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Cronaca

Falliti i tentativi di mediazione coi residenti, la moschea di via Fabbretti verso la chiusura

Il centro di preghiera di via Fabbretti, piccolo vicolo della zona di via Ravegnana, ha ricevuto da alcuni giorni un preavviso di cancellazione dall'elenco regionale delle associazioni

Il centro di preghiera di via Fabbretti, piccolo vicolo della zona di via Ravegnana, ha ricevuto da alcuni giorni un preavviso di cancellazione dall'elenco regionale delle associazioni di promozione sociale. La Regione ha infatti contestato ad Afaf - l'associazione culturale islamica che anima il centro di preghiera e ne coordina le attività - che l'attività svolta non è prevalentemente di promozione sociale, ma di culto religioso. Persa questa qualifica, l'associazione Afaf perderà una serie di diritti, compresi quelli di derogare alla destinazione urbanistica iniziale dello stabile, che essendo artigianale dovrà tornare ad essere utilizzato solo per quello scopo. Di fatto quindi questo ne comporterà la chiusura come moschea, dopo quasi 7 anni di attività.

Lo ha annunciato l'assessore al Welfare Raoul Mosconi nel consiglio comunale di martedì pomeriggio: “Non appena arriverà la comunicazione definitiva della Regione, il Comune adotterà gli atti conseguenti”. L'assessore spiega che per scongiurare tale epilogo sono stati effettuati “numerosi incontri di mediazione tra cittadini residenti, il quartiere San Pietro e l'associazione Afaf, al fine di instaurare relazioni di buon vicinato, nel rispetto della legalità”. Purtroppo i tentativi sono andati a vuoto: “Forlì è una città sede di moschea, che è nuova e si trova in via Masetti, il diritto costituzionale della libertà di culto è garantito in questa città, per cui è giusto che la attività dei centri di cultura trovino una regolamentazione”.

La risposta arriva ad un question time di Daniele Vergini, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Consiglio comunale. Vergini ha riportato per l'ennesima volta all'attenzione del Consiglio le problematiche che da anni attanagliano il vicolo, fatte da disagi per i residenti per i grossi assembramenti di fedeli specialmente nel periodo del ramadan. “Un luogo di culto non regolare - lo bolla Vergini -, dovrebbe essere un circolo privato e non un luogo di preghiera, dove sono state riscontrate spesso più di 100 unità di persone, che è il limite per la prevenzione incendi, con punte di 350 soggetti, che hanno comportato bivacchi e addirittura transenne per strada, con la via bloccata per impedire l'accesso ai non autorizzati. Il tutto con sensibili effetti sul traffico della via”. Per Vergini, inoltre, ci sarebbero “abusi edilizi, non segnalati alla Prefettura nel suo monitoraggio dei luoghi di culto, nonostante i solleciti di quest'ente”.

Versione però respinta da Mosconi: “Il Comune ha svolto e svolge tuttora tutte le verifiche del caso, quelle richieste dai cittadini, dalle legge e dalla prefettura, e ha sempre risposto a tutte le comunicazione, in collaborazione con l'associazione stessa, per affermare la affermare la legalità”. Il Comune parla invece di numerosi sopralluoghi di polizia municipale, vigili del fuoco, Arpae e Ausl, in cui “non sono stati ravvisati profili di illiceità, né urbanistici, sanitari o del rumore”. Sono stati però riscontrati “problemi di afflusso e di traffico nel periodo del ramadan”. Chiosa l'assessore: “Il comune ha fatto tutto quello che poteva fare per tutelare l'incolumità e garantire la legalità”.

A Forlì esiste una moschea, un luogo cioè adibito alla preghiera e alla funzioni relogiose islamiche, con tanto di cupola e piccolo minareto in via Masetti, ai margini della zona industriale di Coriano, realizzata circa due anni fa. Un terzo luogo di attività islamica si trova ancora nella sede storica della prima “moschea” di Forlì, un grosso ex garage in centro storico in via Fossato Vecchio. In quest'ultimo opera l'associazione “Unione per la pace”, animato principalmente da islamici dell'Africa nera, che per le attività di preghiera collettiva si trasferisce nella nuova sede di via Masetti.

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