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Cronaca

Le equipe emiliano-romagnole di chirurgia bariatrica si danno appuntamento a Forlì

"L'obesità ha mille volti, ed è in costante espansione, specie in Emilia-Romagna - commenta Zaccaroni - per questo è opportuno avere un modus operandi condiviso, valutando il paziente sulla base di linee guida comuni"

Le equipe emiliano-romagnole di chirurgia bariatrica si danno appuntamento a Forlì per tracciare un bilancio sull’attività svolta e confrontarsi su come offrire interventi sempre più a misura di paziente. Venerdì, all’ospedale “Morgagni-Pierantoni”, è, infatti, in programma, a partire dalle 8.45, il convegno “Nuovi indirizzi terapeutici in bariatrica”, corso di aggiornamento promosso da Acoi (Associazione chirurghi ospedalieri italiani) Romagna e organizzato da Alberto Zaccaroni, direttore di Chirurgia endocrina dell'Ausl Forlì, responsabile scientifico dell’evento.

"L’obesità ha mille volti, ed è in costante espansione, specie in Emilia-Romagna – commenta Zaccaroni – per questo è opportuno avere un modus operandi condiviso, valutando il paziente sulla base di linee guida comuni". Nel corso dei lavori, dunque, i rappresentanti dei vari centri confronteranno i risultati raggiunti, col coinvolgimento di tutti i professionisti inseriti nel team bariatrico: nutrizionisti, dietiste, chirurghi bariatrici, psicologi, anestesisti, pneumologi, endoscopisti, fisiatri, fisioterapisti. In Romagna, l’unico centro di chirurgia bariatrica a livello ospedaliero è proprio quello forlivese, che, dal 2010, ha già all’attivo un centinaio d’interventi, mentre in Emilia il servizio è presente a Bologna (S. Orsola), Modena, Reggio-Emilia, Parma, Piacenza.

"La chirurgia bariatrica entra in gioco quando tutti i tentativi di dieta sono falliti, dunque, non ha alcun fine estetico ma mira a garantire la salute del paziente, perché le persone obese sono malati a tutti gli effetti, basti pensare che presentano una maggiore incidenza di patologie quali tumori, diabete, ipertensione, apnee notturne, foriere di una minore qualità e aspettativa di vita".

Oltre un certo livello, infatti, il tessuto adiposo inizia a comportarsi come un organo endocrino: tutto ciò che s’ingerisce viene trasformato dall’organismo in adipe, che si deposita ovunque, anche negli organi, ragion per cui il paziente si sente sempre più fiacco, perché, pur mangiando meno, assimila grasso e non energie. A tale situazione si sommano problemi di ordine psicologico: le persone si sentono inadeguate, e soffrono per la difficoltà a effettuare qualsiasi movimento.

"Per rompere questo meccanismo è importante l’intervento di un team multidisciplinare che si faccia carico dei diversi aspetti collegati all’obesità – prosegue Zaccaroni – quest’ultima va consideratà alla stessa stregua di una patologia cronica. Purtroppo, oggi, vengono sottolineati soprattutto i costi, per il sistema sanitario nazionale, del trattamento di questi pazienti, non considerando i risparmi, in termini di guargione dalle malattie associate, collegati al ritorno a un peso normale".

L’impegno dei team bariatrici è delineare un percorso ad hoc per ciascuno.  "E’ fondamentale effettuare l’operazione quando il paziente è pronto a sostenerla, anche dal punto di vista psicologico. E’ bene sottolineare che non tutti i casi di obesità vengono selezionati per l’intervento, ma solo quelli che si ritiene possano ricevere vantaggi consistenti; in genere si tratta di un 30-40%", conclude Zaccaroni.

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