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Cronaca

Delivery, i pareri dei commercianti: chi ha aumentato i guadagni, chi lo mantiene e chi l'ha fatto ma sofferto

Da veri romagnoli quali siamo, non possiamo resistere al richiamo della buona tavola, e se non possiamo andare noi, ci raggiunge lei! Ma siamo davanti a un cambiamento duraturo, o una volta finita l'emergenza il food delivery sarà velocemente dimenticato?

Il futuro delle imprese coinvolte nel settore alimentare sembra ormai legato a doppio filo alla consegna a domicilio. Certo, le pizzerie e altri tipi di ristoranti e rosticcerie etniche – quelle cinesi, ad esempio – lo fanno già da tempo; ma qui si parla di realtà che fino ad oggi forse mai avrebbero pensato di dover raggiungere i propri clienti direttamente sul portone di casa. Se all'inizio del lockdown le cose erano tutte in divenire, e si riscopriva il piacere di avere tempo a volontà per mettersi ai fornelli, con l'andare del tempo sempre più persone hanno iniziato a provare nostalgia per le loro piccole, dolci abitudini. Da veri romagnoli quali siamo, non possiamo resistere al richiamo della buona tavola.

E così, che fosse la frutta e la verdura di fiducia, un golosissimo gelato o una deliziosa piadina, la domanda dei cittadini e l'offerta delle aziende si sono incontrate. Oggi sono moltissime le attività che hanno deciso di offrire il servizio di food delivery, anche senza appoggiarsi a nessuna piattaforma o app, sempre nel rispetto delle norme di sicurezza e – cosa incredibile ma vera – molte volte gratuitamente. Chi di noi avrebbe mai pensato, a inizio anno, che sarebbe stato possibile farsi portare a casa un piatto di crescioni ancora caldi, o una bella vasca di gelato?

Forse neppure Simona Costa, titolare del negozio di alimentari I sapori della natura, avrebbe mai immaginato di essere una fra le prime a portare la spesa a domicilio rifornendo anziani, famiglie e giovani di frutta e verdura. "Ci siamo attivati subito, ci siamo procurati un pos portatile e abbiamo pubblicizzato il servizio sulla nostra pagina Facebook", racconta Simona. "E non solo abbiamo avuto una buona risposta, ma anche un incremento. Certo, essendo un servizio di prima necessità, il nostro è un settore che non conosce crisi..." ma l'intuizione di Simona è stata vincente: mentre gli accessi al negozio sono contingentati, lei può comunque continuare a gestire a pieno regime la sua attività. "Anche per noi è una soluzione vantaggiosa: abbiamo tempo di preparare le spese, i pagamenti sono sicuri, ci si può organizzare. Certo, oggi è tutto un po' complicato, e si fa fatica a incastrare tutto, ma perché no? Penso proprio che manterremo attiva la consegna a domicilio."

Per Monia Celli, della Piadineria Fatapiada, invece, il percorso è stato inverso: "Eravamo fermi da due settimane, ma il cellulare della piadineria continuava a suonare. I nostri clienti avevano voglia della nostra piadina, di rotoli e crescioni: a inizio aprile abbiamo riaperto, e la risposta è stata positiva. Certo, la sera è difficile incastrare gli orari e fare tutti contenti, soprattutto nel fine settimana: abbiamo consegnato anche in due contemporaneamente, per accontentare tutti." Ora che anche il servizio da asporto è disponibile, Monia spera che qualcuno dei suoi clienti passi a trovarla presto direttamente al chiosco. "Molti lo farebbero, ma la notizia è fresca e ancora c'è paura di essere multati. Ci vorrà ancora un po' per tornare alla normalità; finché sarà richiesto, comunque, continueremo a consegnare a domicilio."

Anche nel mercato del gelato, con l'avvicinarsi della bella stagione, c'è movimento. Simona Turci, titolare della gelateria Crem Caramel, racconta: "Da quando ci hanno fatto chiudere, a marzo, abbiamo subito attivato la consegna a domicilio. E sicuramente resterà attiva fino a fine anno." dichiara un po' rassegnata. "La risposta al servizio è stata positiva. Senza dubbio non è come essere aperti" chiarisce subito, con un po' di nostalgia nella voce, "ma non possiamo lamentarci. Continuiamo e ci diamo da fare, consegnando gratuitamente in tutta la città e anche oltre, sette giorni su sette. Non ci fermiamo mai. Più di così, non saprei cosa fare".

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