l’impianto di biodigestione da un megawatt di potenza richiesto da un privato in via Bevano, zona di Casemurate? E’ la richiesta che proviene dalla Lega Nord che in particolare chiede puntualmente da dove arriverà la materia prima per l’impianto energetico, senza la presenza di industrie agro-alimentari in zona, e come verrà risolto il nodo della viabilità, con le strade dell’area molto strette.

A dare la risposta è stato in consiglio comunale di lunedì l’assessore all’Ambiente Alberto Bellini: “Si tratta di un impianto a biogas in corso di valutazione,  in zona Casemurate, ancora al vaglio degli uffici tecnici. Sono già avvenuti incontri specifici con i cittadini, rappresentanti dei quartieri e una commissione alla terza circoscrizione. Condividiamo le criticità sulla viabilità e sulla provenienza del materiale. Sulla viabilità abbiamo proposto la prescrizione di costruire delle piazzole di scambio su via Bevano proprio per l’incrocio di mezzi agricoli. Siamo poi assolutamente d’accordo nell’utilizzare i sottoprodotti e materiali di scarto, ma bisogna precisare che non ci sono prescrizioni normative per renderlo un vincolo cogente nell’autorizzazione. I proponenti, nelle varie versioni di progetto, hanno indicato come materiale di uso prima i sottoprodotti agricoli, quindi le deiezioni animali, ora insilati e melassa”.

Sempre in campo energetico  la consigliera del M5S Raffaella Pirini ha chiesto  se all’interno del futuro campus  universitario verrà costruito una centrale di cogenerazione di termoriscaldamento a cura di Hera Spa. Anche in questo caso l’assessore Bellini ha confermato che si tratta “di una centrale di taglia 1 megawatt, a metano. Dobbiamo abituarci a considerare il problema energetico nel suo complesso: gli impianti a ciclo combinato portano la resa dal 30% all’80%, non si può rinunciare a queste strutture”.

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