Ufficio postale di Tontola chiuso: il Comune di Predappio ricorre al Tar

Alla chiusura dell'Ufficio Postale di Tontola decisa da Poste Italiane il Comune di Predappio risponde con un ricorso al Tar dell'Emilia-Romagna. L'iniziativa, promossa dalla Giunta comunale predappiese con deliberazione numero 133 del 17 settembre scorso, interpella il Tribunale Amministrativo sulla legittimità della decisione comunicata da Poste Italiane Spa. "Dalle verifiche effettuate - afferma il sindaco Giorgio Frassineti - risulta che nel disporre la chiusura dell’Ufficio Postale la società non abbia rispettato le vigenti disposizioni di legge in materia, relative al numero di residenti della frazione e alla distanza del più vicino Ufficio Postale utile".
 
Il riferimento legislativo al ricorso viene dal Decreto Ministeriale del 7 ottobre 2008, il quale fissa una "fascia di prossimità" della popolazione al servizio offerto, indicando anche un criterio guida per la distribuzione degli uffici postali, costituito dalla distanza massima di accessibilità al servizio, espressa in chilometri percorsi dall'utente per recarsi al presidio più vicino. “Il fornitore del servizio universale - si legge nel decreto - assicura: un punto di accesso entro la distanza massima di 3 chilometri dal luogo di residenza per il 75% della popolazione; un punto di accesso entro la distanza massima di 5 km dal luogo di residenza per il 92,5% della popolazione; un punto di accesso entro la distanza massima di 6 km dal luogo di residenza per il 97,5% della popolazione”.
 
Afferma il primo cittadino: "Dalla verifica predisposta dall'Ufficio anagrafe/tecnico del Comune risulta invece che, con la chiusura dell’Ufficio Postale di Tontola, divenuta effettiva il 7 settembre scorso, la distanza percorsa dai residenti per raggiungere l’ufficio postale più vicino (Predappio) è di 7 chilometri, mentre la percentuale della popolazione coperta è pari a 93,7%. Numeri non consoni, quindi, inseriti nella delibera comunale che interpella il Tar, in cui si sottolinea anche il ruolo sociale richiesto a Poste Italiane Spa. La società, oggi totalmente partecipata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, è chiamata dalla direttiva 2008/6/CE a svolgere un servizio universale, inteso come servizio che gli Stati sono tenuti a rendere alle rispettive collettività, con particolare riferimento alla funzione di coesione sociale e territoriale grazie alla capillarità della rete postale". Il decreto legislativo 58/2001 affida ad essa questo compito fino al 2016. Con possibilità di revoca - sottolinea il decreto - "qualora la verifica in ordine al rispetto degli obblighi del contratto di programma dia esito negativo".