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Cronaca

Poste, il Tar dà torto ai Comuni: "Gli uffici si possono chiudere se non indispensabili"

Per il Tar "bisogna considerare la riduzione dell'utilizzazione del servizio universale che si verifica ogni anno per l''incremento di metodi informatici alternativi per inviare documenti"

Gli uffici postali delle frazioni si possono chiudere senza che venga meno la garanzia del servizio universale. Se il Tar di Parma aveva salvato dalla chiusura gli uffici di alcuni piccoli Comuni parmensi, di Piacenza e Reggio Emilia, quello di Bologna rigetta, invece, i ricorsi di numerose amministrazioni delle province di Bologna (Medicina, Lizzano in Belvedere, Granaglione, Camugnano e Imola), Modena (Frassinoro), Ferrara (Masi Torello, Voghiera, Lagosanto e Cento), Ravenna (Brisighella), Forli'-Cesena (Meldola, Predappio e Civitella di Romagna) e Rimini (Montefiore Conca), dichiarando, in sostanza, che le Poste possono chiudere gli uffici, se lavorano poco, senza causare eccessivi disagi ai cittadini.

Nel dettaglio, i giudici amministrativi hanno respinto i ricorsi basandosi, in primo luogo, sulla relazione annuale dell'Autorita' per le garanzie nella comunicazione, da cui "si evince che i costi sostenuti da Poste per garantire, anche in condizione di non economicita', il servizio universale sono superiori al contributo ricevuto" dallo Stato. Questo, scrivono, "non puo' che incrementare il piano di razionalizzazione per ridurre i costi a carico della collettivita'".

Oltretutto, prosegue il Tar, "bisogna considerare la riduzione dell'utilizzazione del servizio universale che si verifica ogni anno per l''incremento di metodi informatici alternativi per inviare documenti". Le decisioni dei giudici amministrativi sono rafforzate, a quanto si legge, dalla pochezza delle argomentazioni con cui si voleva scongiurare la chiusura degli uffici.

Infatti, "nessuno dei Comuni coinvolti ha giustificato la necessita'' di non chiudere il presidio postale della frazione, al di la'' di considerazioni generiche sui disagi che incontrerebbe la popolazione che abitualmente si serviva dell''ufficio postale, e l''esistenza di popolazione anziana con difficolta'' di spostamento". Inoltre, a parere del Tar, "i numeri delle operazioni svolte quotidianamente sono cosi'' bassi che si deve supporre che un utente di quell''ufficio si rechi alla Posta raramente", e nessun Comune "ha presentato dati anagrafici per rilevare quanta popolazione anziana fosse ricompresa tra quella penalizzata dalla razionalizzazione".

In ogni caso Poste "ha dimostrato che esistono uffici postali che rimangono in vita a distanze non eccessive da quello sopprimendo, e nessun Comune ha fatto proposte per concordare ''una presenza piu' articolata nelle singole aree territoriali, i cui costi non siano a carico della Societa' stessa''". Motivi sufficienti per rigettare i ricorsi. (fonte Dire)

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